Intervista: Operation Solidarity in Ucraina

Abbiamo ricevuto da un redattore di libcom.org la traduzione di un’intervista fatta dal collettivo antifascista polacco 161 Crew a un militante di OpSol (“Operation Solidarity”). L’intervista in originale è a questo link: https://freedomnews.org.uk/2022/03/29/interview-operation-solidarity-in-ukraine/

OpSol è un’organizzazione fondata da anarchici e socialisti libertari ucraini che hanno assunto una precisa posizione nel contesto della guerra tra Ucraina e Federazione russa decidendo di prendere parte attiva nel conflitto.

I lettori di Umanità Nova conoscono l’opinione delle compagne e dei compagni della Federazione Anarchica Italiana sulla guerra. Noi anarchici siamo fermamente convinti che le guerre, tutte le guerre degli stati, vadano disertate e boicottate perché sono – da sempre – la manifestazione più brutale ed esplicita del perenne scontro fra gli apparati di potere politico ed economico che si spartiscono il mondo.

I lavoratori, gli oppressi, gli sfruttati sono le prime vittime di ogni guerra. Le popolazioni civili sono quelle che soffrono più di tutti. Nelle guerre ci guadagnano solo i ricchi: prima, durante e dopo.

In Ucraina ci sono degli anarchici e degli antifascisti che hanno deciso di imbracciare le armi per difendersi dall’aggressione militare di Putin. Lo fanno per molti motivi, e sulle pagine di Umanità Nova abbiamo dato conto anche di queste posizioni, specialmente all’inizio del conflitto. Perché siamo un giornale anarchico e crediamo nel dibattito, nella pluralità delle posizioni, nella necessità di conoscere quanto più possibile le cose e i fatti del mondo e costruire, così, un’opinione consapevole. Ai nostri lettori non vogliamo negare la possibilità di farsi un’idea, anche se non la condividiamo.

Noi non esprimiamo nessun giudizio moralistico né intendiamo accanirci con chi – professandosi anarchico – decide di organizzarsi perfino sotto l’egida delle forze armate ucraine per difendere le libertà borghesi che quello stato gli garantirebbe. Il concetto che ricorre più spesso nelle dichiarazioni di questi compagni è che se vincesse Putin, in Ucraina non ci sarebbe nemmeno più quel briciolo di libertà di cui adesso possono godere. Siamo anche consapevoli – avendo letto, in queste settimane, molti articoli o forum di discussione – che alcuni anarchici dell’Est rimproverano agli anarchici occidentali una scarsa empatia perché – dopo tutto – noi non abbiamo i carri armati sotto casa e non ci piovono le bombe addosso.

In realtà, noi siamo anarchici, e non possiamo restare indifferenti alle legittime paure delle compagne e dei compagni ucraini. Ma il fatto di non avere la guerra in casa, lungi dal renderci insensibili alle loro sofferenze, ci consente forse di avere un punto di vista politicamente più lucido e oggettivo.

Noi non siamo affatto convinti che nel contesto della guerra tra Russia e Ucraina, i gruppi anarchici abbiano un reale spazio di manovra per operare in direzione di un intervento genuinamente libertario o rivoluzionario. Le dinamiche delle guerra fra stati schiacciano qualsiasi istanza anche solo vagamente progressista. È sempre stato così, e il conflitto russo-ucraino non fa eccezione. Noi non siamo nessuno per condannare la scelta individuale di chi impugna un’arma per difendere se stesso o i suoi affetti da una brutale aggressione militare. Ma non possiamo condividere o giustificare una scelta strategica e politica con la quale ci si arruola in un esercito regolare per difendere uno stato, combattendo l’ennesima guerra per procura, fatta solo e soltanto per ridefinire nuovi assetti di potere, nuove egemonie e rinnovate mire imperialistiche.

Tuttavia, abbiamo deciso di pubblicare il materiale pervenutoci, perché – lo ribadiamo – è importante conoscere quante più opinioni possibili per consentire alle nostre lettrici e ai nostri lettori di farsi una loro idea su questioni tanto delicate, dolorose e complesse.

La redazione web di Umanità Nova

***

In quest’articolo il 161 Crew parla con uno dei fondatori dell’iniziativa anarchica ucraina del suo progetto, della risposta solidale internazionale dei libertari e di cosa voglia dire operare in una zona di guerra così complessa.

