Il 12 dicembre si è svolta a Milano una manifestazione nella ricorrenza della strage di piazza Fontana per rivendicarla come strage di Stato e ricordare l’assassinio di Giuseppe Pinelli e l’innocenza di Pietro Valpreda. È stata anche l’occasione per dare una ferma risposta alle provocazioni fasciste che hanno danneggiato le lapidi di Varalli e Zibecchi.
La cerimonia si è svolta dalle ore 18 in piazza S. Stefano, vicino all’Università Statale, inaugurando un ceppo marmoreo con la scritta: “Volevano cambiare il mondo e hanno sacrificato la loro vita. Claudio Varalli 17 anni ucciso da un fascista il 16 aprile 1975. Giovanni Zibecchi 27 anni travolto e ucciso da un camion dei carabinieri il 17 aprile 1975. Ci sono stati interventi nel ricordo delle due vittime e sulla responsabilità delle strage di Stato, denunciando come esecutori la manovalanza fascista. È poi partito il corteo, molto partecipato, con in testa lo striscione anarchico che denunciava la strage di Stato, seguito dagli striscioni e dalle bandiere delle organizzazioni e associazioni della sinistra, degli anarchici, dell’Usi. Dopo un largo giro nelle vie del centro la manifestazione è terminata in piazza Fontana dove si sono svolti gli interventi conclusivi.
Nella serata del 14 dicembre si è svolta allo “Spazio Micene”, in via Micene zona S. Siro, la tradizionale iniziativa in ricordo di Giuseppe Pinelli organizzata dalla Fai milanese, l’USI di Milano e dallo stesso “Spazio Micene”. Fin dalle ore 19, come preannunciato nel programma, in molti si sono trovati alla cena/buffet appositamente allestita, mentre dalle ore 20,30 sono iniziati i vari interventi. Il primo riguardava, sul piano internazionale, la repressione che sta subendo la popolazione mapuche che vive parte in Argentina e parte nel Cile, la quale è stata spogliata delle sue terre e nel momento che le rivendicano con la loro lotta subiscono attacchi fortemente repressivi da parte dei rispettivi governi, sono sottoposti nelle loro manifestazioni a cariche pesanti, subiscono carceri e anche uccisioni. Recentemente si sono svolte anche a Milano iniziative di protesta contro il consolato argentino e nei confronti dei negozi Benetton, in quanto tale multinazionale ha acquistato per motivi speculativi parte delle terre della popolazione mapuche, rendendosi responsabile degli atti repressivi nei loro confronti.
Una giovane compagna mapuche, esponente della “Rete Internazionale in Difesa del Popolo Mapuche” ha ricordato, anche con l’ausilio di un video, la cultura di quella popolazione che nutre un profondo rispetto della terra e della natura, che si organizza in comunità autogestite, che lotta per la riappropriazione delle terre e della forte repressione costretta a subire. Come è stato il caso, ormai diventato famoso, della uccisione di Santiago Maldonado, un giovane militante anarchico impegnato nella solidarietà con la lotta dei Mapuche, scomparso dopo un’azione repressiva da parte delle forze governative, ritrovato in seguito morto in un fiume. Quest’anno altri 4 mapuche sono stati uccisi in seguito alle loro proteste.
È stato anche ricordato per l’occasione il gemellaggio fatto dall’USI con comunità mapuche in terra cilena, impegnandosi a fare una campagna di controinformazione e promuovendo un’azione solidale di raccolta fondi a sostegno della popolazione mapuche. C’è stato poi un intermezzo musicale di Alessio Lega cantando alcune canzoni in riferimento alle lotte nell’america latina e si è cantati tutti assieme la nota canzone della “Ballata di Pinelli”.
È poi intervenuta Claudia Pinelli, come negli anni precedenti, esternando la sua commozione anche in presenza di un salone pieno, molti stavano fuori, di un pubblico particolarmente attento, ricordando pezzi di vita vissuti dalla sua famiglia e dal padre in quel territorio – a pochi passi c’era la loro abitazione di un tempo. Ha colto l’occasione per ricordare il grande impegno svolto dalla madre Licia in tutta la sua vita nella vicenda della tragica morte di Pino, donna che ha compiuto 90 anni e si mantiene ancora lucida. Ne ha approfittato per ricordare la figura di Camilla Cederna nel ventennale della sua morte, molto scomoda al potere anche se di provenienza borghese, che molto coraggiosamente contestò da subito la versione sulla morte di Pinelli, l’accusa nei confronti di Valpreda e la versione ufficiale della strage di piazza Fontana. Una giornalista che con le sue pubblicazioni diede un contributo determinante nelle dimissioni dell’allora Presidente della Repubblica Giovanni Leone. Non è un caso che le istituzioni hanno una grande difficoltà a ricordarla ufficialmente anche nella sua città.
La sorella di Claudia, non potendo essere presente perché quest’anno impegnata in altro luogo per la stessa causa, ha inviato una comunicazione che è stata letta, in cui si dice dispiaciuta di non poter partecipare e che termina dicendo: “(…) noi siamo nate e cresciute in questa zona popolare che mi riporta a ricordi bellissimi e tristissimi e che con voi ogni anno ripercorriamo con il vostro abbraccio. E quando ci sono compagno veri vicino la notte non fa più paura. Viva l’Anarchia con i suoi ideali di pace e fratellanza, Silvia.”
C’è stato poi l’intervento di Franco Schirone per ricordare l’impegno del ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli nelle lotte sociali del suo tempo, dalla Resistenza quando giovanissimo contribuì alla lotta partigiana, al suo sostegno alle prime contestazioni giovanili dai beat ai provos, alla sua partecipazione alla gioventù libertaria milanese nel progetto “materialismo e libertà”, nel suo impegno con la “croce nera anarchica” nel sostegno di compagni vittima della repressione, anche a livello internazionale, fino alla partecipazione nelle lotte dei lavoratori, come dimostra la ricostituzione della sede USI alla Bovisa, con l’intervento attivo in quelle fabbriche della zona e nel rapporto stretto con i CUB, Comitati Unitari di Base, che crescevano e si diffondevano nel superamento del sindacalismo ufficiale a quel tempo.
Termina la serata con la musica di Alessio Lega, agganciandosi ai temi della serata, cantando “le mondine” in riferimento alle donne ribelli, una canzone sull’amore di Franco Fortini, una sulle lotte nelle carceri degli anni “70 e quella di Ambaradan sui crimini del colonialismo italiano..
A quel punto si è formato, come tutti gli anni, un corteo verso le 22,30, con le bandiere anarchiche, dell’USI, delle lotte per la casa, accompagnate dal “Coro Micene”, attraversando il quartiere cantando “Addio Lugano bella”, “Figli dell’officina”, “L’internazionale” ecc. La manifestazione termina sotto il palazzo delle case popolari dove viveva Pinelli con la sua famiglia, sostando sotto la lapide messa in suo ricordo da diversi anni e posando una corono con il fiocco rosso/nero, così termina la bella serata dedicata a Pino.
Enrico Moroni