Pubblichiamo questa intervista realizzata dalla Commissione di Relazioni Internazionali della FAI con alcunx compagnx della Federazione Libertaria Argentina sulla situazione ad un anno dall’insediamento di Javier Milei alla presidenza del paese.
D: Potresti parlarci della situazione economica e sociale in Argentina?
R: A dicembre 2024 si è concluso il primo anno di governo di Javier Milei. Potrei sinteticamente definirlo da un punto di vista economico come un governo ultraliberale mentre da un punto di vista politico ultraconservatore. Dall’inizio della campagna elettorale Javier Milei, con un sostegno mediatico completo, ha proposto di abbassare l’alto tasso di inflazione e associare il dollaro statunitense alla moneta nazionale. Sono sistemi costanti già applicati regolarmente all’economia argentina negli ultimi 50 anni. Ha inoltre promosso la trasformazione di parte della struttura statale.
Ad un anno dall’applicazione di queste scelte possiamo dire che il governo non sia riuscito a raggiungere questi due obiettivi perché in buona parte questo piano dipende dall’ingresso di dollari dall’estero. Sul piano della politica interna, l’attuale governo si appoggia alla complicità dei governatori e dei deputati che si presentano come pseudo oppositori, tanto su un piano attivo che nelle dichiarazioni, che collaborano nello svuotamento delle strutture pubbliche. Il sindacalismo burocratico, per non perdere i propri privilegi non ha esercitato alcuna forma di resistenza, se non un timido segno di opposizione all’inizio del mandato, scartando l’idea di sciopero generale contro i tagli. I sindacati più combattivi invece hanno dovuto dare priorità alla lotta davanti alla grande quantità di licenziamenti, sia nel settore pubblico sia in quello privato.
Allo stesso tempo si sono accentuati i segni di autoritarismo del governo, in questo includo anche le forzature delle vie istituzionali della democrazia borghese, come per esempio l’elezione per decreto di due giudici della Corte suprema di giustizia e l’eliminazione per decreto di settori statali di scienza, cultura, salute, educazione, accompagnata in alcuni casi al licenziamento massivo di migliaia di lavoratori statali che ha portato alla paralisi di organismi dei servizi pubblici.
In questo periodo il governo è inoltre riuscito a rafforzare le forze di sicurezza e sta facendo applicare nuovi protocolli alle manifestazioni, col ritorno dell’uso indiscriminato tanto di gas lacrimogeni quanto proiettili di gomma. È inoltre tornato a essere usuale l’utilizzo di operazioni false-flag da parte delle forze di sicurezza. Mi riferisco all’utilizzo di servizi di intelligence per le detenzioni indiscriminate. A questo si aggiungono le campagne contro le persone in situazione di disabilità e contro il movimento LGBTIQ+. Tra questi maltrattamenti istituzionali si ritrova la situazione dei pensionati che tutti i mercoledì si raggruppano davanti alle porte del congresso per reclamare la restituzione e il miglioramento le loro pensioni. Fin dall’inizio di questa protesta, ormai un anno fa, il governo ha esercitato una feroce repressione contro i manifestanti.
Sul piano della politica estera direi che è importante menzionare tre punti caratteristici di questo governo liberale sul piano economico e conservatore su quello politico. Il governo mantiene un allineamento totale alla politica estera degli USA e di Israele, ad esempio ha votato contro l’Ucraina insieme agli USA nella riunione dell’ONU dello scorso febbraio in cui si chiedeva un appoggio incondizionato a Zelensky, e al contempo una relazione strettissima con Elon Musk sbandierata in tutte le visite pubbliche negli USA, e un palese sostegno alle multinazionali.
C’è un accordo totale, un allineamento totale alle linee economiche del Fondo Monetario Internazionale, in previsione di un futuro prestito di dollari che risulta centrale per il governo, per le politiche economiche di Milei, e per il salvataggio che questi potrebbero rappresentare. Devo ricordare che l’Argentina possiede il maggior debito con il FMI, ancora più elevato di quello di Egitto e Ucraina, paesi in questo momento in guerra o in conflitto.
