Molto spesso si trovano su Internet notizie che, al momento, possono sembrare di poca o nulla rilevanza, ma che potrebbero poi trasformarsi - senza preavviso - in qualcosa di più importante.
Il DRM (Digital Right Management) serve a limitare l’uso di programmi o di risorse agli aventi diritto secondo le leggi sul copyright. Usata principalmente per proteggere (senza molto successo…) CD musicali e DVD di film è la bestia nera anche di quelli che acquistano un CD/DVD in modo legale e vorrebbero poterne fare una copia di riserva senza voler diventare un hacker. Il “Joint Photographic Expert Group” invece è un nome che probabilmente non dice molto ma il suo acronimo, JPEG, fa immediatamente pensare alle immagini e infatti il gruppo è quello che ha studiato gli algoritmi di compressione usati quotidianamente da chiunque usi una immagine salvata in quel particolare formato.
La notizia che mette insieme DRM e JPEG riguarda un incontro tenutosi il 13 ottobre a Bruxelles dove si è discusso dell’implementazione di sistemi di protezione sulle immagini. In un futuro, più o meno lontano, potrebbero circolare immagini che non è possibile copiare, visualizzare o caricare sul web [1].
I più informati sanno cosa si nasconde dietro la sigla “TPP”, l’accordo commerciale, siglato il 5 ottobre fra alcuni degli Stati bagnati dall’Oceano Pacifico. Non tutti sanno però che, tra le tante clausole di quel trattato se ne potrebbe nascondere almeno una che, se applicata alla lettera, porterebbe a conseguenze inaspettatamente problematiche. Si tratta del potere che viene dato ai giudici di sequestrare e distruggere le attrezzature usate per superare le misure di sicurezza. Per esempio sequestrare o distruggere un computer che è stato usato per copiare un CD/DVD [2].
Era il 2012 quando John Assange, fondatore di Wikileaks, si rifugiò nell’Ambasciata Equadoriana di Londra per sfuggire a diversi mandati di arresto. A partire da quel momento la polizia britannica ha mantenuto una sorveglianza costante davanti alla sede diplomatica. L’assedio è terminato il 12 ottobre scorso e sembra sia costato ai contribuenti inglesi la bellezza di poco più di 16 milioni di euro. La polizia metropolitana ha dichiarato che comunque non ha abbandonato l’obiettivo di arrestare Assange, un caso che - nonostante il clamore suscitato all’inizio - è in tutti questi anni approdato ancora a un nulla di fatto [3].
Sotto il fantasioso nome di “Google Tax” si nasconde il progetto, portato avanti da alcuni Governi europei, di costringere alcuni dei Big del web a pagare le tasse in modo meno disinvolto. Questa potrebbe sembrare una delle tante cose che interessano poco le persone normali, quelle alle quali le tasse vengono trattenute direttamente in busta paga e probabilmente è anche vero. Quando però si scopre che, del tutto legalmente, quei poveracci di Facebook (la sede inglese) hanno pagato nel 2014 circa 47 milioni di euro in bonus ai propri dipendenti e circa 5814 euro di tasse, si iniziano a capire una serie di cose riguardo il funzionamento della “nuova economia” [4].
Gli Stati Uniti, sono visti alternativamente, come la patria delle libertà civili e come il paese dove lo spionaggio di massa ha raggiunto, come hanno appreso tutti dopo il “NSA-gate”, le sue punte estreme. In un patetico tentativo di riconquistare una, presunta, purezza iniziale il governo della California ha sfornato una legge sulla sorveglianza che prevede l’obbligatorietà di un mandato del giudice nel caso si vogliano intercettare le comunicazioni, i meta-dati relativi ma anche la posizione di un telefono cellulare. Peccato che alcune intercettazioni non hanno bisogno certo di essere fatte all’interno dei confini di quel particolare stato [5].
Pepsy
Riferimenti
[1] https://www.eff.org/deeplinks/2015/10/theres-no-drm-jpeg-lets-keep-it-way
[2] http://motherboard.vice.com/read/white-hat-hackers-would-have-their-devices-destroyed-under-the-tpp
[3] http://www.ibtimes.co.uk/police-stop-24-7-monitoring-wikileaks-founder-julian-assange-ecuadorian-embassy-1523634
[4] http://www.theguardian.com/global/2015/oct/11/facebook-paid-4327-corporation-tax-despite-35-million-staff-bonuses
[5] http://www.wired.com/2015/10/california-now-nations-best-digital-privacy-law/?mbid=social_twitter