Romeo e Catalin hanno vegliato per 12 giorni il sonno degli occupanti di Avion, in via Asti, la ex caserma diventata casa per 22 famiglie sfrattate dai social housing e sgomberate dalla baraccopoli di Lungo Stura Lazio. Giovedì scorso, durante lo sgombero di Avion, sono stati arrestati e rinchiusi nel CIE, in attesa della convalida del decreto di espulsione. Per loro la libera circolazione non vale. Sebbene siano cittadini rumeni e quindi europei, hanno subito la stessa sorte degli altri indesiderabili, perché poveri, sfrattati a forza dall’Europa.
Romeo e Catalin sono stati imprigionati perché hanno deciso di non chinare la testa, di non rassegnarsi, di prendersi una casa abbandonata, per viverci una vita degna.
Sabato mattina la giudice non ha voluto sentire ragioni. Il fatto che la ragazza di Romeo attenda un bambino è stato un motivo in più per convalidare l’espulsione. Chi sta per diventare padre resta in strada, non occupa una casa.
Alla notizia che Romeo e Catalin sarebbero stati espulsi il presidio di parenti e solidali che si era radunato sotto le mura del CIE di corso Brunelleschi ha fatto sentire forte la propria solidarietà. Il padre e la madre di Catalin hanno gridato la loro rabbia e il loro amore, la ragazza di Romeo, non c’è riuscita.
Forti si sono levate le voci dei solidali. Libertà! Libertate! Casa per tutti! Slogan contro le galere, contro i muri che separano gli affetti, ma non spezzano la solidarietà.
Dall’interno i reclusi hanno urlato in risposta. Un pallone si è levato alto sopra le mura.
Sulla via del ritorno la digos ha identificato l’auto dove viaggiavano alcuni parenti e solidali.
In serata si è diffusa la notizia che al CIE era scoppiata la rivolta. Tre sezioni su cinque erano in fiamme. Ancora una volta i prigionieri hanno distrutto la gabbia, che ne teneva in ostaggio le vite.
Vogliamo Romeo e Catalin con noi. Tutti liberi!