Piena solidarietà ai condannati per le lotte alla DHL di Settala!

Esprimiamo vicinanza e solidarietà nei confronti dei compagni e della compagna del S.I.Cobas e del Centro sociale Vittoria condannati a pene pesanti per aver partecipato alle lotte e ai picchetti alla DHL di Settala nel marzo 2015.

Queste condanne evidenziano la chiara volontà di intimidire e frenare ogni forma di opposizione sociale tesa alla messa in discussione di un sistema basato sullo sfruttamento e l’oppressione.
Con questa sentenza il giudice ha voluto dare concretezza al Decreto Sicurezza del governo giallo-verde che intensifica l’attacco al movimento dei lavoratori, soprattutto a quello che più ha dimostrato di non essere succube del collaborazionismo delle centrali sindacali e del sistema mafioso-corporativo delle cooperative di sfruttamento schiavista. Un’operazione questa che si collega ad altre manovre repressive come quelle che inventandosi inesìstenti ‘organizzazioni a delinquere’ colpisce chi lotta per il diritto all’abitare, o alle condanne per la lotta all’Esselunga di Pioltello, o ancora ai cinque solidali con la resistenza curda contro l’ISIS oggetto di misure di sorveglianza speciale perchè ‘socialmente pericolosi’.

Ridurre lo sciopero ad atto di testimonianza, impedire ogni forma incisiva di lotta: questo è il significato della sentenza di Milano.

Ma se pensano di fermare il conflitto sociale di classe con queste misure si sbagliano.

Il sistema di sfruttamento continua a sviluppare i suoi anticorpi e nuove resistenze crescono.

Solidarietà e complicità con chi lotta!

Federazione Anarchica – Milano
viale Monza 255
https://federazione-anarchica-milanese-fai.noblogs.org/


Tutta la nostra solidarietà alle vittime di questa ulteriore violenza istituzionale nei confronti dei compagni e compagne del Si Cobas del Centro sociale Vittoria che con la sentenza dell’8 gennaio si è voluto punire chi era davanti ai cancelli della DHL di Settale nel marzo del 2015.

Condanne con anni di carcere per chi ha osato, con la propria lotta, rivendicare anche il solo rispetto del contratto di lavoro, in aziende dove mafiosità e padronato si saldano assieme.
E’ un chiaro avvertimento intimidatorio, in linea con il Decreto Sicurezza, voluto dal governo Lega e 5 stelle, dove forme di lotta come i picchetti sono considerati gravi reati: chi osa rivendicare apertamente i propri diritti viene criminalizzato e severamente punito.

Tutto il nostro disprezzo per queste Istituzioni che si accaniscano contro chi rivendica i più elementari diritti, ma è clemente con i padroni che non rispettano i contratti, utilizzano il lavoro nero e sfruttano i propri dipendenti con carichi di lavoro insopportabili.

Piena solidarietà a chi è colpito dalla repressione.

Tutta l’unità possibile per respingere con la lotta questa violenza di Stato.

Usi-CIt
LA SEGRETERIA NAZIONALE
LA COMMISSIONE ESECUTIVA

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