Note bandite: resistenza 11 – DAX VIVE 2003-2023

Vent’anni fa Davide Cesare veniva accoltellato a morte da tre neofascisti, nella notte tra il 16 e il 17 marzo del 2003. Balordi coltelli fascisti colpiranno a morte Dax, il giovane militante dell’O.R.SO. (Officina di Resistenza Sociale) e feriranno i suoi amici, uno gravemente.

Quel sangue sul marciapiede sarà l’inizio della Notte Nera di Milano. Le volanti di polizia e carabinieri giunte sul posto ostacolano i soccorsi di Dax morente e dei ragazzi feriti. I compagni accorsi all’ospedale in cui erano dirette le ambulanze saranno pestati e ammanettati dagli agenti. Per quei fatti lo Stato assolve gli agenti e condanna due compagni presenti a 20 mesi di reclusione e ad una multa di 130 mila euro, tra risarcimenti e spese processuali.

In questi vent’anni anche la musica ha fatto del suo meglio per fare memoria, per ricordare i morti, i feriti, i condannati di un antifascismo che continua ancora oggi, perché il fascismo colpisce ancora.

1 MERDONALD’S – 16 MARZO

2 GENTE STRANA POSSE – LA STORIA SI RIPETE

3 SEMPRE PEGGIO – MIGLIOR NEMICO

 

1 MERDONALD’S – 16 MARZO

I Merdonald’s hanno composto una canzone per Dax che ha per titolo il giorno in cui venne accoltellato. Il brano fa anche parte della compilation benefit “Ama la musica. Odia razzismo, fascismo e sessismo – Con Dax nel cuore” realizzata per il decennale, nel 2013. Sono 21 gli artisti del variegato panorama musicale italiano convinti che l’antifascismo continui “ad essere una necessità politica, sociale e culturale”. Le pagine del libretto ripercorrono la storia della Notte Nera e delle lotte dei dieci anni successivi, il “cd nasce da un fatto tragico, con la speranza di non doverne più realizzare altri perché non ci saranno altri compagni uccisi da ricordare”. La musica e l’arte fanno la loro parte in questo progetto che vuole essere “un piccolo strumento nella costruzione di un immaginario culturale differente”.

La canzone ripercorre i fatti e il loro evolversi, e tutto inizia con tre amici, tre compagni, tre proletari che passano insieme una serata. “Milan in una quei sira l’è anca bona da vess bela / tri amis in un baar a fa fracaàs , a bev vin russ / quater pass per ciapà un peu d’aria bona / e peu driss in lecch parchè duman sà laùra” (“Milano in alcune serate è addirittura bella, / tre amici in un bar a far baldoria, a bere il vino rosso, / quattro passi per prendere un po’ di aria buona / e poi dritti a letto perché domani si lavora”). Il brano, rigorosamente in milanese, incomincia con chitarra e voce, poi dalla seconda strofa subentrano elettrificazione e batteria. “16 Marzo” è un pezzo punk breve e diretto per un ribelle lombardo, “dedicato ad un ragazzo che, come tanti altri, è stato vittima della violenza e dell’ignoranza”. “Volevamo raccontare una storia, come si faceva un tempo, una filastrocca da tramandare alle nuove generazioni. Semplicemente un pensiero per Dax” come dichiarano loro stessi. “Tutt’un tràt un brivid frecch intens in su là stchiena / l’han segnà per tredes volt al me sang, vigliacca nera! / Quater pass var mia na curtelada    / l’è minga la manera, massà in mesz de la strada / un Fiur nasuù in dal ciment l’han strapaà via /    la vita la par tuta una fulia” (“Tutto a un tratto un brivido freddo intenso su per la schiena /    ha segnato per tredici volte il mio sangue, vigliacca nera! / Quattro passi non valgono una coltellata, / non è mica la maniera, ammazzato in mezzo alla strada / un fiore nato dal cemento è stato strappato via, / la vita pare tutta una follia”). La canzone riporta molti elementi: le tredici coltellate, gli agenti, i ritardi, le ambulanze… “la madama, i ghisa e quatar can ghan intasaà la strada / i bareleè l’han menà via che l’era giamo tardi” (“La polizia, i vigili e quattro cani hanno bloccato la strada / i barellieri lo hanno portato via che era già troppo tardi”). Il brano conclude nel clima plumbeo di una Milano avvolta dalla nebbia e dal lutto, di chi non dimentica e non perdona. “Al temp al quieta qualsiasi cuoeur / e nissun pagà par ai so erur, / L’è l’ombra nera ne la scighera, / l’è l’sang cha trema… / Milan perdona no / Milan sa scorda no!” (“Il tempo tranquillizza tutti i cuori / e nessuno paga per i propri errori, / è l’ombra nera nella nebbia, / è il sangue che trema… / Milano non perdona / Milano non si scorda!”).

