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Il sangue di San Gennaro

Il sangue di San Gennaro

Il cardinale Crescenzio Sepe durante la celebrazione in occasione della festa di San Gennaro a Napoli, 19 settembre 2015. ANSA / CIRO FUSCO

La mattina del 16 dicembre, migliaia di persone riempiono il Duomo di Napoli e Piazza del Duomo, per assistere alla liquefazione del sangue di San Gennaro, in una solenne cerimonia religiosa. Il cardinale in persona rimuove le fiale di sangue dalla cappella in cui sono conservate le reliquie del santo e le porta in processione, con il busto di San Gennaro, per l’altare maggiore della cattedrale, con le stesse modalità da molti secoli. La liquefazione del sangue, secondo tradizione, è di buon auspicio per la città e per il suo popolo, mentre disgrazie e catastrofi ci si devono aspettare in mancanza del miracolo.

La prima domanda che si prospetta è: come è potuto entrare nella liturgia cattolica un rituale con una connotazione cosi pagana, un cerimoniale così attiguo all’antico dionisismo, e alle convulsioni dei fedeli di Dioniso che, nell’antica Neapolis, si chiamava Ebone, dio il cui tiaso aveva moltissimi seguaci. Un rituale, se non altro, molto vicino alla magia che, contrariamente alla religione, chiede un intervento tangibile della deità sulle vicissitudini umane. E poi, se si ripensa ai tribunali dell’inquisizione e al pensiero teologico-clericale, così rigido da mettere al rogo Giordano Bruno per molto meno, o condannare alla tortura tutti coloro che dissentivano dall’esegesi dei testi sacri in vigore, non si trovano altre risposte se non quella che una superstizione così radicata nel popolo napoletano non poteva essere convertita senza una dura reazione popolare e che tale reazione faceva paura ai vari re e vicerè che regnavano nel nome di Dio e che si sono succeduti. Infatti, il re Ferdinando, quando il sangue si sciolse nonostante la rivoluzione giacobina, decretò che il patrono di Napoli non dovesse essere più San Gennaro bensì Sant’Antonio.

Si potrebbe azzardare l’ipotesi che il rito sia stato un ammortizzatore antropologico nell’eterno conflitto tra sudditi e regnanti. Ma, quando si osserva che nei fatti lo scioglimento del sangue è l’unica attività miracolistica del santo, visto che non ha mai fermato quella speculazione edilizia che ha devastato il paesaggio, né la camorra che ha avvelenato per anni i territori, e neanche i vari politici che con le loro collusioni hanno portato questa magnifica città ai massimi livelli di miseria e criminalità, si può pensare che quell’ammortizzatore agisca e regni ancora oggi.

di F. Cel8


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