Prima di tutto ti voglio ringraziare per aver trovato il tempo per rispondere ad alcune domande. Potresti parlare un po’ di “Operazione Solidarietà”?

OpSol è un’iniziativa volontaria, diventata adesso anche un’organizzazione, fondata da socialisti libertari e anarchici in Ucraina appena prima della nuova intensificazione e la guerra russo-ucraina. La nostra azione è mirata soprattutto a quattro tipologie di intervento:

  1. Sostenere i compagni (attivisti anti-autoritari, di sinistra, antifascisti) nella lotta armata contro l’occupazione
  2. Aiutare la fuga o l’espatrio dei compagni e dei loro familiari
  3. Salvare la comunità di attivisti che si è formata dal 2014
  4. Aiutare gli altri in modi di cui hanno bisogno e nel limite delle nostre possibilità. Siamo una rete di persone diverse che si sono unite grazie ai pericoli condivisi, le nostre visioni e intenzioni

Sembra che vi sia stata una risposta abbastanza buona, per quanto riguarda i movimenti anarchici e antifascisti di tutto il mondo, ai bisogni dei compagni ucraini che stanno fuggendo. Sei d’accordo oppure pensi che il sostegno non sia abbastanza?

Siamo d’accordo e non ci aspettavamo che il vostro sostegno sarebbe stato così enorme. È una cosa incredibile e importante per il nostro morale! Ma OpSol ha l’obiettivo di farsi conoscere non solo fra i movimenti politici e i compagni, ma anche dall’opinione pubblica. Abbiamo bisogno del suo sostegno per arrivare ai nostri obiettivi generali e per costruire prospettive politiche buone per l’immediato futuro. La guerra finirà e avremo bisogno di ricostruire il movimento.

Nelle prime settimane della guerra che cosa è riuscita a fare Operazione Solidarietà?

Abbiamo organizzato due depositi a Kiev e nell’Ucraina occidentale, oltre a una filiera logistica, pur non avendo nessuna esperienza. Abbiamo una trentina di persone solo in Ucraina (si tratta di volontari) che stanno creando le reti di comunicazione e le filiere di cui sopra. Siamo stati coinvolti in più di cinque convogli per il trasporto di attrezzature e aiuti umanitari. I nostri social hanno raggiunto più di 50.000 persone e con più di 5000 nuovi follower in circa una settimana. Non è tantissimo, però non abbiamo mai avuto risultati simili, né la capacità di crescere a questi ritmi, ovviamente.

E sì, ovviamente Facebook/Meta fa schifo. È l’incubo numero uno dei social network.

Potresti raccontare qualcosa in più riguardo gli anarchici e gli antifascisti coinvolti nella lotta armata contro l’invasione di Putin? Sappiamo che ci sono i comitati di resistenza (CR); potresti darci qualche dettaglio in più? Ci sono compagni che combattono in altri luoghi a parte Kiev?

Puoi leggere su cosa siano e come funzionino i CR e il contesto in cui sono nati (appena prima dell’escalation) in questo articolo .

C’erano persone che hanno deciso di armarsi per proteggere se stesse, i loro amici e le loro famiglie, ma anche semplicemente il nostro stile di vita. Alcuni compagni provenienti dall’estero erano sorpresi, persino arrabbiati, del fatto che in Ucraina avessimo costruito una resistenza, che ci siamo armati e abbiamo combattuto. Non siamo affascinati dallo stato ucraino (è neoliberale, più che nazista o fortemente autoritario) — ha tanti problemi, come un sistema oligachico, la corruzione, la distruzione costante della rete di protezione sociale, la violenza della polizia e i nazisti, ecc. Ma allo stesso tempo, da un lato l’Ucraina è un posto dove c’è relativamente poco — pur se in costante aumento — controllo dalla parte dello stato, e dall’altro è anche terreno florido per i movimenti progressisti che stanno crescendo molto.