2 GENTE STRANA POSSE – LA STORIA SI RIPETE

In “La storia si ripete” i Gente Strana Posse si interrogano sulla ciclicità di fenomeni e idee che sembrano riproporci drammatici copioni. In particolare, la canzone si concentra sul fascismo, sempre in agguato dietro l’angolo, al governo o in altri ruoli di potere. La canzone è pubblicata nell’omonimo album del 2006 dal gruppo palermitano che propone temi sociali e di denuncia con un rap che mescola melodie reggae alle tradizioni dell’hip hop senza dimenticarsi di stare al centro del Mediterraneo. Italiano e dialetto si intrecciano e si alternano nelle strofe. “Si dice che il fascismo sia finito già da tempo, / io penso ai partigiani quelli «quando fischia il vento», / quando fischia il vento urla forte la bufera / e vedo allontanarsi sempre più la primavera”. Il brano sceglie l’alternarsi delle stagioni, come esempio tipico dei cicli della storia; nella metafora la primavera è quella della Liberazione dopo vent’anni di gelido inverno. “E passa il tempo / cambiano le stagioni, / qui va sempre peggio Mussolini o Berlusconi? / Cosa ne sarà del nostro domani / se anziché lottare alzeremo le mani?”.

Se i fascisti sanno sopravvivere ai “25 aprile”, anche i partigiani dovranno fare altrettanto. La Gente Strana Posse infatti accenna anche alle resistenze dei giorni nostri. “E canto con la rabbia e canto con il pianto / di tutti gli operai che sono morti per l’amianto, / per tutti i deceduti sul posto di lavoro…”; per arrivare poi ai martiri della Resistenza e del movimento, e tra questi troviamo anche Dax. “…e dai fratelli Cervi a tutti i partigiani, / da Davide Cesare a Carlo Giuliani, / fasci e polizia binomio disgustante / l’antifascismo vero è solo quello militante!”.

3 SEMPRE PEGGIO – MIGLIOR NEMICO

I Sempre Peggio nascono a Milano nel 2015: grezzi e ironici, negli anni hanno affinato il suono e dato più respiro a testi politici e ragionati. Hanno riportato l’Oi! sotto la Madunina, dove da anni latitava. Ad oggi sono immancabili nella colonna sonora di skins e punk “senza tregua”. Dal vivo danno il loro meglio, nelle loro canzoni rimbombano il quartiere, le lotte, il pogo, e si può anche farsi una risata. Senza capelli in testa, né peli sulla lingua, cantano di cliché degli skinhead innaffiati con birra, campari e tanta autoironia.

“Miglior nemico” è la prima canzone del loro album omonimo (11 tracce in una ventina di minuti), l’espressione con cui definiscono i fasci sembra proprio l’inversione del nome dei Peggior Amico, boneheads veneti. “Scassi ancora il cazzo con «la fedeltà» e «l’onore» / e un Duce che è scappato travestito su un furgone. / Tutta quella retorica di «Dio Patria e Famiglia» / ma che vita di merda, che vita di merda!”. L’esordio scoppiettante riassume l’obbiettivo della canzone, ovvero mostrare come i fascisti siano incoerenti con i loro deplorevoli princìpi, e dunque patetici. “Ti dici «non conforme», «alternativo-nazionale» / ma sei solo un patetico servo del capitale. / «No droga» con la celtica e poi ti fai di bamba, / c’hai tatuato «acab», amico dei caramba! / «Rivoluzionario»? Sì, forse nei tuoi sogni… / sei solo un burattino nelle mani del potente!”.

Oltre al tema della canzone esiste un ulteriore collegamento con Dax e l’O.R.SO. Il cantante e bassista dei Sempre Peggio è infatti uno dei fondatori dei VolksWriterz, una crew aperta, esplicitamente militante ed antagonista che da vent’anni dipinge muri di spazi sociali, autogestiti e occupati, rappresentandone l’immaginario. I Writer del Popolo usano le bombolette spray per comunicare contenuti, superando l’egoismo e l’individualismo predominanti nel writing. Dal 2003 Milano è stata invasa dai loro pezzi dedicati a Dax: scritte, slogan, ritratti per non dimenticare le vittime dei nostri migliori nemici.

En.Ri-ot

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