Sabato 24 maggio. Volantinaggio antimilitarista contro lo Space Festival a Torino

Nel pomeriggio di sabato il Coordinamento contro la guerra e chi la arma ha effettuato davanti alla Galleria San Federico in via Roma un volantinaggio antimilitarista in occasione di una 3 giorni dedicata all’aerospazio. L’appuntamento prevedeva la presentazione di un libro sull’aeronautica militare. Lo stand informativo relativo all’evento contestato dallə partecipanti, vedeva addettə che esponevano chiaramente il logo del Politecnico subalpino e del progetto D.I.A.N.A. nodo dell’acceleratore di innovazione della NATO che verrà ospitato all’interno della nascente Città dell’Aerospazio di corso Marche, polo di ricerca bellica promosso da Leonardo e Politecnico.

 

Altre foto qui:

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E qui:

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Di seguito il testo del volantino distribuito per l’occasione:

“Si scrive Aerospazio, si legge Guerra

In questi giorni a Torino si celebrano i viaggi nello Spazio, portandoci nel clima dei film di fantascienza, o delle canzoni di David Bowie. Si tratta di un tema affascinante, che attira giustamente l’interesse di tante persone di ogni età. Purtroppo, ogni medaglia ha il suo rovescio: non vorremmo disturbare la vostra visita, ma lo sapete che:

A Torino, in corso Marche, si sta costruendo un Polo Aerospaziale che di fatto è un Polo di ricerca e progettazione bellica, legato alla NATO?

Thales Alenia, uno dei siti visitabili in questi giorni, produce sistemi di

telecomunicazioni militari al servizio delle Forze Armate ed è frutto di una “joint venture” con Leonardo, seconda industria militare in Europa e quattordicesima nel mondo?

Leonardo, il cui principale azionista è il Ministero della Difesa, è dal 1993 il polo aggregante dell’industria bellica italiana: il 75% del suo fatturato proviene infatti proprio dalla produzione di armi?

Come dimostra l’incontro di oggi, Aerospazio vuol dire anche produzione di armi , o di strumenti, come i satelliti, che possono essere usati sia a fini civili che militari.

Vogliono farci credere che il futuro della nostra città, cessata la produzione di auto, starà nell’industria aerospaziale e bellica: non è vero, e soprattutto non è giusto!

Non c’è futuro degno quando si investe nella guerra: solo morte e distruzione! L’industria delle armi non potrà mai sostituire la produzione di beni e servizi utili alla popolazione! E non potrà mai recuperare la perdita di posti di lavoro drasticamente tagliati negli ultimi decenni!

I milioni di € che il governo Meloni vuole spendere per raggiungere l’obbiettivo del 2% della spesa bellica (ma la NATO già chiede il 5%) sono altrettanti milioni di euro sottratti alla Sanità pubblica, aumentando ancora di più la vergogna delle liste di attesa; sono risorse sottratte alla scuola, ai trasporti di prossimità, a noi tutti e tutte che paghiamo tasse che, anziché essere destinate alle nostre vite, verrebbero utilizzate per la spesa bellica, che è una spesa di morte!

Chi oggi (governi, mercanti d’armi) vuole convincerci che occorre prepararsi alla guerra, costruisce anche ad arte il “nemico” contro cui dovremmo combattere.

Le armi prodotte a Torino sono le stesse armi che massacrano uomini, donne e bambini inermi a Gaza (o in Ucraina, in Russia, nel Kurdistan, nel Sudan…)

Non solo, ma vivendo accanto ai luoghi dove si producono armi, diventeremo anche noi bersagli, mettendo a rischio le nostre vite e alimentando la militarizzazione del territorio.

Vogliamo davvero che Torino diventi la capitale della produzione di aerei da guerra, elicotteri, droni, missili, carri armati, sistemi spaziali militari?

O non dobbiamo piuttosto impegnarci contro ogni politica di riarmo, anche a difesa delle conquiste e dei diritti sociali che sono costati anni di lotte e soprattutto per dare ai giovani una prospettiva di vita e non di morte?

Vogliamo più servizi sociali e posti di lavoro, non bombe!

No alla riconversione dell’industria civile in industria militare!

No alla costruzione del polo bellico aerospaziale a Torino!

Coordinamento contro la guerra e chi la arma”

Per la FAT,

l’incaricat

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