Un tempo, quelli che ci ostiniamo a chiamare “padroni” erano soprattutto persone o gruppi che avevano abbastanza denaro per aprire uno stabilimento nel quale si producevano beni materiali. Il loro principale interesse era quello di trarre il massimo profitto dallo sfruttamento del lavoro operaio e per questo dovevano, da una parte, tenere a bada le associazioni dei lavoratori e dall’altra intrattenere buoni rapporti con i rappresentanti del potere politico e del Governo in carica. Con il passare degli anni e con i cambiamenti che avvenivano nella società i padroni capirono che i loro scopi dovevano essere perseguiti anche in altri modi e quindi non è un caso che, per restare nella penisola, la FIAT (fondata nel 1899) acquistò già nel 1920 una quota del quotidiano “La Stampa” e pochi anni dopo ne diventò proprietaria. I padroni erano arrivati alla conclusione che anche una impresa che non produce beni materiali può essere funzionale ai loro obiettivi.
Da tempo i padroni hanno ormai imparato ad ampliare i loro interessi a 360 gradi e certi ruoli sociali si sono invertiti e a volte persino confusi, visto che già abbiamo visto in Italia imprenditori diventare leader politici.
Prendiamo ad esempio le vicende di quella che viene considerata la “persona più ricca e famosa del mondo” che almeno da una decina d’anni è alla ribalta delle cronache. La storia di Elon Musk inizia, come prevede la favola del modello di vita statunitense, dalla fondazione insieme a familiari e amici di una piccola impresa che in questo caso aveva lo scopo di fornire servizi web ai quotidiani locali. Poi, dopo un lungo e intricato percorso di acquisizioni e dismissioni, finanziamenti, apertura e chiusura di altre società e tutto il resto si è arrivati al risultato che vediamo oggi. Esattamente al contrario della vecchia fabbrica italiana la fortuna di Musk è iniziata con la vendita di prodotti immateriali e solo in un secondo tempo è approdata alle linee di montaggio automobilistiche e alle rampe spaziali. Ma, anche in questo caso, il miliardario ha pensato bene che fosse indispensabile acquisire il controllo diretto di uno strumento di comunicazione di massa che, visto che i tempi sono cambiati, non è più un quotidiano (o un network televisivo) ma una piattaforma di microblogging o, se preferite, un social media. L’intera operazione è stata trasformata (vedi “Umanità Nova”, n.28 del 20/11/2022) in un grande show pieno di colpi di scena, come si addice a un contesto nel quale società e spettacolo non sono solo due parole nel titolo di un vecchio libro. La saga di Musk che somiglia molto a una serie televisiva, basti pensare alla sua vita privata ovviamente conosciuta da tutti, è arrivata infine a dilagare nel campo della politica. Il suo aperto appoggio alla campagna elettorale che ha riportato Donald Trump alla Casa Bianca è stato premiato dalla nomina a corresponsabile, termine non abbastanza sottolineato, di un nuovo organismo collaterale al prossimo Governo statunitense, quello all’Efficienza. A quanto si legge non si tratterebbe di un vero e proprio Dipartimento ma di un’agenzia esterna che dovrebbe lavorare in collaborazione con il Ministero della Gestione e del Bilancio allo scopo di “smantellare la Burocrazia nel Governo, ridurre la normativa in eccesso, tagliare le spese inutili e ristrutturare le Agenzie Federali” come ha dichiarato Trump. Non sono ancora note le modalità di funzionamento di questa entità il cui acronimo è DOGE (Department of Government Efficiency) e che dovrebbe terminare il suo incarico il 4 luglio del 2026. Casualmente questo è il giorno nel quale ricorre il 250mo anniversario della Dichiarazione di Indipendenza degli USA e, sempre per caso, la criptovaluta preferita da Musk si chiama “DogeCoin”. Quando si dice le coincidenze! Il riccone, quello eletto, sembra che abbia dichiarato che si tratta di qualcosa che “potenzialmente potrebbe avere la stessa importanza del Progetto Manhattan” che, scusate se è poco, è il nome di quello che ha progettato la prima Bomba Atomica. Non è facile stabilire, nel rapporto tra Trump e Musk, chi sia più utile a chi visto che nel 2024 i due possono avere in una certa misura ruoli complementari. D’altra parte a un imprenditore continua sempre a essere utile mantenere buoni rapporti con il potere politico, una simbiosi che riproduce i classici meccanismi del passato ma con gli aggiustamenti necessari allo spirito dei tempi.
In Italia, dove certe cose arrivano spesso di riflesso e vengono rimodellate per adattarle al diverso contesto sociale, uno degli effetti collaterali più evidenti di questi avvenimenti si è avuto a livello della comunicazione pubblica. I politici di tutti i partiti hanno da tempo adottato un modello di comunicazione nel quale la fuffa che diffondono attraverso i mezzi di comunicazione di massa, soprattutto quelli digitali, viene ornata da ricami che possono essere a volte battute, a volte insulti a volte entrambe le cose. Non è quindi strano che il consigliere del prossimo Presidente degli USA sia tenuto in così alta considerazione dalle nostre parti quasi come fosse un Oracolo. Ruolo che gli permette di esprimere il suo pensiero intervenendo, come ha già fatto in più di una occasione, su quello che accade da queste parti dicendo la sua anche su temi importanti ma con la stessa leggerezza e superficialità con la quale le altre persone si scambiano due battute scrivendo su un social media.
Il duo Musk-Trump rappresenta, tra le tante cose, un chiaro esempio di come le classi ricche sono capaci di adattarsi velocemente ai cambiamenti al fine di utilizzarli in loro favore e di come certi comportamenti possano risultare spiazzanti per chi continua a cercare di comprendere la realtà usando esclusivamente le vecchie categorie politiche ed economiche.
Pepsy