Fumo d’Ungheria/1

Premessa

La campagna elettorale portata avanti dal Fiatal Demokratàk Szovetsége (FIDESZ)[1] nelle elezioni europee in Ungheria ha posto come obiettivi il voler combattere l’invasione della massa di migranti che “premono dai confini d’Europa” e difendere le radici cristiane d’Europa.[2]

La vittoria alle elezioni europee in Ungheria del FIDESZ ha spinto il suo leader, nonché primo ministro dell’Ungheria, Viktor Mihály Orbán a definire ciò come importante in quanto “gli ungheresi ci hanno dato il compito di fermare l’immigrazione in tutta Europa” e di “proteggere la cultura cristiana in Europa”.[3]

Questa vittoria fa il paio con quella dei partiti conservatori ed euro-scettici dei paesi aderenti al Gruppo di Visegrád (V4) come l’Akce Nespokojených Občanů (ANO)[4] in Repubblica Ceca e del Prawo i Sprawiedliwość (PiS)[5] in Polonia; nella Slovacchia vi è stata la vittoria di un partito pro-europeo (Progresívne Slovensko)[6] ma anche l’avanzata di un partito neo-fascista come il Ľudová strana Naše Slovensko (LsNS)[7] – di cui Roberto Fiore, leader di Forza Nuova, si è ritenuto soddisfatto.[8]

Alla luce di questa situazione, Orbán ed i suoi alleati del Gruppo di Visegrád mettono in difficoltà i partiti europeisti, specie da un punto di vista economico e sociale.

L’aspetto economico

L’Ungheria, a livello geografico, si trova in una posizione strategica per la logistica in quanto attraversata da tre “futuri” corridoi pan-europei (Corridoio Mediterraneo, Corridoio Orientale/Mediterraneo Orientale e Corridoio Reno-Danubio) e gode di consistenti contributi UE  (21,9 miliardi di euro).

Per attrarre investitori stranieri il governo abbassa l’aliquota sui redditi societari al 9%, facendo diventare l’Ungheria un importante centro di smistamento di merci ed un ponte tra Oriente  e Occidente.

La strategia industriale nota come “Irinyi Plan” (inaugurata dal governo nel 2016) ha come obiettivo l’aumento della produzione industriale portandola dall’attuale 23,5% al 30% entro il 2020 (con una crescita annua del 7%).[9] I settori coinvolti (industria della difesa, autoveicoli, macchinari specializzati, industria della salute farmaceutica, strumenti ospedalieri, erbe medicinali, turismo, produzione alimentare, green economy e tecnologie dell’informazione e della comunicazione) serviranno a generare una crescita economica basata su innovazione, competitività, rafforzamento delle esportazioni e creazione di posti di lavoro.[10] Il tentativo è quello di uscire dalla dipendenza dell’industria automobilistica e creare manodopera specializzata in altri settori.[11]

Stando ai dati del Központi Statisztikai Hivatal, nel primo quadrimestre del 2019 il PIL ungherese è cresciuto del 5,3% grazie ai settori delle costruzioni, della manifattura e delle attività finanziarie e assicurative. Con una crescita annuale costante, il governo ha erogato sovvenzioni a fondo perduto attraverso la Legge LXXXI “Imposta sulle Società ed Imposta sui Dividendi” (1996).[12] All’interno di questa legge vi è il sistema di contribuzione TAO dove le aziende possono supportare finanziariamente le società sportive, le organizzazioni artistiche e le produzioni cinematografiche. Il problema di questo “supporto” sono i possibili finanziamenti indiretti ai partiti da parte di quelle aziende che “sponsorizzano” le società sportive legate ai politici.[13]

L’apertura tra Oriente e Occidente – nota come “Apertura Orientale” (in ungherese “Keleti Nyitás”) – partita fin dal 2010 è parte della strategia governativa nell’attrarre aziende cinesi, giapponesi e coreane.[14] Pur sbandierando il suo occidentalismo,[15] Orbán apprezza e vorrebbe imitare i modelli politico-economici autoritari cinesi come contrasto al liberalismo europeo e, soprattutto, potenziare una sponda diversa da quella mediterranea: l’esempio più eclatante è l’apertura di Orbán alle Belt Road Initiative (BRI),[16] dichiarando come  “il vecchio modello di globalizzazione sia finito; l’Oriente ha raggiunto l’Occidente ed una gran parte del mondo ne ha abbastanza di essere istruita, per esempio, sui diritti umani e sull’economia di mercato da parte delle nazioni sviluppate”.

