“Unum castigabis, centum emendabis”, evidentemente il motto caro a tutti i regimi totalitari pare essere adottato anche dall’ultimo governo di questa città, solo che, invece di uno, i disperati ricoverati d’urgenza per una polmonite e in stato di grave raffreddamento questa notte di gelo erano in due.
Con tutti i posti liberi che possono esserci, a partire dalla Locanda al Sole, il Comune di Pordenone con il beneplacito delle altre istituzioni e in un clima di apatia bulimica post natalizia preferisce che chi non ha un posto dove dormire si annichilisca rannicchiato fra il cemento, in mezzo ai cartoni.
Stanotte si è rischiato parecchio, la prossima volta potrebbe scapparci il morto, a questo punto c’è da chiedersi se questa possibilità sia contemplata come strategia politica, come monito “non venite a Pordenone, creperete di freddo”?
Non sappiamo a quanto si può spingere la disumanità del razzismo e della xenofobia dilagante, con una ormai collaudata sinergia tra Casapound, gruppo fascista della città, e il Comune stesso, vista l’infilitrazione neppure troppo celata nella ProPordenone e nelle iniziative di “pulizia etnica” delle piazza messe in cantiere in questi mesi.
Sono ormai migliaia gli euro spesi per iniziative fallimentari con lo scopo di dare lo zuccherino al proprio fan club, gli elettori del sindaco, quelli che nei post e nei commenti dei vari gruppi da social network inneggiano ai roghi, alle forche e al peggio che l’ignoranza mischiata all’odio possa partorire.
In questi ultimi due anni, senza alcun sostegno economico dalle istituzioni ma solo grazie a l’autofinanziamento reti di cittadini, ma anche tanti singoli, si sono attivati per dare solidarietà concreta quotidiana a chi si ritrovava e si trova in queste condizioni: portando generi alimentari, abbigliamento e coperte per ripararsi, chi ha spazio ne ospita qualcuno nelle propria casa.
Ma la situazione è paradossale: gli enti preposti come prefetture e questure remano contro; cooperative e centri per lo più caritatevoli si muovono solo per bandi e dietro compenso; i comuni, prima quello del PD e ora quello di destra, non fanno neppure il minimo indispensabile per salvare delle vite.
Certo è che questa amministrazione spicca per la vergogna con cui affronta questa situazione, prima facendo dispetti e vessando questi disperati, sequestrando loro i sacchetti con gli indumenti personali, le tende per ripararsi e persino le coperte, poi costringendo a nascondersi e allontanarsi dai posti più centrali così che i propri elettori non vedano e applaudano al “decoro urbano”, come polvere sotto il tappetto.
Invitiamo ad unirsi ad una mobilitazione permanente in un a vertenza cittadina per ottenere: un posto al caldo e riparato per tutti e una condizione di accoglienza diffusa ed equa, senza HUB per ammassare e abbruttire persone né ripieghi di facciata che arricchiscano qualcuno ai danni degli stessi profughi e della collettività.
Iniziativa Libertaria-Pordenone
Stanotte si è rischiato parecchio, la prossima volta potrebbe scapparci il morto, a questo punto c’è da chiedersi se questa possibilità sia contemplata come strategia politica, come monito “non venite a Pordenone, creperete di freddo”?
Non sappiamo a quanto si può spingere la disumanità del razzismo e della xenofobia dilagante, con una ormai collaudata sinergia tra Casapound, gruppo fascista della città, e il Comune stesso, vista l’infilitrazione neppure troppo celata nella ProPordenone e nelle iniziative di “pulizia etnica” delle piazza messe in cantiere in questi mesi.
Sono ormai migliaia gli euro spesi per iniziative fallimentari con lo scopo di dare lo zuccherino al proprio fan club, gli elettori del sindaco, quelli che nei post e nei commenti dei vari gruppi da social network inneggiano ai roghi, alle forche e al peggio che l’ignoranza mischiata all’odio possa partorire.
In questi ultimi due anni, senza alcun sostegno economico dalle istituzioni ma solo grazie a l’autofinanziamento reti di cittadini, ma anche tanti singoli, si sono attivati per dare solidarietà concreta quotidiana a chi si ritrovava e si trova in queste condizioni: portando generi alimentari, abbigliamento e coperte per ripararsi, chi ha spazio ne ospita qualcuno nelle propria casa.
Ma la situazione è paradossale: gli enti preposti come prefetture e questure remano contro; cooperative e centri per lo più caritatevoli si muovono solo per bandi e dietro compenso; i comuni, prima quello del PD e ora quello di destra, non fanno neppure il minimo indispensabile per salvare delle vite.
Certo è che questa amministrazione spicca per la vergogna con cui affronta questa situazione, prima facendo dispetti e vessando questi disperati, sequestrando loro i sacchetti con gli indumenti personali, le tende per ripararsi e persino le coperte, poi costringendo a nascondersi e allontanarsi dai posti più centrali così che i propri elettori non vedano e applaudano al “decoro urbano”, come polvere sotto il tappetto.
Invitiamo ad unirsi ad una mobilitazione permanente in un a vertenza cittadina per ottenere: un posto al caldo e riparato per tutti e una condizione di accoglienza diffusa ed equa, senza HUB per ammassare e abbruttire persone né ripieghi di facciata che arricchiscano qualcuno ai danni degli stessi profughi e della collettività.
Iniziativa Libertaria-Pordenone