Di seguito i report delle iniziative di sabato e domenica della FAI di Milano .
CONTRO I CPR – CENTRI di PERSECUZIONE e REPRESSIONE
‘Mai più Lager’ con questo impegno sabato 1 dicembre si è tenuta a Milano la manifestazione regionale contro l’apertura locale del Centro per il rimpatrio (CPR) e contro il decreto Sicurezza appena varato dal governo M5S-Lega indetta dal comitato NoCpr e sostenuta da oltre 200 adesioni che vanno dai centri sociali agli studenti, a Nonunadimeno, ai partiti (quelli che non hanno contribuito all’istituzione dei CPR, ovviamente), alla miriade di associazioni impegnate nell’assistenza umanitaria legale e medica ai migranti, ai circoli culturali di quartiere e di provincia di tanta Lombardia, alle scuole di italiano. E poi tanti individui, e personaggi della cultura. Anche la Federazione Anarchica di Milano ha dato la sua adesione e ha partecipato con striscione e bandiere al corteo. Insomma tante realtà facenti parti sia del movimento solidaristico nei confronti della realtà dell’immigrazione sia di quello apertamente conflittuale con tutto quello che tende a regolamentare (cioè sottomettere per meglio sfruttare) la mano d’opera immigrata. Un incontro necessario in una fase di relativa stasi della lotta antirazzista per dare un segnale significativo e immediato alle infami politiche del governo e per riprendere i i fili indispensabili per un’azione più incisiva su questo terreno, senza dimenticare le responsabilità di alcuni dei presenti (vedi Rifondazione Comunista e dintorni) nell’istituzione del primo pacchetto sicurezza Turco-Napolitano del 1998 che ha dato vita ai Centri di permanenza temporanea, veri e propri apripista degli attuali CPR.
Il corteo ha visto la partecipazione di diverse migliaia di persone con una presenza significativa di immigrati; è partito da piazza Piola, a città Studi, e si è diretto verso il costituendo CPR che secondo la decisione del ministero dell’Interno deve prendere il posto del CAS, la struttura di accoglienza per richiedenti asilo di via Corelli. Un blocco di polizia ha poi impedito che si potesse raggiungere l’entrata del centro e dopo una breve contrapposizione la manifestazione si è sciolta.
Con l’istituzione dei CPR – veri e propri campi di detenzione per persone colpevoli solo di esistere -, lo smantellamento della protezione umanitaria, le modifiche involutive dei procedimenti giudiziari, l’istituzione di una cittadinanza di seconda serie, l’attacco ai diritti e alle libertà civili delle persone, immigrate o meno, si fa più forte e le sfide sul terreno sono tante. Occorre allora adoperarsi alla costruzione di un percorso finalizzato innanzitutto a riprendersi gli strumenti di lotta e a chiarire gli aspetti perversi del sistema in cui viviamo. L’alternativa al sistema è possibile, e può venire solo dalla società, dai lavoratori e dalle lavoratrici e non dallo Stato.
M.V.
Una giornata Mapuche all’Ateneo Libertario
Il processo che si aprirà a giorni in Cile contro Facundo Huala, esponente Mapuche e simbolo della lotta di questa popolazione originaria del Sud America, è stato al centro dell’attenzione dell’iniziativa che la Rete in difesa del popolo Mapuche e la Federazione Anarchica di Milano hanno organizzato, nelle sede dell’Ateneo Libertario in viale Monza 255, nella giornata di domenica 2 dicembre. Contestualmente è stata ricordata la tragica fine di Santiago Maldonado, il giovane attivista libertario argentino, scomparso nel corso di una manifestazione di protesta contro l’arresto e la detenzione di Facundo Huala e ritrovato cadavere sul greto di un fiume, morte per la quale la giustizia argentina ha sentenziato, in questi giorni, il proscioglimento dell’unico imputato e l’assenza di costrizione nella sua scomparsa: una specie di ‘malore attivo’ di cui sarebbe stato vittima, il che non può che ricordarci la tragica vicenda di Pino Pinelli.
Alla presenza di un consistente numero di solidali, si sono succeduti vari interventi sulla lotta ininterrotta che questa popolazione conduce dai tempi della ‘conquista’, una lotta inasprita dalla rinnovata voracità dei nuovi ‘conquistatori’, tra i quali spicca il gruppo Benetton, che si sono accaparrati le ricchezze dei territori ancestrali dei Mapuche, a cavallo tra Cile e Argentina, espellendo e emarginando gli abitanti originari. La resistenza Mapuche si trova a dover lottare contro due Stati che non hanno mai brillato per il rispetto dei diritti umani, figuriamoci per quelli delle minoranze etniche, considerate di serie B. Una mostra fotografica e la proiezione di alcuni documentari sulla vita e la lotta, hanno contribuito a rendere chiaro a quanti erano presenti quanto sia necessario che non cali il silenzio su questa mobilitazione contro il capitalismo e gli Stati, per la terra e una vita in armonia con i ritmi e i tempi della natura, elementi questi che hanno sempre caratterizzato l’esistenza dei Mapuche, in simbiosi con la Pacha mama.
La cena finale a sottoscrizione, curata dalla Rete Mapuche, ha infine consentito la raccolta di una somma destinata a contribuire alle spese processuali per la difesa di Facundo Huala.
In conclusione un’iniziativa di solidarietà riuscita grazie al contributo di quanti hanno voluto fare sentire la propria voce e il proprio impegno a favore della lotta di uno dei tanti gruppi umani alle prese con la devastazione e l’oppressione prodotte dagli Stati e dal capitalismo. Non è stata la prima, non sarà l’ultima.
M.V.