Quindi resistiamo perché è una questione di come vivremo il nostro futuro (fisico e politico). Se vince la Russia, tutte le conquiste progressiste che abbiamo ottenuto con le lotte verranno stuprate, calpestate e annientate. Guarda cosa fa Putin al suo popolo e ai nostri compagni, come nel Caso «Network» [il Caso «Network» è stata un’indagine dello stato russo contro anarchici e antifascisti su un loro presunto coinvolgimento in un gruppo terrorista che non è mai esistito: il cosiddetto «Network». Sette ragazzi, tutti giovanissimi, sono stati imprigionati con delle condanne comprese tra 6 e 18 anni, ottenute grazie alle torture utilizzate durante gli interrogatori – n.d.t.]. Vediamo somiglianze abbastanza interessanti e tristi con la guerra civile ucraina di più di un secolo fa. Con la storia di Nestor Makhno e la sua lotta, con le sue forti convinzioni politiche ed etiche — i compagni hanno deciso di rimanere e lottare contro l’occupazione, chiamandosi quindi CR. Ci sono tante persone che vengono dalla Bielorussia e dalla Russia, vogliono anche loro deporre i dittatori, per migliorare — se non creare — un sistema sociale e le loro stesse vite. E sì, ci sono dei compagni che combattono in diverse città dell’Ucraina e anche loro fanno parte dei CR.

Che cosa diresti a quelli, particolarmente la sinistra occidentale, che vi criticano per esservi fatti coinvolgere contro l’invasione di Putin, che vi chiamano «anarco-Nato, ecc.»?

Venite a trovarci qui in Ucraina! Venite a Charkiv, Mariupol’. O Kiev. Guardate con i vostri occhi e guardate un po’ com’è la situazione. Non puoi stare a casa a non fare niente quando cadono le bombe sulle tue strade e sulle persone che conosci – perché così non potrai fare altro che morire e perdere tutto. Non si può stare seduti e mandare messaggi su Twitter adesso, specialmente se hai progetti o una qualche idea politica, perché è una guerra che coinvolge un popolo intero e mentre tu stai seduto altri, persone normali come i tuoi vicini, sono sulle strade a combattere. Stanno costruendo le barricate, si stanno armando, studiano e resistono. Non si può stare seduti e vivere come se nulla fosse perché perderai tutto il tuo vissuto, la tua famiglia, i tuoi amici, i compagni, tutto ciò che di bello o brutto ti è successo nella vita. Alla fine, perderai la tua vita. Non vogliamo morire, non vogliamo fuggire, non vogliamo obbedire, non abbiamo questo privilegio. Siamo incazzati e vogliamo la nostra libertà!

E voglio dire che, se noi perdiamo, i paesi europei saranno i prossimi. State attenti alla politica e agli attivisti pro-Russia nei vostri paesi (particolarmente i «rossi»).

La propaganda del Cremlino parla molto del Battaglione Azov, di come tutta l’Ucraina sia nazista, ecc. Allo stesso tempo, voi siete proprio le persone che siete state coinvolte direttamente nella lotta contro l’estrema destra in Ucraina. Quant’è grande e cos’è l’influenza dell’estrema destra e dei gruppi neonazisti in Ucraina?

Io posso parlare solo del contesto appena prima della guerra di Putin – questa realtà nuova ha bisogno di un’analisi più profonda per dire qualcosa di obiettivo. L’influenza dell’estrema destra sulla gioventù ucraina ha raggiunto l’apice fra il 2014 e il 2016, ma dal 2017 – più o meno – il loro movimento è stato cooptato dai servizi segreti ucraini e dalla polizia. I gruppi più ribelli (radicali e contro il governo) sono stati distrutti. I loro leader e aderenti sono stati obbligati a collaborare, espulsi in altri paesi oppure costretti a tornare alla vita civile, incarcerati oppure persino assassinati (a volte per mano dei loro camerati).

Nel 2022 non avevano sostegno di massa, la maggioranza delle persone non condividevano i loro ideali ed erano, anzi, loro ostili a causa della retorica nazista e per le loro azioni (attacchi contro i giovani delle sottoculture, ecc). Le persone più anziane che condividevano tale ideologia sono rimaste deluse perché nel 2015-2016 i neonazisti avevano l’opportunità di fare una «rivoluzione nazionale». Ma alla fine si sono rivelati politicamente impotenti. Per riassumere, sì, avevamo una forte presenza nazista ed era un problema serio. Ma dopo il 2017 hanno iniziato a perdere potere e consenso. Appena prima della guerra avevano ancora tanti giovani nelle loro organizzazioni, ma persone nuove e politicamente deboli, i loro ideali vaghi e incerti, individui dalle personalità assolutamente ridicole.

Adesso, almeno per quello che vedo io, la situazione è radicalmente diversa dal 2014. È una narrazione popolare e patriottica che domina, più che la loro forma di nazionalismo. Ma ogni giorno in più di guerra può far crescere la loro popolarità.

