RACCONTI di Rino Ermini, Luciano Nicolini editore, 2020
ISBN 978-88-945574-0-4 Euro 10
Questa breve recensione arriva in ritardo e la responsabilità è solo mia, il testo di Rino Ermini era arrivato nella mia casella della posta all’inizio del 2021, qualche mese dopo la prima stampa, eravamo ancora in tempi di Covid. Avevo letto i primi racconti uno dopo l’altro ma per qualche ragione, che ora non ricordo, il libro, che conta un centinaio di pagine, era finito nella pigna sbagliata, quella dei libri letti che attendono una propria e stabile collocazione nella libreria. Fortunatamente, ogni pausa estiva è anche occasione di riordino ed è per questo che, in pieno agosto, mi sono ritrovato, inaspettatamente, il testo tra le mani.
Questa volta l’ho letto tutto di un fiato, operazione facilitata dalla scrittura semplice e scorrevole che caratterizza tutti i ventuno racconti, anzi, i venti racconti più la descrizione di “Un paese vero” che chiude la serie. Sono Racconti che Ermini ha scritto tra il 2014 e il 2020 per la rivista “Cenerentola”. Ognuno di essi occupa tre quattro pagine di media, una scelta probabilmente dettata da esigenze editoriali visto che, in origine, i racconti sono stati concepiti per la rivista. In ogni racconto si percepisce in modo più o meno diretto l’esperienza “di vita” dell’autore, alcuni ci riportano nell’ambiente e nella cultura contadina toscana dei primi anni Sessanta del secolo scorso. Leggendo quelle righe ci si ritrova in una realtà di qualche tempo fa, stiamo parlando della seconda metà del secolo scorso che, probabilmente, chi è giovane oggi non potrebbe immaginare senza “l’aiuto” di Ermini. Nell’insieme, i racconti disegnano uno spaccato di una società, ma li possiamo anche usare come testimonianza dell’accelerazione con cui la società italiana si è trasformata negli ultimi decenni …. o forse no? Il dubbio potrebbe essere lecito, dopo aver letto l’ultimo dei racconti “Un paese vero” che ci riporta nell’attualità di un paese del profondo nord ancora limitato da confini, geografici, socio-economici, culturali che inevitabilmente alimentano quelli mentali… ma su un muro appare una scritta.
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