Come riportato dal The Observatory of Economic Complexity, gli scambi commerciali tra Cina e Ungheria sono basati sul mercato automobilistico ed informatico, raggiungendo cifre superiori al miliardo di dollari sia nell’import che nell’export.[17] Gli stretti rapporti economici tra i due paesi avviene grazie alla presenza di aziende cinesi nel paese (Huawei, ZTE, Lenovo, Orient Solar, Sevenstar Electronics Co., BYD Electronics, Xanga, Canyi e Comlink), oltre all’acquisizione della società chimica ungherese Borsodchem da parte del colosso cinese Wanhua per 1,6 miliardi di euro e l’ammodernamento da parte della China Railway Group della ferrovia Belgrado-Budapest per 1,5 miliardi di euro.[18] Anche se l’Ungheria non ha un ruolo principale sulle BRI, il governo di Pechino si è complimentato per i veti posti dal governo di Orbán all’UE [19]. Le intenzioni del governo ungherese sono quelle di mantenere stretti i contatti politici ed economici con la Cina qualora le relazioni con i membri dell’Unione Europea diventassero tesi.

Chi ci rimette in tutto questo sono i/le lavoratori/lavoratrici che, percependo uno stipendio misero,[20] vedono un aumento dell’orario di lavoro per via del cambiamento del Codice sul Lavoro riguardante gli straordinari – rinominato “Rabszolga-törvény”.[21] Ecco cosa c’è sotto il fumo sovranista ungherese tanto osannato e sbandierato dai gruppi neofascisti italiani come CasaPound e Forza Nuova. Il gioco delle borghesie locali e straniero è quello di mantenere i privilegi inalterati attraverso investimenti e sfruttamento lavorativo.

La Hyena

NOTE

[1] Trad. in italiano: “Lega dei Giovani Democratici”

[2] Parte di questo discorso è stato fatto da Viktor Orbán all’evento di lancio per il FIDESZ-KDNP del 5 Aprile 2019.  https://visegradpost.com/en/2019/04/07/viktor-orban-introduces-his-programme-for-the-eu-elections-full-speech/

[3] “Hungary’s Fidesz wins 52% of vote; Orban vows to halt immigration”, Reuters del 26 Maggio 2019.

[4] Trad. in italiano: “Azione dei Cittadini Insoddisfatti”

[5] Trad. in italiano: “Diritto e Giustizia”

[6] Trad. in italiano: “Slovacchia Progressista”

[7] Trad. in italiano: “Partito Popolare Slovacchia Nostra”

[8] “Alliance for Peace and Freedom guadagna i suoi primi deputati europei. In #Slovacchia, dove si è votato ieri, i primi risultati danno il Partito Popolare Slovacchia Nostra (LSNS) di Marian Kotleba sopra il 12%, aveva il 2% nel 2014, ciò vorrebbe dire che almeno 3/4 seggi sono già assicurati per il partito paneuropeo APF di cui Roberto Fiore è presidente e di cui i patrioti slovacchi sono una componente importante.”, pagina facebook di Forza Nuova del 26 Maggio.

[9] http://www.kormany.hu/en/ministry-for-national-economy/news/minister-varga-unveils-irinyi-plan-a-major-re-industrialization-blueprint

[10]“Irinyi PlanThe Directions of Innovative Industrial Development in Hungary”. https://www.kormany.hu/download/b/fb/31000/IRINYI%20Plan.pdf

[11] Stando ai dati del Központi Statisztikai Hivatal (trad. in italiano “Ufficio Centrale di Statistica”) il settore automobilistico rappresenta il 30% della produzione industriale – di cui il 90% viene esportato – e con un valore che si aggira intorno ai 26 miliardi di euro (dati del 2017 https://hipa.hu/images/publications/hipa-automotive-industry-in-hungary_2018_09_20.pdf)