Sul piano economico possiamo dire che nel fittizio esito economico attuale, perseguito dal governo Milei, si stanno abbassando due indici. Il primo è il prezzo stabile del dollaro che è mantenuto con un intervento diretto nel mercato attraverso una imponente dilapidazione di riserve e l’altro è la riduzione dell’inflazione ottenuta con la vecchia ricetta neoliberale del raffreddamento dell’economia. Questa riduzione e il congelamento dei salari ha portato ad una caduta dei consumi paragonabile alla crisi del 2001.
I sondaggi dicono che la stabilità data dal legame con il dollaro e la riduzione dell’inflazione sono le due misure che permettono al governo Milei di mantenere il sostegno di una parte della società.
In buona misura questi alti indici di consenso che il governo mantiene hanno molto a che vedere con le distinte crisi economiche, lavorative e inflazionistiche che l’Argentina ha vissuto nella sua storia. Queste sono configurabili come traumi sociali storici, e la stabilità economica, anche se momentanea, è ben vista nonostante come accennato prima i livelli di consumo si siano ridotti ai livelli della crisi del 2001 e che i prezzi dei prodotti in dollari siano più cari anche rispetto all’Europa.
Allo stesso tempo sul piano economico possiamo dire che, mentre si incentiva il rafforzamento del settore produttivo industriale, si sostiene una ingegneria finanziaria che sta garantendo guadagni favolosi al capitale speculativo. È possibile guadagnare sino al 20% in dollari, un rendimento unico nel mondo. Un sistema volatile che finirà quando ci si renderà conto che il governo non ha più la disponibilità di far fronte al debito e insieme chiederanno il rientro dei capitali, generando, come già avvenuto molte e molte volte nella storia economica dell’argentina, il collasso del sistema finanziario, che si tradurrà in una nuova crisi economica importante per la società argentina. In ultimo è necessario sottolineare che l’imposizione di queste misure economiche ha ripercussioni pesantissime sui settori sociali più vulnerabili. Con la finanziarizzazione dei servizi pubblici, sono stati licenziati circa 40.000 lavoratori e lavoratrici di settori pubblici che sono stati progressivamente privatizzati, ma al contempo il settore privato è stato fortemente colpito dalla riduzione dei consumi che ha portato a tagli del personale addetto.
D: Come si muove l’opposizione sociale al modello di governo di Milei in Argentina?
R: Dopo questa introduzione legata alla realtà economica e sociale argentina, penso sia importante ragionare sulle risposte possibili provenienti dai settori rivoluzionari o almeno dalle opposizioni a questo governo che vogliono costruire una realtà differente. Milei ha ottenuto alle elezioni il 56% di voti, contro un 45% degli altri partiti, circa 11 punti percentuali di differenza. In verità il nucleo duro di sostegno a Milei è intorno al 25%, il resto è massa fluttuante che passa da un partito all’altro e non abbraccia a pieno le politiche del presidente, ma che ha guardato a Milei a causa dei disastri dei governi precedenti. Dopo le elezioni la popolarità di Milei è addirittura cresciuta arrivando al 60%, ma in questo ultimo periodo questo sostegno si sta erodendo per diverse ragioni, in primo luogo per la ripercussione mediatica del caso delle criptovalute, nelle quali Milei e il governo sono fortemente coinvolti [scandalo della criptovaluta $Libra, il cui valore a febbraio sarebbe prima salito alle stelle e poi crollato per effetto di post dello stesso Milei sul canale social X]. In merito ci sono indagini in corso per comprendere fino a che punto questo coinvolgimento non sia configurabile come forme di truffa e corruzione. Non si sa se abbiano ricevuto direttamente denaro, ma certamente sono coinvolti nella vicenda. Questa sovraesposizione negativa ha intaccato in quella fase l’immagine mediatica del leader da un punto di vista elettoralista. Ma dal nostro punto di vista ancora più importante è quanto sta succedendo nelle strade, con le forme di resistenza che si stanno dando dagli ambiti più popolari. Sebbene ci siano state lotte e forme di resistenza, l’ultima parte dell’anno passato, il 2024, è stata relativamente tranquilla. Mentre quest’anno è iniziato fin da subito con grandi manifestazioni. Una di queste è stata quasi spontanea, proposta da un’assemblea antifascista convocata in un parco di Buenos Aires, che ha lanciato un appello per una marcia dopo una settimana, e che ha visto decine e decine di migliaia di persone nelle strade per ripudiare gli atteggiamenti omofobi, discriminatori e fascisti di Milei. Questa manifestazione ha avuto un grande impatto, è stata la prima a richiamare l’attenzione in modo forte, direttamente dalla strada. È stata importante soprattutto perché viene applicato un protocollo poliziesco che impedisce di manifestare nelle strade e ammette manifestazioni solo sui marciapiedi per non interrompere o infastidire il pubblico e il traffico. Ma naturalmente quando le manifestazioni sono così massive il protocollo non può essere applicato.
