Le crescenti tensioni in Europa orientale, nel quadro della guerra in Ucraina in corso da oltre tre anni e mezzo, ci pongono di fronte ad un rischio concreto di estensione del conflitto ai paesi vicini, o quantomeno di ulteriore militarizzazione dei confini con un maggiore coinvolgimento internazionale.
L’invocazione dell’articolo 4 del trattato NATO da parte di Polonia ed Estonia, in seguito allo sconfinamento di velivoli della Federazione Russa nello spazio aereo di questi stati, ha già portato ad un maggiore coinvolgimento dei paesi UE nella guerra in Europa orientale, con l’attivazione della operazione NATO “Eastern Sentry”, che segue di pochi mesi la “Baltic Sentry” avviata dalla NATO ad inizio anno.
L’Italia ha già schierato da anni le proprie truppe dal Baltico al Mar Nero, per un totale di 3503 soldati, 1155 mezzi terrestri, 3 unità navali, 23 velivoli. Qualsiasi impegno del governo italiano in questa nuova operazione, sarà quindi un ulteriore intervento militare in un contesto in cui le forze armate italiane sono già pienamente coinvolte. La lotta contro le missioni militari all’estero assume quindi un’importanza centrale nella prospettiva di opporsi all’interventismo italiano in questa guerra.
Una lotta ancora più importante considerando che il governo da questo anno ha di fatto carta bianca per l’invio in missione di una “Forza ad alta e altissima prontezza operativa”.
È più che mai urgente intensificare l’iniziativa antimilitarista sia sul piano della lotta contro la politica guerrafondaia sostenuta dal governo e dai principali partiti di opposizione, sia sul piano delle campagne contro il riarmo.
Federazione Anarchica Italiana
Convegno di Empoli, 20-21 settembre 2025