FINZI, Paolo (a cura di), Che non ci sono poteri buoni, il pensiero (anche) anarchico di Fabrizio De André, Milano, Eleuthera, 2018, 40 euro.
Fabrizio De André si è dichiarato anarchico fin dalle sue prime letture giovanili a cui si accostò con l’ascolto della creazione musicale di Brassens con i dischi che suo padre portava da Parigi.
Paolo Finzi, direttore di rivista “A – rivista anarchica”, ha conosciuto Fabrizio De André e Dori Ghezzi nel 1974, in un importante incontro che è sfociato in una vera amicizia, un dialogo sentito e profondo e una stima reciproca che si sono alimentati nel tempo e mai interrotti. Il libro da lui curato, esce come numero speciale della rivista “A”, la preferita da Fabrizio, che presentava spesso nei suoi concerti.
In questo libro Paolo Finzi si occupa del pensiero del cantautore in modo collettivo e plurale, riprendendo saggi, interviste, articoli di rilievo apparsi su “A” che affrontano la complessità delle questioni di cui Fabrizio De André si è occupato: dalla denuncia della guerra al carcere, dall’ipocrisia piccolo-borghese alla prostituzione, dalla droga ai drammi delle maggioranze e minoranze, dagli zingari ai popoli nativi e alla omo/trans-sessualità. Il libro propone in apertura una lettera di Dori
Ghezzi sul proprio rapporto con l’anarchia. Poi la trattazione riporta i testi del dossier “signora libertà, signorina anarchia” e venti interviste realizzate da Renzo Sabatini con esperti, amici e collaboratori che hanno negli anni approfondito le questioni aperte affrontate da Fabrizio, dove il suo pensiero si conferma un prezioso scrigno per tutti coloro che vogliono cercare di realizzare, riflettere e sognare un mondo più giusto, più libero e vero di persone affrancate e uguali e di eventi coerenti e immuni dalle ingiustizie della Storia.
Il movimento e il pensiero anarchico non si raccolgono intorno a un capo fondatore, ma sono plurali, con molteplici orientamenti, sensibilità, metodologie, che condividono determinate idee comuni, come la critica ad ogni potere: infatti il titolo del libro riconduce a questo presupposto, “che non ci sono poteri buoni”.
Le parole, la musica, i pensieri, la sensibilità di Fabrizio De André restano nel tempo un’alternativa importante e significativa, un antidoto efficace di fronte alle difficoltà e alla disperazione degli ultimi che vivono per costrizione o per scelta, ai margini della società, un rimedio di fronte alla volgarità, al cinismo, ai vecchi e nuovi razzismi, alle varie forme di emarginazione e di sfruttamento.
De André con il suo “pensiero (anche) anarchico” per molti è un patrimonio di riflessioni, valori, ideali che si aggiunge a molteplici esperienze concrete, lotte e considerazioni che noi portiamo avanti con spirito autocritico e con caparbietà, orientandoci nella sua lucida capacità di mettersi sempre dalla parte dei più deboli, degli ultimi, degli oppressi, degli emarginati, di svelare le cattiverie e le ipocrisie del dominio, dei poteri, dei potenti, incitando a una svolta, innanzitutto etica, ancor prima che morale, contro ogni forma di pregiudizio e di ingiustizia.
Il contributo di Fabrizio alla diffusione di idee di rispetto e condivisione, solidarietà e libertà è stato davvero eccezionale, anche grazie alla cura meticolosa nelle collaborazioni, negli arrangiamenti musicali, nelle fonti e nei testi e grazie alla magia sonora e melodiosa della sua voce, per cui si comprende che anarchici non si diventa per indottrinamento, ma questo ideale scaturisce da una naturale propensione al saper vivere con gli altri, nel comune sentire libertario dell’indignazione e della ribellione contro tutte le ingiustizie sociali, nel riferimento emotivo e culturale all’utopia di un mondo senza dogmi, né guerre, nello stare sempre comunque “dall’altra parte” rispetto al dominio, al potere. A tutti i poteri.
Per la realizzazione sono stati molti i contributi: da Moni Ovadia a Lella Costa, da Gianna Nannini a Teresa Sarti Strada, da Andrea Gallo a Alessio Lega, da Cristiano De André ai Gang e a tutte le “voci fuori dal coro” legate alla figura di Fabrizio De André.
Laura Tussi