Testo del volantino distribuito a Catania il 6 Novembre
Tendiamo a considerare la pandemia di Covid19 alla stregua di una catastrofe naturale, ma cosa è naturale nel mondo del capitale?
Il contesto della globalizzazione, l’addomesticamento dell’ambiente, il sovraffollamento delle città incrociato con la conquista delle periferie crea il terreno ideale in cui una epidemia può crescere e prosperare; queste condizioni non sono dettate da reali necessità, sono bensì espressione di un sistema che mette profitto e sfruttamento al di sopra del benessere umano.
Le chiusure e i lockdown non sono altro che toppe per ricucire i buchi di una società che non ha altro obiettivo che il guadagno. Ed è seguendo questo canovaccio che la prevenzione, che poteva arginare e contenere la diffusione del virus, è stata immancabilmente elusa preferendo una sanità privatizzata e aziendalizzata in un regime concorrenziale, privandola persino dei mezzi materiali per assistere la popolazione.
Lo stesso copione non prevede alcun contrasto efficace al propagarsi del virus dato che la produzione ed i suoi eventuali spostamenti di massa proseguono indisturbati, essendo questi ritenuti fondamentali per il perfetto funzionamento dell’esistente.
Le persone migranti, chi passeggia, poi coloro che nel periodo estivo hanno sfruttato le libertà concesse dallo Stato stesso e infine i giovani che non si rassegnano ad una vita esclusivamente costituita da lavoro e consumo, sono nemici creati all’occorrenza dai governi per sollevarsi dalle proprie responsabilità.
D’altronde mai come adesso il singolo individuo è portato a rinunciare quasi del tutto alla propria autonomia, affidando allo Stato il compito di gestire, curare e regolare ogni aspetto della sua esistenza.
Non ci troviamo di fronte ad una nuova “dittatura sanitaria” ma alla semplice espressione di un autoritarismo pre-esistente che, emergenza dopo emergenza, tende a sottrarre libertà per concentrare potere e ricchezza.
Non torneremo alla normalità perchè la normalità era il problema!
I veri nemici delle popolazioni hanno nomi e cognomi: sono aziende quotate in borsa e i loro marchi sono in bella mostra su cartelloni e vetrine.
Azioni dirette, boicottaggi, scioperi selvaggi tanto quanto l’astensione dalla partecipazione istituzionale e le pratiche autogestionarie sono gli unici mezzi che hanno le persone sfruttate per sopravvivere a questa, come alle inevitabili prossime emergenze.
Alcuni anarchici e anarchiche catanesi