Imola, 12 dicembre 2018, nello stesso giorno in cui viene ufficializzata la notizia della nomina di Andrea Longhi (dirigente regionale del SAP, sindacato di polizia noto per le sue posizioni di destra) ad Assessore alla Legalità e Sicurezza e all’Ambiente , uno striscione firmato Casapound compare in via Cenni accompagnato da uno scarno comunicato. Striscione e comunicato denunciano una presunta situazione di “degrado” caratterizzata da piccolo spaccio e “condizioni igieniche pietose”.
Tempismo perfetto quello dei neofascisti di Casapound. Si scagliano contro quella che a loro dire è una situazione di microcriminalità dilagante, proprio nel giorno in cui dalle pagine del Resto del Carlino Longhi afferma che uno dei maggiori problemi del territorio imolese è rappresentato dalla microcriminalità. Salvo poi contraddirsi subito dopo dicendo che ad Imola si sequestrano “grossi quantitativi di droga” e che la città è diventata un “luogo di transito”, fenomeni palesemente scollegati dalla microcriminalità e che vedono invece coinvolte le grandi organizzazioni criminali.
Che dire poi del fatto che lo striscione recitante “basta degrado in via Cenni” sia stato incollato sopra una parete dipinta con un murales per bambini? La contraddizione è evidente, hanno rovinato un’opera d’arte con uno striscione brutto, incolore e degradante. Infatti, sono Casapound e le altre organizzazioni (e partiti politici) sue consimili ad esportare il degrado, il degrado morale ed ideologico delle loro idee razziste, sessiste ed autoritarie.
Riguardo al presunto “abbandono” della zona denunciato dal comunicato è facile controbattere. Nel 2016 nell’area di via Cenni si è svolto il festival RestART e numerosi palazzi sono stati abbelliti da murales eseguiti da artisti professionisti e, attualmente, il parco compreso tra via Bucci e via Cenni è oggetto di un totale rifacimento che coinvolge anche il locale centro sociale (centro sociale A. Giovannini), gestito da volontari ed attivo nel promuovere iniziative per giovani, anziani e bambini. È chiaro che i neofascisti non conoscono la zona, che probabilmente non sono nemmeno di Imola ma sono scesi da Bologna ad imbrattare la nostra città.
Non si può negare il fatto che la zona rimanga una delle più problematiche in città. Che presenti le caratteristiche tipiche di un quartiere composto prevalentemente da edifici di edilizia popolare a lungo trascurati, su cui pesano scelte politiche in ambito sociale ed abitativo sbagliate o insufficienti, quando non addirittura inesistenti. Una zona in cui persistono sacche di marginalità in ultima analisi generate dal regime capitalista di stampo neoliberista da cui siamo governati.
Ma, di sicuro non è una zona di “degrado assoluto, con spacciatori che bivaccano” e “dove stranieri si accampano costantemente”, come la descrivono quei razzisti di Casapound (in quel quartiere gli stranieri ci abitano, in case popolari spesso fatiscenti, fianco a fianco con le famiglie italiane più povere).
Il gioco è lo stesso a cui assistiamo da anni e che negli ultimi mesi si è fatto più pesante da quando Salvini e la sua Lega sono saliti al potere (tanto è chiaro che i 5 stelle hanno perso consensi e stanno andando a traino dei leghisti per tentare di recuperare). È la strategia della paura, fomentare questo sentimento nella popolazione fornendo un nemico ed un capro espiatorio nello stesso momento (lo straniero, il clandestino) e presentando al contempo anche la soluzione più cara alle destre, la repressione, come l’unica possibile (repressione che colpisca duro chiunque si ribelli, non solo i clandestini). Se di degrado si può parlare, non è altro che la conseguenza di anni di politiche sociali ed abitative che hanno privilegiato logiche economiche e di mercato a discapito dei ceti sociali più deboli e, di una “crisi migratoria” che è il frutto della globalizzazione economica, del finanzcapitalismo sfrenato, e dei cambiamenti climatici e delle guerre che si porta dietro.
Salvini ed il suo DL sicurezza non fanno altro che peggiorare la situazione creando migliaia e migliaia di nuovi clandestini che non potranno far altro che trasformarsi in manovalanza per le organizzazioni criminali essendogli preclusa ogni possibilità di guadagnarsi il pane onestamente.
In questo quadro non si può far altro che prevedere un aumento della microcriminalità, per definizione operata da piccoli delinquenti, spinti al crimine per necessità. Ha quindi buon gioco il neo-assessore Longhi nel porre come suo principale obbiettivo “contrastare il fenomeno reale della microcriminalità” come si legge sul sito del Comune di Imola. Mossa che sicuramente gli gioverà a livello politico e lascerà indisturbate le grandi organizzazioni criminali nei loro traffici di “grossi quantitativi di droga”.
Ancora una volta vogliono farci guardare il dito e non la luna.
In questo senso Casapound e l’Assessore Longhi usano la stessa strategia e le coincidenze non si fermano alla data.
Ultima curiosa coincidenza riguardo alla data; il 12 dicembre 1969 con la strage di Stato di piazza Fontana si inaugurava ufficialmente la “strategia della tensione” in Italia, vogliamo che il 12 dicembre 2018 non sia la data in cui si inaugura la strategia della paura e della repressione ad Imola.
Assemblea degli anarchici imolesi