Il 23 luglio 2022, giusto in tempo per la prima delle presentazioni internazionali che la FAI ha organizzato per diffonderlo e discuterlo a livello internazionale, è stato pubblicato il documento “Per un nuovo manifesto contro la guerra”. Tale presentazione ha avuto luogo nell’ambito del Weekend Libertario di Saint-Imier, versione preliminare dell’incontro internazionale antiautoritario che si svolgerà l’anno prossimo, e che ha avuto luogo nella cittadina svizzera l’ultimo weekend di luglio. L’assemblea di presentazione, per la quale ci siamo organizzati per avere una introduzione a tre voci e un’ampia discussione con il pubblico, è stata preparata dalla distribuzione di fascicoletti cartacei con il testo del Manifesto in inglese, francese e italiano, che sono stati ampiamente distribuiti e hanno suscitato forte interesse. In una sala consiliare di Saint-Imier stracolma, ci sono state poste numerose domande costruttive che hanno fatto stato di una ricezione positiva del manifesto in area francofona. In particolare, il pubblico locale ha osservato l’ipocrisia della Confederazione elvetica nel predicare neutralità ma non ostacolare il business del commercio di armi, un tema molto presente nella nostra elaborazione.
Una compagna della Fédération anarchiste ha condiviso un commento molto interessante sul fatto che, anche nel movimento libertario, all’inizio della guerra fosse molto più difficile esprimere una posizione nettamente antimilitarista che non implicasse lo schieramento con uno dei belligeranti di quanto non lo sia ora, segno che contributi come il nostro stanno facendo crescere il dibattito e la consapevolezza anche tra coloro che possono essere stat* tentat* a un certo punto da derive militariste.
La seconda presentazione pubblica internazionale ha avuto luogo il 9 settembre in Brasile, nell’ambito del 5 Forum Generale Anarchico che si è tenuto a Cariacica, nello stato di Espirito Santo, organizzata dell’IFA Brasile, con la partecipazione di rappresentanti di diverse realtà esterne comprese comunità indigene e quilombolas, che includeva una riunione della commissione di relazioni dell’Internazionale di Federazioni anarchiche che ha visto la presenza di delegazioni internazionali sul posto. La presentazione del manifesto ha avuto luogo sotto forma di evento serale con il supporto della versione in portoghese pubblicata dal portale Agencia de Noticias Anarquistas. Il dibattito è stato anche qui ricco ed estremamente favorevole alle nostre posizioni, al punto che il giorno successivo, la plenaria finale ha votato all’unanimità una mozione pubblica di solidarietà e appoggio al nostro testo. E’ significativo notare come un compagno dell’IFA Brasile abbia sottolineato il coraggio della FAI nell’uscire con prese di posizioni forti per fare da capofila del discorso antimilitarista a livello internazionale, mettendo in campo il prestigio della nostra sigla e della nostra storia, che è qualcosa che a livello internazionale ha peso per molt*.
Una parte importante del nostro lavoro di diffusione è stato fare o sollecitare traduzioni, con il risultato che il Manifesto è ora disponibile online in almeno nove lingue. Una breve mappatura di chi l’ha pubblicato e/o condiviso rivela il suo impatto complessivamente molto forte, considerando che il documento è uscito in estate e che è stato condiviso e tradotto autonomamente da realtà esterne ai nostri soliti circuiti.
Se la versione in francese è stata immediatamente pubblicata su Le Monde Libertaire, quella in spagnolo occupa tuttora la homepage del sito della FAI Iberica, ed è stata condivisa nei media della Federación Libertaria Argentina, nel giornale basco Ekinaren e nel popolare sito di informazione Alasbarricadas. Da notare che quest’ultimo sito ospita anche contributi di gruppi comunisti-internazionalisti che hanno riesumato il concetto di “disfattismo rivoluzionario” proprio dopo che lo avevamo fatto noi, il che ci dice quanto il nostro lavoro ispiri anche altr*.
La versione in inglese, che è ovviamente circolata in Ainfos ed è stata ampiamente diffusa nelle nostre mailing list internazionali, è stata anche condivisa dell’Anarchist Communist Group (UK) che la ha pubblicata nel proprio sito con commenti fortemente positivi a parte alcuni dettagli. Interessante è stata anche l’iniziativa di tradurre il documento in ceco da parte del sito Kronika Odporu, su posizioni apparentemente lontane dalle nostre per molte altre cose. Molte significativo e molto apprezzato è stato il contributo della KRAS russa, che ha tradotto il testo in russo e in ucraino pubblicandolo nel proprio sito, mentre una versione in croato è apparsa successivamente sul blog 128bit.
Ovviamente non sono mancate le critiche visto che questo documento entrava nel merito di questioni che almeno a livello internazionale sono considerate divisive. Bisogna però dire che, a parte alcune comunicazioni informali di un livello tale che i loro contenuti ed estensori non meritano neanche di essere menzionati, finora l’unica risposta polemica pubblica è stata quella pubblicata sul sito della Federazione Anarchica delle Repubbliche Ceca e Slovacca. Questa risposta a sua volta non brilla per profondità, essendo tutta giocata su argomenti tipo l’inutilità di manifestazioni e proclami pacifisti, e l’idea piuttosto aberrante che in situazioni come l’Ucraina se non vai a combattere il “popolo” non ti ascolterà. Questa e altre realtà hanno preso esplicitamente posizioni per cui questo “popolo” dovrebbe ora “allearsi” con lo Stato ucraino essendo a quanto pare la vittoria militare di tale Stato la loro prima prospettiva. Si tratta di capire, pur senza pretendere il monopolio dell’anarchismo e ferma restando la possibilità di riposizionamenti, quale debba essere l’atteggiamento del movimento anarchico internazionale nei confronti di individui che, pur richiamandosi formalmente all’anarchismo, affermano concetti e pratiche che sono visibilmente estranee all’anarchismo sociale, comunista e organizzatore di impianto malatestiano che caratterizza la nostra Federazione.
In conclusione, visto che uno degli scopi di questo manifesto era di avere un documento che avesse un minimo di impatto comunicativo per controbilanciare a livello nazionale e internazionale l’ondata mediatica per cui sembra che il movimento anarchico internazionale si sia arruolato in massa in una guerra tra Stati e blocchi di potere, e di darci allo stesso tempo una “carta d’identità” da esibire nelle relazioni esterne, sembra che finora gli obiettivi principali siano stati centrati. Compreso rivelare che la maggior parte di tale movimento non è affatto su posizioni “interventiste”.
CRINT-FAI