Un’altra situazione in evoluzione che è già stata accennata merita attenzione: da oltre un anno, tutti i mercoledì, costantemente, senza interruzioni, i pensionati organizzano una piccola manifestazione, una marcia intorno al parlamento. Fin dall’inizio sono stati pesantemente repressi, fino a quando a metà marzo tutte le tifoserie delle principali squadre di calcio qui in Argentina si sono espresse a sostegno della lotta dei pensionati e così è diventata una grande marcia, terminata con una sollevazione urbana con molta repressione ma anche con barricate in tutta la città, con una capacità di risposta alla repressione molto importante. Questo ha cambiato anche il tono e la forza della protesta. Tanto che la ministra della sicurezza, che aveva tenuto un discorso molto duro dopo gli scontri, ha licenziato il responsabile delle forze di polizia. C’è un’articolazione delle forme di resistenza, che, se anche non appare quando guardi l’immagine della realtà offerta dai media o se analizzi dati elettorali, tuttavia continua a esistere e a seconda di come riusciremo ad articolarla potremo raggiungere cambiamenti più interessanti e profondi.
D: Come si muove la FLA in questo contesto?
R: La FLA, Federazione Libertaria Argentina, partecipa costantemente alle protesta perché crediamo sia un aspetto che non deve essere lasciato da parte, perché è uno dei pochi strumenti che abbiamo. Lo stesso vale per la popolazione che non ha le leve del potere finanziario o delle forze padronali, o delle forze di sicurezza. Scendere in strada, numerosi, mostrando quante persone non accettano queste politiche, in quanti non siamo disposti a sottometterci o a farci schiacciare dalla dominazione, mettendo in campo il nostro coinvolgimento diretto.
Per questo consideriamo importantissimo partecipare alle manifestazioni di strada, ovviamente è anche una questione di presenza nell’azione politica di strada. Ma per noi è forse ancora più importante e fondamentale l’attività che viene svolta giorno per giorno in differenti ambiti sociali così come nella costruzione di percorsi solidali, con la costruzione di una coscienza differente, anticonsumista, antigerarchica e orizzontale. Questo lo sviluppiamo nella militanza quotidiana. Dagli incontri di lettura permanenti che teniamo settimanalmente, agli incontri cinematografici. L’aspetto culturale è veramente molto importante per noi, l’appoggio a progetti culturali anche per bambini con i quali sosteniamo il quartiere, l’appoggio alla Escuela Libre de Constitucion, un progetto che vuole sviluppare una forma educativa orizzontale e antiaccademica, così come la questione del consumo responsabile. Insomma decine di attività che puntano a costruire, nella realtà quotidiana forme nuove di vita che non si basano su una cultura del sacrificio ma piuttosto della condivisione. Questo perché siamo consapevoli che il capitalismo non è solo un apparato coercitivo di vigilanza e repressione, ma un apparato che si costruisce sulla costruzione del desiderio, sulla costruzione di valori e desideri ai quali il cittadino si associa. Allora il nostro ruolo è anche quello di costruire una differente forma di desiderio. Una differente aspettativa di realizzazione umana. La nostra attività parte anche da questa idea di ricostruire le nostre soddisfazioni, il nostro piacere, insomma la nostra realizzazione in ambiti differenti da quanto proposto dal capitalismo. Già questo è un piano di lotta. Non il sacrificio contro il capitalismo ma la costruzione di valori, di desideri e soddisfazioni lontane da quanto imposto dal capitalismo. Un’attività quotidiana alla quale noi dedichiamo molto tempo, e che sviluppiamo permanentemente, e che cerchiamo di diffondere il più possibile.
