Articolo di Rita Dvorkina. Pubblicato su “Zhenskaya pravda”, n. 8, 8 Agosto 2022
[Traduzione a cura di Gruppo Anarchico Galatea – FAI Catania]
Un’esplosione di armi nucleari in un’area popolata non risparmierebbe nessuno.
Ma, come nel caso dell’esposizione ad altre armi, le conseguenze possono essere diverse per uomini e donne. “Zhenskaya pravda” ha esaminato i danni specifici che l’uso delle armi nucleari può causare alle donne.
Fortunatamente, il mondo non è [più] stato testimone dell’utilizzo di armi nucleari dal 1945.
Tuttavia, gli effetti del bombardamento nucleare di due città giapponesi, più di 2.000 test di armi nucleari da allora, e diversi gravi incidenti alle centrali nucleari, hanno provocato un significativo rilascio di radiazioni nell’ambiente.
Uno studio sulla durata di vita dei sopravvissuti [e delle sopravvissute] agli attacchi nucleari del 1945 a Hiroshima e Nagasaki in Giappone, ha scoperto che le donne avevano quasi il doppio delle probabilità, rispetto agli uomini, di sviluppare e morire di cancro a causa dell’esposizione alle radiazioni.
Dal disastro di Chernobyl nel 1986, si è registrato un aumento dei casi di cancro alla tiroide tra i bambini e gli adolescenti, soprattutto nelle aree adiacenti alla centrale nucleare.
L’aumento dei casi di cancro alla tiroide in Bielorussia tra i bambini di età inferiore ai 10 anni al momento della diagnosi era significativamente più elevato tra le femmine che tra i maschi.
Se una donna incinta è esposta ad alte dosi di radiazioni, questo porta allo sviluppo di difetti e disabilità mentale del nascituro/della nascitura.
Anche ad un certo livello di radiazione c’è un alto rischio di aborto spontaneo e di bimbi/e nati/e morti/e.
Le donne che sono state esposte alle radiazioni si scontrano con una serie di particolari conseguenze psicologiche e sociali.
Tutti i giapponesi sopravvissuti ai bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki si sono scontrati con le pressioni sociali, sono stati considerati “infetti”, trattati con paura e sospetto.
Sebbene, però, il rifiuto è stato provato [sia] dagli uomini che dalle donne, spesso è successo che dell’infertilità e delle anomalie della prole siano state accusate proprio le donne, e non gli uomini.
A causa della credenza del “sangue contaminato” la maggior parte delle donne sopravvissute non poteva sposarsi ed era condannata a vivere in povertà.
Le donne che hanno sperimentato la ricaduta radioattiva durante i test nucleari nelle Isole Marshall, durante il processo di evacuazione hanno raccontato la vergogna vissuta quando sono state soggette ad ispezione: vennero spogliate nude, esaminate e lavate con un liquido speciale in presenza dei loro parenti maschi e personale maschile.
Scene di ispezioni umilianti sono state citate anche nei racconti dei sopravvissuti giapponesi agli attacchi nucleari di Hiroshima e Nagasaki.
Gli effetti psicologici dell’esposizione alle radiazioni possono anche essere più gravi per le donne.
Dopo l’incidente di Chernobyl, le donne nella maggior parte dei paesi europei hanno riportato più stress rispetto agli uomini.
Le madri con figli di età inferiore ai 18 anni nella città di Homel’ (seconda città più popolosa della Bielorussia, ndt), [che dista a] circa 110 km a nord di Chernobyl, hanno avuto la più alta diffusione di problemi di salute mentale.
Noi abbiamo elencato le conseguenze che le donne possono affrontare qualora sopravvivano “fortunosamente” ad un attacco nucleare.
Ma un’esplosione nucleare è ugualmente mortale per tutti, senza eccezioni. La guerra nucleare è una terribile catastrofe per l’umanità, e tutti gli sforzi dovrebbero essere diretti ad impedirla.