Francia. Vedi che lavoro?

I tecnocrati della “nazione start-up”, adoratori del mercato globalizzato e concorrenziale, dotati dell’empatia di un blocco di cemento, ci promettono la galera dell’economia.

Senti il rumore delle catene che, in un ritmo morbido, macinano tutta la tua vita di lavoratore, vedi ancora i fasci luminosi degli schemi che ti rovinano gli occhi, senti il peso dei pallet che devi scaricare, misuri il ritmo delle pedalate, o delle tue confezioni di imballaggio, pensi ai fine settimana passati a correggere delle copie spesso terribili, o ai farmaci che ingoi?

Lo Stato vuole fissare la conclusione di tutto questo per legge a 64 anni, per avere la pensione massima, dovrai aver lavorato 43 anni senza incidenti di percorso come licenziamenti, disoccupazione, malattia, part time, gravidanza.

Altrimenti la scelta sarà tra la pensione minima o lavorare da schiavi ancora più a lungo. Vale a dire che la tua pensione massima la raggiungerai quando sarai già nella tomba, o quando ci sarai già dentro con un piede.

NON PERDIAMO LA NOSTRA VITA NEL GUADAGNARCELA!

Macron (presidente della repubblica ndr), Borne (primo ministro ndr), Dussopt (ministro degli affari sociali e della sanità ndr), il padronato, tutti questi impostori vogliono che noi lavoriamo fino a conseguire la morte. Saranno esentati i ricchi che avranno capitalizzato il loro reddito! Per costoro la riduzione della pensione non dovrà essere troppo pesante! Lo Stato è proprio l’espressione di una classe al potere, quella dei capitalisti e dei grandi speculatori della borsa.

Il governo annuncia un deficit di 12 miliardi per le casse di pensione nel 2027… un’inezia a confronto dei 150 miliardi di esonero sui contributi accordati alle imprese, contributi che sono, non dimentichiamolo mai, il nostro salario differito.

I soldi? Ci sono! Pensiamo al “costi quello che costi” dell’epidemia, ai superprofitti delle grandi imprese, petrolifere o dei mercanti di armi, alle somme colossali che lo Stato intende impiegare per rilanciare l’energia nucleare (e i rifiuti radioattivi che l’accompagnano)…

La risposta deve essere proporzionata alla gravità degli attacchi. Bisogna attendere il risultato delle prossime elezioni? Le belle promesse mai mantenute non impegnano che coloro che le ascoltano. Bisogna sfilare saggiamente ad ogni giornata d’azione sotto lo sguardo insolente del governo, dei padroni e dei loro compari editorialisti? Bisogna contare sulle burocrazie sindacali che hanno fatto marcia indietro sullo statuto dei ferrovieri e che difendono il proprio strapuntino nella piramide del potere?

Noi scegliamo di lottare non per attenuare la servitù del lavoro, ma per rompere con la sua forma salariale facendo sparire la logica del profitto e dei rapporti di mercato.

La società che noi dobbiamo creare insieme deve garantire la redistribuzione egalitaria delle ricchezze prodotte, assicurare la soddisfazione dei bisogni materiali e intellettuali, instaurare forme di solidarietà lungo tutto il corso delle nostre vite, promuovere i servizi pubblici… Tutto il contrario dei piani di rigore, di austerità, di aggiustamento strutturale imposti dai differenti governi di destra come di sinistra.

Noi non abbiamo molti mezzi per vincere: lo sciopero generale, con l’occupazione dei luoghi di lavoro (officina, ufficio, magazzino, negozio…), dei luoghi simbolici (piazze pubbliche, rotonde…) e dei luoghi di potere (le sedi dei comuni), per stabilire le comuni libertarie, autogestionarie e federate. Reso difficile dai processi degli ultimi anni (lavoro da casa, precarietà, disciplinamento, alienazione socio culturale…), questo movimento deve basarsi su una ripresa in mano della produzione e del consumo (cooperative, gruppi d’acquisto solidale, …), sulla restaurazione della cooperazione su piccola scala integrata in un tessuto più largo!

Groupe Nestor-Makhno (région stéphanoise) de la Fédération Anarchiste

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