Tornando ai cortei e alle manifestazioni di strada. Il 24 marzo è stato l’anniversario del colpo di stato del 1976, sul quale il governo mantiene una posizione negazionista che nega i crimini della dittatura e sostiene quanto fatto dalla dittatura. Il corteo che abbiamo fatto per l’anniversario è stato differente rispetto alla manifestazione dei pensionati di qualche settimana prima che è stata quasi insurrezionale. Una marcia totalmente pacifica, ma moltitudinaria. Non sono riusciti ad applicare il protocollo repressivo in alcun modo, non c’era polizia in strada, ciò ha dimostrato che con diverse centinaia di migliaia di manifestanti non c’è stata provocazione poliziesca né tantomeno scontri, ha mostrato il volto moltitudinario e pacifico della resistenza, che ha comunque avuto un grande impatto. Considera che questa manifestazione è stata una delle maggiori in Argentina dal ritorno della democrazia nel 1983. Tutte queste situazioni mostrano un’altra realtà rispetto a quella governativa. Alcuni e alcune compagn@, o militanti pensavano che Milei sarebbe caduto rapidamente. Non è stato così e sembra difficile che cada a breve. Però si sta costruendo una realtà alternativa dal basso che potrebbe arrivare a costringerlo a non proseguire, anche se non sappiamo quali siano le conseguenze e cosa succederà dopo di questo. Dipenderà da due fattori, dalla nostra attività quotidiana e dalla situazione politica congiunturale.
D: Milei fin dalla campagna elettorale si è definito libertario, cosa ha significato per voi questa manipolazione?
R: La rapina e la manipolazione della parola libertario è qualcosa di abbastanza forte per noi. Abbiamo già avuto simili esperienze. Vari colpi di stato qui in Argentina sono stati fatti in nome della libertà, la manipolazione della parola libertà è infatti piuttosto comune da parte degli autoritari. Pensiamo alla lotta del “mondo libero”, la lotta del mondo occidentale e capitalista. Però in questo caso la parola libertario è stata utilizzata e manipolata dal cosiddetto anarco-capitalismo con una connotazione che ci colpisce direttamente, perché tende a invisibilizzare e a sporcare la storia di lotte anarchiche e libertarie. Noi già un paio di settimane prima della vittoria alle elezioni di Milei abbiamo fatto uscire un documento come FLA dove si metteva in guardia su questo e si denunciavano questi falsi libertari, raccontavamo sinteticamente come è avvenuta questa rapina a partire dagli scritti a partire dal 1971 con la pubblicazione del manifesto libertario di Murray Rothbard, dove si teorizzava chiaramente la necessità di prendere il termine libertario alla sinistra anarchica. In questo documento abbiamo raccontato questo come rapina, come manipolazione ma anche come strategia politica del cosiddetto anarco-capitalismo per eliminare le caratteristiche libertarie e anarchiche nelle forme del comunismo e del collettivismo. Inoltre abbiamo affermato che questa non è la questione di una semplice parola ma configura la base di una manipolazione ben maggiore. La lotta per il simbolico non è semplicemente aneddotica ma ha a che vedere con la costruzione di un discorso che è il mezzo che ti permette di avanzare. Questo documento è stato distribuito durante tutte le manifestazioni ed è parte della nostra lotta per rivendicare il vero significato della parola libertario.
Ovviamente la nostra incidenza nella società è minima, minuscola. Lo si vede davanti ai mezzi di informazione e come tutti abbiano accettato rapidamente il significato di libertario proposto da questa banda di sfruttatori e ladri e quanto sia difficile ora combattere questa situazione. Ma sappiamo come sono gli alti e bassi della storia e come è possibile che all’improvviso significati e interpretazioni siano ribaltati. Noi certamente continueremo a portare aventi quelle che consideriamo siano le vere bandiere e proposte di libertà. In relazione a questo proprio questa settimana fa è successo un episodio significativo. Il governo ha demolito una statua di Osvaldo Bayer che è uno storico molto conosciuto, che si definiva libertario, e che qui è stato un simbolo per molto tempo. Il governo lo ha distrutto direttamente, e questo ha generato una vastissima ondata di indignazione, una notizia molto commentata nelle reti social. Pensa, il secondo tema della settimana dopo il trionfo della nazionale argentina contro il Brasile per 4 a 1. E la cosa interessante è che Osvaldo Bayer è stato presentato su tutti i media come libertario. Anche questa è in sé una possibilità di lotta. Voglio dire, l’instancabile Osvaldo Bayer sta continuando a darci una mano, ovunque sia in questo momento.
a cura della CRInt della FAI