Scioperi ad oltranza nel Mare del Nord

Traduzione dall’originale Wildcat strikes on the North Sea

a cura di Gruppo Anarchico Galatea – FAI Catania

I lavoratori del settore petrolifero e del gas delle piattaforme del Mare del Nord hanno scioperato alle 13.00 di giovedì 8 Settembre. I lavoratori sono impiegati dagli appaltatori Bilfinger, Stork e Wood e comprendono personale di coperta, isolatori, pittori e ponteggiatori. All’inizio di Maggio, i lavoratori avevano scioperato in modo non ufficiale per i bassi salari su sedici piattaforme. Questa seconda ondata di scioperi è coordinata da un gruppo di lavoratori, l’ “Offshore Oil and Gas Workers Strike Committee” (“Comitato di Sciopero dei Lavoratori Petroliferi e del Gas Offshore”, ndt).

Dopo gli scioperi di Maggio, l’appaltatore Bilfinger ha aderito all’ “Energy Services Agreement” (ESA) (Patto sui Servizi Energetici, ndt), che regola i salari sulle piattaforme. Ciò è avvenuto dopo il crollo dell’ “Offshore Contractors Association” (OCA) (Associazione dei Contractors Offshore, ndt), che ha dato carta bianca alle compagnie petrolifere e del gas per attaccare i salari e le condizioni dei lavoratori. Ai lavoratori è stato offerto un irrisorio aumento dello stipendio del 3% a Luglio. Sono estremamente arrabbiati per questo, poiché i loro salari sono inferiori del 22-23% rispetto all’inflazione.

Il Comitato di sciopero ha dichiarato: “I nostri sindacati dicono che attualmente non hanno i numeri per votare per lo sciopero. È un’idiozia, perché l’intero Mare del Nord è assolutamente furioso per il nostro trattamento… Gli scioperi selvaggi programmati sono il risultato di anni di inazione da parte dei sindacati e dei nostri datori di lavoro e ci hanno fatto sentire come se potessimo ottenere le cose solo prendendo le cose nelle nostre mani… Guardiamo costantemente gli uomini e le donne ai vertici che portano a casa stipendi e bonus enormi, eppure ci trattano come feccia”.

Anche altri lavoratori delle piattaforme, i manutentori a contratto e quelli che lavorano nelle trivellazioni offshore hanno rifiutato un’offerta salariale del 5%. Gli scioperi selvaggi possono potenzialmente estendersi e andare oltre le 16 piattaforme iniziali che hanno scioperato a Maggio.

I sindacati presenti sulle piattaforme, GMB, Unite e RMT, hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui affermano: “La nostra preoccupazione è che un’azione non ufficiale rischi tutto. Alcuni operatori delle vecchie infrastrutture utilizzeranno le agitazioni sindacali per giustificare lo smantellamento anticipato e tutto ciò che otterremo saranno altri licenziamenti. Altri vedranno una forza lavoro divisa e la sfrutteranno”, per poi proseguire: “Temiamo che tentare un’azione di spaccatura per ottenere guadagni a breve termine possa solo mettere a rischio l’intera faccenda”.

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