Sembra che, guardando dal di fuori, almeno, la preparazione del movimento anti-autoritario ucraina per gestire la situazione sia migliorato rispetto a com’era nel 2014 durante le proteste di Maidan e subito dopo. Cosa ne pensi?

È vero ed è completamente merito dell’organizzazione degli anarchici e dei socialisti libertari.

Auto-organizzazione, autodisciplina, l’approfondimento della teoria, riflessioni e analisi, un approccio orientato agli obiettivi, pianificazione, responsabilità, una vita sobria, cooperazione e una determinazione a raggiungere un’utopia ha permesso di raggiungere tali risultati. Siamo ancora lontani dalla nostra società ideale, ma anche questi risultati ci spingono ad essere ottimisti: i nostri sogni sono realizzabili! E, personalmente, lo posso vedere ogni giorno tenendo presente quello che fa OpSol.

Pensi che la guerra rafforzerà l’estrema destra nel tuo paese? Sembra che l’invasione di Putin sia un regalo, un’opportunità affinché possano prendere punti come «difensori della patria», guadagnare esperienza ed equipaggiamento?

Assolutamente sì! L’abbiamo visto nel 2014, quando è diventato molto pericoloso definirsi un antifascista in Ucraina. Questo perché c’è stato un miscuglio delle narrative. Putin chiama le sue azioni «denazificazione» e «antifascismo» – questa è assolutamente una stronzata. Gli antifascisti non bombardano bambini e anziani, non lanciano ai civili le bombe termobariche, non usano fosforo, non lasciano o bruciano apposta i corpi dei soldati per evitare di pagare soldi alle loro famiglie, non usano il loro popolo come carne da cannone. Non distruggono le città lasciando terra bruciata. No, questo lo fanno i fascisti.

Com’è la situazione adesso a Kiev? State aspettando un assalto russo contro la città a breve? Com’è l’umore della popolazione?

Una settimana fa sembrava la scena di un film post-apocalittico. Aspettavamo di essere circondati, un assedio e l’utilizzo delle armi chimiche. Però adesso la vita sta ritornando normale, aprono persino bar e ristoranti. L’esercito ucraino ha contrattaccato con successo e ha respinto gli invasori di Putin a 30-70 chilometri da Kiev. Però la situazione è ancora molto tesa.

Siamo bombardati ogni notte, le persone muoiono, i palazzi cadono. Giusto ieri gli occupanti hanno distrutto un centro commerciale e ucciso almeno otto persone. Abbiamo sentito da casa nostra il rumore e l’onda d’urto. C’è anche il coprifuoco, spesso inaspettato poiché ci sono i sabotatori, i quali rendono più difficile il nostro lavoro e rubano tempo prezioso.

Tutti sono sicuri che resisteremo e vinceremo. A qualunque costo.

Come si può sostenere la vostra lotta dall’estero?

Rovesciate i vostri governi inutili e inadatti per creare una società senza le guerra, la miseria, la violenza e le bugie!

In tutta onestà, abbiamo bisogno di finanze. Sarebbe d’aiuto comprare i caschi IIIA NIJ, le piastre IIIA NIJ/4, i giubbotti antiproiettile, i kit di pronto soccorso individuali, i veicoli. Per i nostri compagni abbiamo bisogno di rifugi e lavoro, per guadagnare i soldi e per sostenere i partecipanti alla resistenza. Sarebbe bello se qualche compagno potesse organizzare cooperative con lo scopo di aiutarci e anche praticare attivamente l’autogestione. Prenderemmo molti piccioni con una fava!

Per i nostri compagni abbiamo bisogno anche di spazi dove tenere le riunioni. Alcuni amici non riescono ad attraversare il confine, ma sarebbe meglio per loro se potessero uscire dal paese. E forse per ora non posso aggiungere molto.

Grazie mille per l’intervista. Vorresti dire un’ultima cosa?

Tenetevi dentro la fiamma, organizzate, restate uniti, spalleggiatevi l’un l’altro, assumete la responsabilità delle vostre vite, cooperate, offrite solidarietà, non abbiate paura di niente o nessuno. Organizzatevi e resistete per costruire un mondo migliore.

Vi mandiamo un grande abbraccio, vi ringraziamo per tutto che fate e avete fatto per noi. Con la vostra solidarietà vinceremo!

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