Dal settembre 2022 a Bolzano l’Assemblea cittadina contro la guerra e per il disarmo ha lanciato diverse iniziative contro la deriva militarista che sta investendo l’Italia come il resto d’Europa. Dopo il corteo del 22 ottobre scorso a cui hanno partecipato più di 600 persone, sabato 18 marzo una critical mass contro la guerra ha attraversato la città di Bolzano. Almeno 150 persone in bicicletta hanno manifestato contro l’escalation militare in Ucraina, bloccando il traffico e spezzando, almeno in parte, la normalità con cui una potenziale guerra nucleare è entrata nella nostra quotidianità. Dopo gli interventi iniziali, la manifestazione è partita dai quartieri popolari della città per arrivare fino al cuore del centro storico. Lungo il percorso vi sono state numerose soste, di fronte a luoghi cittadini legati alla guerra, di ieri ma soprattutto di oggi. La prima sosta con relativi interventi è stata di fronte a una filiale della Deutsche Bank, una delle principali banche armate. È stata anche l’occasione per salutare la comunità curda che stava festeggiando il Newroz in una sala comunale adiacente e ricordare la Resistenza curda nella Siria del Nord ed i compagni e le compagne caduti per la difesa della Rivoluzione. Le soste successive sono state fatte di fronte alle sedi di Unicredit, la banca italiana maggiormente implicata nel commercio di armi e della Banca Popolare di Sondrio, anch’essa corresponsabile del business bellico. La manifestazione si è poi fermata di fronte alla sede del Monte dei Paschi di Siena, salvata dal fallimento grazie a soldi pubblici, e alla caserma in cui ha sede il Comando delle Truppe Alpine, fino a pochi giorni fa impegnate nell’esercitazione militare Volpe Bianca sulle Dolomiti. Sono stati poi ricordati i membri della Resistenza locale Manlio Longon e Giannantonio Manci che proprio fra le mura del Comando vennero torturati e uccisi dai nazisti durante la II guerra mondiale. Da lì in poi la manifestazione è continuata a piedi verso il centro storico. Dietro lo striscione Le guerre sono vostre – I morti sono nostri il corteo ha fatto una sosta di fronte al palazzo in cui il 24 aprile 1921 venne ucciso dalle squadracce fasciste il maestro elementare Franz Innerhofer, la prima vittima del fascismo in Alto Adige. Dopo avere ricordato le violenze fasciste del passato così come quelle del presente, la giornata di lotta è poi finita in piazza Walther, dove è stato ribadito come la guerra inizi qui, nelle nostre città, nelle banche che muovono i capitali, nelle fabbriche come Iveco Defence Vehicles che nello stabilimento di Bolzano produce mezzi militari utilizzati dall’Esercito italiano così come da quello tedesco e dai marines americani. La lotta contro la guerra non può essere separata dalla critica al sistema economico che la produce. Individuare e contrastare chi, a casa nostra, è complice di guerre e business militare, è il migliore contributo che possiamo dare per fermare le guerre dei padroni.
Oltre il ponte