Olga Raccagni. Ciao compagna!

Ci ha lasciati pochi giorni prima del 25 aprile. Lei sempre fieramente antifascista, proletaria e con un chiaro schieramento di classe. Da giovane era stata comunista, ma, incrociando i suoi percorsi sul terreno delle lotte, era diventata anarchica.
Nel movimento No Tav era una presenza costante. Eppure per lei non era certo facile. Una gamba offesa dalla poliomielite, ondeggiava sulla strada della Clarea, appoggiandosi al suo bastone con il pomello argentato.
Aveva un gran coraggio. La ricordiamo alla Libera Repubblica della Maddalena e poi nelle estati di lotta alla baita autocostruita in pietra come baluardo contro la barbarie capitalista. Lei dormiva in una tendina da campeggio con lo spirito di una ragazza, anche se gli anni non erano pochi.
Certe notti andava alle recinzioni e sfidava i poliziotti e i militari di guardia.
Ad ogni presidio si sentiva forte il corollario di bestemmie dirette agli uomini e alle donne in divisa.
Non  aveva peli sulla lingua e diceva sempre la sua in ogni occasione: sempre pungente, ironica, allegra.
Grande cuoca vegana offriva la sua arte per il sostegno alle nostre lotte.
Finché le è stato possibile era in prima fila il 25 aprile ed il primo maggio e in tante manifestazioni.
Quando ci ha lasciati il Comune ha impiegato quasi dieci giorni per trovarle un posto al cimitero. Anche da morti i poveri devono fare la fila. Siamo sicuri che lei ci avrebbe sghignazzato su.
Sulla bara il comune aveva piazzato una croce che compagne e compagni hanno fatto subito schiodare.
Al funerale, la vigilia del Primo Maggio, eravamo in tanti. Bandiere anarchiche e No Tav. Ricordi e canzoni.
Un altro pezzo di noi non c’era più: la nostra comunità di idee, affetti e lotte si è stretta nell’impegno a continuare e fare meglio, con la forza che ci lascia chi se ne è andat*.
Ciao Olga.
Come dimenticare il tuo dito medio rivolto a preti e poliziotti? La tua irridente sfida al mondo in cui siamo forzati a vivere?
Le compagne e i compagni della Fat

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