IL MOVIMENTO NO MUOS È VIVO E LOTTA ANCORA!  Militarizzazione, nocività, devastazione ambientale

È stata una bella scommessa quella del primo campeggio di lotta invernale al presidio permanente NoMuos, un movimento che tra il 2008 e il 2014 è stato capace di mobilitare grandi masse, da studenti a pensionati, da mamme a militanti di lunga data. Le continue e storiche repressioni, le giovani generazioni che emigrano dalla Sicilia al nord Italia o all’estero, veterani attivisti/e stanchi/e o sotto processo, l’appiattimento di ideali, e il crescente disinteresse verso la politica creano una società dove è sempre più difficile mettere insieme tante persone che credano fermamente in un’ideale e che lo portino avanti con azioni reali e proposte concrete. Possiamo però con felicità dire che le antenne e i loro soldatini americani e italiani hanno tremato anche questa volta sotto le grida, le attività, la musica, la generosità, gli scambi di idee, la sorellanza e la fratellanza che hanno animato e riscaldato il campeggio, tra il 29 dicembre e il 3 gennaio in contrada Ulmo a Niscemi in provincia di Caltanissetta.

Questo evento ha visto oltre 200 anime resistenti di età eterogenea, con importanti presenze giovanili venute al presidio anche per la prima volta fin dal nord Italia. Le giornate del campeggio erano organizzate con una molteplicità di laboratori partecipati che hanno affrontato diversi temi nazionali e internazionali, dall’ambientalismo all’antimilitarismo, dalla gestione dell’acqua (enorme piaga nel territorio siciliano), alla questione della salute legata alle radiazioni del Muos e alla raffineria di Gela. Non sono mancati tavoli di discussione sulle questioni di emigrazione, immigrazione, caporalato e sfruttamento.

Il 1° gennaio è stato il momento della “Passiata rraggiata” (arrabbiata), che si è trasformata in un corteo determinato che ha completato per la prima volta il giro della base americana protetta da reti alte 4 metri, muri di filo spinato, blindati e mezzi aerei. Dal presidio si è andati a visitare con gioia il terreno di un compagno appena liberato da continue presenze militari, si è passati poi accanto al pozzo privatizzato dall’esercito statunitense e a Villa Masaracchio, simbolo della devastazione della sughereta e della connivenza tra Stato italiano, forze mafiose ed esercito statunitense. Ma del resto l’intera base Muos, come quella di Sigonella (a Catania), non sono altro che il risultato osceno di questo connubio disgustoso cominciato negli anni ’70 e anche prima. Il corteo si è poi avvicinato alle parabole, sorvegliate dai soldatini italiani sotto gli ordini degli americani, completando infine il percorso e riaffermando con determinazione la volontà di liberare il territorio.

Il campeggio non è solo stato un serio momento di lotta politica, nella martoriata terra di Niscemi, ma anche un evento di festa dove vari gruppi come I Pupi di Surfaro, The Jackson Pollock e Menestrella Femminista hanno animato le serate con canti popolari e di lotta e potente musica che ha tenuto svegli fino a tardi tutti i soldatini in tenuta antisommossa attorno al campeggio.

Durante le giornate di lotta nel presidio alcun3 compagn3 hanno guardato la diretta del sindaco di Niscemi che annunciava lo stanziamento di 100.000 euro per effettuare screening sanitari al fine di valutare eventuali effetti sulla salute per l’esposizione al sistema militare Muos. Azioni politiche di distrazione di massa che arrivano decisamente tardi! Ricordiamo che l’ex presidente della Regione Rosario Crocetta aveva chiesto e ottenuto a suo tempo dal ministro della Difesa Mauro (governo Letta) l’impegno a monitorare attraverso apposite centraline il livello di emissioni, pena una nuova revoca dell’autorizzazione. Ci sarebbero inoltre le varie ASL e ASP con dipartimenti specifici che si dovrebbero occupare proprio di salute pubblica ed epidemiologia, ma quelli pare che si siano attivati solo durante il Covid. Per non parlare della discussa e controversa relazione dell’ISS del luglio 2013 che comunque consigliava un controllo regolare dell’emissione delle onde elettromagnetiche prodotte dal Muos. Questa relazione precisava che: “La natura puramente teorica delle valutazioni impone comunque verifiche sperimentali successive alla messa in funzione delle antenne del sistema Muos”. Aggiungeva inoltre: “Il profilo di salute della popolazione del comune di Niscemi presenta un quadro critico degno di attenzione”… “Non esistono studi epidemiologici su installazioni come quelle previste a Niscemi […] Non esistono studi che abbiano fornito evidenze sufficienti per pronunciarsi in modo positivo o negativo sugli effetti sulla salute dei campi elettromagnetici”.

É doveroso rammentare che il ministero della Difesa è stato condannato, dai giudici del Tar di Palermo l’11 novembre 2022, per aver consentito la costruzione delle antenne Muos, in piena area tutelata (una riserva naturale bellissima), in quanto non ha rispettato le norme edilizie e si è costruito senza avere tutti i pareri necessari.

La stazione MUOS di telecomunicazioni di Niscemi (Caltanissetta) è attiva dal 1991. Si tratta di una delle infrastrutture militari più estese del territorio italiano: 1.660.000 metri quadri di terreni boschivi e agricoli, entrati nel settembre 1988 nella disponibilità del Demanio pubblico dello Stato – Ramo Difesa Aeronautica Militare, dopo l’acquisizione dalla Olmo S.p.A. di Catania. La Naval Radio Transmitter Facility di Niscemi assicura le comunicazioni supersegrete delle forze di superficie, sottomarine, aeree e terrestri e dei centri C4I (Command, Control, Computer, Communications and Intelligence) della Marina militare Usa. Un’infrastruttura ad uso esclusivo delle forze armate statunitensi. Le parabole del MUOS sono state completate nel 2014 e funzionano a pieno regime in maniera illegale dal 2019, contribuendo a coordinare droni, bombardamenti e comunicazioni militari globali.

Il suo completamento ha senza dubbio avuto un ampio effetto negativo sugli umori e sui sogni del movimento NoMuos, portando gradualmente a una riduzione di attivist3 al suo interno fino ad arrivare a un numero di irriducibili. Ma nonostante questo, negli anni di lotta, grazie alle azioni dirette dei NoMUOS, la base è stata più volte sabotata, interrompendone l’operatività.

Sebbene molto lontano dalle imprese NoMuos/No Sigonella che mobilitarono tra il 2008 e il 2014 fino a 15.000 persone, riuscendo ad entrare dentro la base Muos con migliaia di attivist3, attualmente il movimento vuole provare a riprendere le fila di vecchie lotte, rimboccandosi le maniche per continuare la resistenza con nuove idee e nuove energie. Il NoMuos continua a riorganizzarsi e a sfidare le mafie, gli eserciti italiani e americani e il disinteresse di molti/e che negli anni hanno protetto direttamente e indirettamente la base americana Muos, l’ennesima espropriazione di diritti e di territori siciliani dalla Seconda guerra mondiale ad oggi.

Gabriele Cammarata

immagine tratta dal sito nomuos.info

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