Con la presenza al presidio dello scorso 26 maggio di fronte alla sede principale di ACEA a Roma, indetto da comitati popolari per l’acquedotto ancora assente dei Villaggi Ardeatini e contro la volontà espressa dalla multiutility di realizzare un inceneritore di rifiuti a Santa Palomba ai Castelli Romani, continua la mobilitazione dei compagni e delle compagne della Sabina volta a compattare tra Rieti e Roma le forze trasversali in opposizione a quella gestione del bene e dell’interesse pubblici orientata al profitto a breve termine piuttosto che alla cura, al recupero e all’implementazione (dove ancora necessario) delle infrastrutture esistenti. Ci si muove tra le province laziali dunque, in vista delle iniziative di inizio estate che culmineranno in un campeggio a metà luglio presso le sorgenti del Peschiera, dove ACEA S.p.A. ha previsto un raddoppio dell’acquedotto (Sabina Libertaria ha organizzato un’assemblea pubblica a Fara Sabina su questo argomento proprio a fine aprile scorso) capace di captare la quasi totalità della portata del sistema fluviale naturale, con tutte le conseguenze ambientali e socioeconomiche del caso, al fine di servire praticamente tutto il Lazio fuori da ogni logica di sostenibilità a medio-lungo termine. Per fare richiesta di essere iscritti alla newsletter scrivete a sabinalibertaria@autistici.org
Interventi dal presidio davanti alla sede di ACEA a Roma contro l’inceneritore di S.Palomba e per i Villaggi Ardeatini senza ancora acquedotto. Su uno striscione campeggia la scritta: Fogne e Acqua ancora non ci sono; Montagnano, Villaggio Ardeatino, Valle Gaia attendono da 40 anni…
Beppe Galluzzi (Coordinamento contro l’inceneritore di Albano): “ACEA è l’unico gruppo industriale ad aver mostrato un interesse per la costruzione del cosiddetto inceneritore di Roma. Da quando è stato evocato questo impianto, nessun cittadino ha potuto leggere il progetto. Innanzitutto siamo qui per poter prendere visione dei piani e in secondo luogo per chiedere ad ACEA di svolgere la sua attività di Istituto e portare l’acqua che manca nell’area intorno al sito di costruzione dell’impianto adiacente alla discarica di Roncigliano.”
Aldo Garofolo (chimico): “Non è solo questione della localizzazione, ma della tecnologia in sé; pensare, su un milione e seicentomila tonnellate di rifiuti prodotti ogni anno a Roma, di destinarne ben seicentomila alla combustione è inaccettabile. Un inceneritore prima o poi porta conseguenze di tipo patologico o, molto più grave, di tipo oncologico. È un impianto estremamente esigente dal punto di vista della necessità idrica.” Dietro di lui un cartello recita: ACEA: 1 milione di M3/anno d’acqua per l’inceneritore; alla popolazione ancora neghi l’allaccio all’acquedotto!!!
Beppe Galluzzi: “Due di noi sono stati ricevuti; risultato: zero sull’inceneritore e la promessa che nel 2024 arriva..arriverebbe l’acqua ai villaggi che sono attualmente senz’acqua…”
Paolo Di Vetta (Movimento per il diritto all’abitare, Roma): “Siamo qua insieme ai comitati di Albano e di Roncigliano che si battono da anni sul tema dei rifiuti, delle discariche, degli sversamenti e degli inceneritori, ma anche per affrontare il tema del termovalorizzatore che Gualtieri vuole realizzare a Santa Palomba, per ribadire che le città vanno decise da chi le abita, non da chi vuole fare profitto come ACEA sull’acqua e sull’energia.”
Simona Savini (Coordinamento Romano Acqua Pubblica): “Noi siamo qua insieme ai comitati che chiedono ancora, incredibilmente, nel 2023 un acquedotto che non hanno. Da oltre quindici anni vigiliamo sull’operato di ACEA, un’azienda che viene raccontata in modo bipartisan come modello del misto pubblico-privato, della multiutility che piace sia a destra che a sinistra; un modello che però fa veramente acqua da tutte le parti…Il 2022 si è chiuso con circa 280 milioni di utili, i dividendi sempre in crescita, gli azionisti sono contenti, ma i cittadini e le cittadine no. Un dato su tutti: ACEA, nonostante una grande campagna pubblicitaria sugli interventi fatti, continua a perdere quasi il 40% dell’acqua prelevata alle sorgenti a causa di una rete colabrodo sulla quale non vuole investire.”
Paolo Di Vetta: “Bisognerebbe costruire dentro questa città un movimento molto più largo che assieme a questi comitati capisca esattamente il valore dell’impegno anche civile che bisogna mettere in campo su queste questioni.”
Marco M