[12] https://net.jogtar.hu/jogszabaly?docid=99600081.TV&celpara=&dbnum=1

[13]  Transparency International Hungary ha pubblicato un rapporto che mette in luce i gravi rischi di corruzione attraverso il sistema di contribuzione TAO. https://www.transparency.org/files/content/feature/1.12_OpeningTheDoor_LigetiMucsi_GCRSport.pdf Nel 2017 uscirono degli articoli su dove andassero a finire questi soldi e, soprattutto, sul tentativo del governo di “nascondere” il tutto. https://mfor.hu/cikkek/vallalatok/Megmutatjuk__kik_kaszaltak_a_legtobbet_a_TAO_tamogatasokon_.html?utm_source=mforfooldal&utm_medium=direct

https://index.hu/gazdasag/2017/09/05/adotitok_torveny_eloterjesztes_tao/

[14] “Orbán: “még nagyon sok gonddal is szembe kell néznünk””, hvg.hu del 25 Maggio 2011. Link: https://hvg.hu/itthon/20110525_orban_keleti_nyitas_oecd

[15] “Orbán: Keleti szél fúj”, index.hu del 5 Novembre 2010.  https://index.hu/belfold/2010/11/05/orban_keleti_szel_fuj/

[16] “Orbán: One belt, one road initiative in line with Hungary’s interests”, Daily News Hungary del 25 Aprile 2019. https://dailynewshungary.com/orban-one-belt-one-road-initiative-in-line-with-hungarys-interests/

[17] https://atlas.media.mit.edu/en/visualize/tree_map/hs92/import/hun/chn/show/2017/

[18] La tratta ferroviaria Budapest-Belgrado è all’interno della “Ferrovia Budapest-Belgrado-Skopje-Atene”. La costruzione di questa rete ferroviaria – finanziata dai governi cinesi e dai paesi europei centrali – rientra nel grande progetto delle Belt and Road Initiative. Ciò ha portato l’UE a mostrare seria preoccupazione poiché il progetto ferroviario coinvolge due paesi membri (Grecia ed Ungheria) e due paesi candidati ad entrare (Macedonia del Nord e Serbia), compromettendo i corridoi “Mediterraneo” e “Orientale/Orientale Mediterraneo” della Trans-European Networks-Transport (Reti di Trasporto Trans-Europee). Nonostante questo la Cina ha rassicurato l’UE di voler stabilizzare le relazioni. https://www.beltandroad.news/2019/04/12/greece-set-to-join-china-led-161-group-with-central-eastern-european-nations/

[19] Due sono gli episodi a cui ci riferiamo: 1. il blocco ad una risoluzione dell’Unione Europea contro le operazioni militari cinesi nel Mar Cinese meridionale https://www.reuters.com/article/us-southchinasea-ruling-eu/eus-statement-on-south-china-sea-reflects-divisions-idUSKCN0ZV1TS 2. aver impedito all’Unione Europea di aggiungere l’Ungheria in una lettera contro le torture verso i/le detenuti/e cinesi. Per Orbán “i leader europei non possono dare lezioni di diritti umani alla Cina”. https://www.washingtonpost.com/news/worldviews/wp/2017/06/19/europe-divided-china-gratified-as-greece-blocks-e-u-statement-over-human-rights/?noredirect=on&utm_term=.53231041fbc8

[20] In Ungheria il salario minimo è di 464 euro (dati Eurostat http://appsso.eurostat.ec.europa.eu/nui/show.do?dataset=earn_mw_cur&lang=en ) mentre quello medio si aggira intorno ai 608 euro (dati Forextradingitalia  https://www.forextradingitalia.it/costo-della-vita/ungheria.html) Per approfondire maggiormente la questione sui salari, si può consultare il sito di Fizetesek.hu dove vengono conteggiati gli stipendi mensili medi lordi: https://www.fizetesek.hu/fizetesek

[21] Trad. in italiano: “Legge degli schiavi”. Il cambiamento in questione porta all’aumento di 400 ore di straordinario l’anno: https://ado.hu/munkaugyek/megszavazta-a-parlament-a-tuloratorvenyt/

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