Search

Non mi chiedere se ho vinto se ho perso. “Questi anni”

Non mi chiedere se ho vinto se ho perso. “Questi anni”

Nel corso del 2021 mi sono impegnato con Alberto, Gianpiero e Sergio, tre vecchi miei amici aostani, a realizzare Questi Anni. Sì, i Kina. Proprio loro. Quanti anni, questi anni. Come ho avuto modo di raccontare anche qui, sin dai nostri incontri frettolosi e traballanti nei primi anni Ottanta, malgrado la distanza geografica fra nordest e nordovest e le fortune altalenanti, non ci si è praticamente persi di vista. Fortune altalenanti di noi tutti, mica solo le mie: anche loro proprio come me sono stati costretti a smettere, a cambiare, a ripensare e a ripensarsi. La realizzazione del documentario Se Ho Vinto Se Ho Perso di Gian Luca Rossi un paio d’anni fa gli ha dato l’occasione di rimettersi insieme per una dozzina di date in Italia e per una breve coda all’estero.

Gian Luca suonava in un gruppo punk e quando guardi il suo documentario si capisce. Si capisce dalle inquadrature che vanno dritte al cuore e da come intreccia le storie (dove nessuno parla di sé ma c’è Gianpiero che parla di Alberto e di Sergio, così pure gli altri due – tutti a raccontarsi attraverso i compagni), dal suo soffermarsi su mani e occhi e respiro. Gian Luca che con la sua cinepresa ha raccontato le storie di tre ventenni di oltre trent’anni fa cui il carico di sogni sulle spalle si stava facendo sempre più gravoso. Aggiungeteci il grigio della vita che la provincia offriva allora, le prospettive corte e le speranze costrette a zero: una vita che stava cominciando a farsi sempre più pesante, difficile, soffocante, insostenibile. Recuperate chitarre, tamburi, amplificatori e soprattutto ciascuno il proprio bagaglio di insofferenza, i tre si sono rifugiati in una sala prove. La loro amicizia si è cementata attorno ad alcune canzoni scritte in un modo che allora davvero non si usava: grande parte dei gruppi punk si esprimeva con slogan, bandiere sonore stracciate e inni rancorosi che, a essere fortunati, imitavano maldestramente il rumore della guerra nucleare. Loro tre invece suonavano vivacemente e spesso sorridendo senza vergognarsene, in contrasto evidente con i testi che grondavano perplessità e dubbi, farciti di disagio e di relazioni incerte. Dubbi, disagio e incertezza che si riversavano al di qua degli altoparlanti, e raggiungevano le stanzette di decine di altri ragazzi che in quei pezzi di specchio ci si riconoscevano. Quelle decine sono diventate centinaia e poi migliaia. In mezzo a quegli sfigati c’ero anch’io, e a me i Kina piacevano: raccontavano le cose che avevo dentro anch’io con parole solo un poco diverse da quelle che adoperavo di solito e ciascuna canzone riusciva inspiegabilmente a fare centro e ancora, e ancora, e ancora. A me sembravano anarcopunk così come potevano essere anarcopunk i Franti, cioè delle forme d’espressione complesse e originali che non si sono mai accontentate di fermarsi a raccogliere applausi e consenso, perennemente tese alla conoscenza, alla discussione e al confronto.

Oggi Questi Anni è un libro da leggere, da guardare e da ascoltare, è bello grosso e pieno di roba. Intanto contiene un dvd con quel documentario di Gian Luca Rossi, che nel frattempo ha girato per mezzo mondo e raccolto riconoscimenti importanti (tra questi: miglior documentario al Los Angeles Punk Film Festival nel 2020 ed al Takt Film Festival in Serbia sempre nel 2020, e ancora miglior documentario al Festival de Cine Indipendiente Sendependa in Spagna quest’anno).

Nel libro abbiamo raccolto i testi: rileggendoli ci accorgiamo che ogni canzone ci racconta anche oggi come siamo. Ci abbiamo ficcato dentro anche qualche considerazione e commento, un paio di interviste (una curata da Diego Ursino di Porrozine, l’altra da Federico Denitto e pubblicata originariamente proprio su queste pagine) e tante fotografie scattate ai concerti da Luca Benedet, Michela Midossi, Claudine Strummer, Bicio Folco Zambelli, Filippo Cottone e Barbara Mussi. Tranne qualche foto ricordo, nelle altre ci siete dentro voi: voi che c’eravate, voi che ci siete sempre stati, voi che ci siete. Perché senza di voi molto poco qui dentro ha senso, ed è bello vedere che sorridete, che state bene. Quando i Kina suonavano si scatenava proprio un senso di gioia e infatti nella busta c’è anche un cd con dentro un’ora di registrazioni tratte dal loro reunion tour del 2019, scelte dai Kina assieme a Tino Paratore che è stato per anni loro compagno di strada e tecnico del suono. Niente di allora è andato perso. Ci siamo divertiti, e non si dovrebbe essere tristi perché è finita. Bisogna invece rallegrarsi che tutto questo è successo, ed è successo per davvero. Ecco: ho avuto la fortuna grande di esserci e poter respirare quell’aria. E dentro a questo libro, incastrato tra una pagina stampata e una canzone c’è proprio un pezzo importante di me.

Un’ultima cosa, importante. Con la diffusione di Questi Anni si sostiene Umanità Nova: grazie ad Alberto, a Sergio, a Gianpiero e a Tino e a Gian Luca. E grazie a tutti voi.

Marco Pandin

Per contatti stella_nera@tin.it

Articoli correlati