Lo stato è stupro

14716_nAnche se la proposta di legge presentata da sei parlamentari dell’AKP il 17 novembre è stata ritirata è importante comprendere che cosa questa proposta di legge, che è stata contrastata dalle proteste delle donne sin dal giorno in cui è nata, abbia significato per noi donne. La legge proposta avrebbe abbassato l’età del consenso dai 15 ai 12 anni ed era diretta a porre le basi per: l’impunità per molestatori e stupratori, anche sotto processo in questo momento, l’archiviazione per le accuse di molestie e stupro nel caso in cui gli stupratori sposino le vittime e, tramite queste proposte, esporre le ragazze, fin dai dodici anni, ad un maggiore pericolo di molestie e stupri e, nei fatti, legalizzare il matrimonio infantile per le bambine. Il ritiro della proposta di legge, avvenuto questa mattina, da un lato dimostra come le donne si possano liberare tramite la lotta e la resistenza e dall’altro dimostra come la politica statale sia in stallo.
Le politiche di genere portate avanti dallo stato ignorano l’identità e il corpo delle donne e tendono alla creazione di una “società conservatrice”: questo obiettivo è perseguito tramite l’attacco al controllo delle nascite, in quanto “peccato”, tramite il divieto dell’aborto, in quanto “massacro”. Questa strategia è indice di una politica demografica legata all’obiettivo del governo dell’AKP di creare una società oppressiva e discriminatoria.
Lo Stato è interessato a mantenere le donne in una posizione di sudditanza rispetto all’uomo, costringendole a portare avanti la gravidanza dopo uno stupro e, nei fatti, privandole della propria identità, subordinandole alle politiche demografiche e al controllo del corpo da parte dello stato.
Stato che vieta anche le manifestazioni, utilizzando lo Stato d’Emergenza come scusa per una politica di assalto diretto contro le la lotta delle donne, imponendo la chiusura delle associazioni femminili, arrestando le donne che lottano contro il patriarcato e torturandole. Lo Stato basa la sua esistenza sul maschilismo e quindi le sue leggi divengono un attacco frontale alla nostra vita, alla vita di noi donne.
Anche quando lo stato propone leggi che garantiscono l’impunità ai colpevoli di maltrattamenti e stupri, e poi le ritira, sta attaccando le nostre vite tramite le sue politiche sessiste.
Noi Donne Anarchiche sappiamo che la nostra emancipazione non passa tramite leggi che lo stato prima propone e poi ritira o tramite la sua presunta giustizia e le sue punizioni.
Sappiamo per certo che la proposta di legge sugli abusi sessuali sarà riesumata e ripresentata tra qualche tempo e riportata all’ordine del giorno insieme a nuovi tentativi di assalto alle nostre vite.
Ancora una volta sottolineiamo come l’unico modo per garantire la nostra esistenza passa per le nostre lotte e la nostra capacità organizzativa che si oppone allo stato, in quanto questo si fonda strutturalmente sulla distruzione delle nostre vite.
Contro lo Stato, contro le sue leggi, i suoi divieti, e la sua presunta giustizia che ci vorrebbe prone ad implorarlo, noi resistiamo e in questo diveniamo liberare di creare per noi una nuova vita. Ci appelliamo a tutte le donne per lottare e per distruggere il patriarcato e lo Stato.
Viva la nostra lotta!
Viva la solidarietà delle donne!
Donne Anarchiche-Turchia
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