Cronache di lotta di classe

Libano

In varie città libanesi, a partire dal 25 gennaio scorso, ci sono stati scontri tra le forze dell’ordine e gruppi di manifestanti, scesi in piazza per protestare contro la crisi economica e contro il governo. A Beirut, i cittadini si sono radunati nel centro della città, urlando slogan contro la classe politica al potere, ritenuta la principale responsabile del collasso economico e del peggioramento delle condizioni di vita. Il governo libanese, il 21 gennaio, ha annunciato l’estensione delle misure anti-Covid fino all’8 febbraio con un coprifuoco di 24 ore.

Una delle strade principali è stata bloccata per più di mezz’ora, per poi essere liberata con l’intervento delle forze di sicurezza interna. A Tripoli, nel Nord del Libano, le proteste sono continuate per tre giorni consecutivi. I manifestanti hanno colpito con pietre un edificio governativo, per protestare contro le misure di lockdown imposte e una delle peggiori crisi economiche e finanziarie sin dai tempi dalla guerra civile. Polizia e manifestanti si sono scontrati, impiegando pietre e gas lacrimogeni. Secondo la Croce Rossa ci sono state diverse vittime trasferite negli ospedali locali. Scenari simili hanno poi interessato la città meridionale di Sidone dove i cittadini si sono ribellati alle decisioni e alle politiche di un’autorità che ha portato il paese al collasso.

Francia

Riprendono la mobilitazione e le proteste contro la legge di sicurezza globale che il governo vorrebbe approvare a breve e di cui già avevamo scritto sulle pagine di questo giornale. Dal 16 al 31 Gennaio in una decina di città francesi ci sono state manifestazioni di migliaia di persone, tra queste Parigi, Nantes e Strasburgo.

Polonia

Migliaia di donne in piazza a Varsavia contro la legge sull’interruzione di gravidanza. La Corte Costituzionale (formata prevalentemente da conservatori e cattolici) già il 22 ottobre 2020 si era pronunciata vietando l’interruzione volontaria di gravidanza in caso di grave malformazione del feto, adducendo “incompatibilità” con la Costituzione e consentendo di fatto l’aborto solo in caso di stupro o incesto o quando la vita della madre è in pericolo. Le grandi manifestazioni però avevano indotto il governo a sospendere la promulgazione della legge; il 27 Gennaio però la sentenza è stata pubblicata ed è diventata effettiva.

Per tre giorni consecutivi, al momento in cui scriviamo, ci sono state massicce manifestazioni di donne, e non solo, che si sono trasformate in scontri durante l’assedio al palazzo della costituzione, ed alcune portavoci della protesta, tra le quali Klementyna Suchanow, sono state arrestate. Alcune agenzie di stampa riportano che le manifestanti sono riuscite ad entrare fin dentro i giardini del palazzo, forzando le recinzioni e che rinforzi di polizia e guardia nazionale sono affluiti da tutta la Polonia.

India

Proteste e scontri in India contro la riforma agraria del governo Modi che riduce drasticamente i sussidi statali agli agricoltori ed incentiva l’attività privata legata soprattutto alla grande distribuzione. Gli scioperi e le mobilitazioni di piccoli proprietari e soprattutto mezzadri si sono protratti per mesi.

Pesanti scontri si sono avuti in occasione della festa della repubblica indiana, il 26 gennaio, principalmente a causa della polizia che ha ucciso un manifestante con due proiettili e ferito decine di persone durante una manifestazione che era essenzialmente pacifica. L’assedio al centro di Delhi dei manifestanti è stato in ogni caso imponente e includeva la presenza di associazioni e partiti socialisti e comunisti, come riportato da alcuni organi di stampa. La mobilitazione continua ancora adesso.

Flavio Figliuolo

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