Arrivano i mostri

Mattarella e nave Trieste a Livorno il 7 dicembre

Sabato 7 dicembre Sergio Mattarella, presidente della repubblica, è venuto a Livorno per un’importante cerimonia istituzionale.
È venuto ad inaugurare un ospedale, una scuola o uno dei tanti servizi di cui la popolazione ha bisogno? No. È venuto per la cerimonia di immissione in servizio di Nave Trieste della Marina Militare e di giuramento dei cadetti dell’Accademia Navale.
Nave Trieste è un mostro di guerra. È la più grande nave da guerra costruita in Italia dalla seconda guerra mondiale ed una delle più grandi in assoluto: ha un dislocamento di 38 mila tonnellate, mentre la corazzata “Roma”, entrata in servizio durante il conflitto, ne aveva poche di più, 44 mila. Per dislocamento si intende la massa d’acqua spostata dalla nave, e si misura in tonnellate metriche, da non confondere con la tonnellata di stazza, usata per misurare le navi mercantili, che è una misura di volume pari a 2, 83 metri cubi.
La nave è una portaaeromobili, cioè una portaerei su cui saranno imbarcati gli F-35, ed è stata progettata per operazioni di assalto anfibio e supporto aereo. Non è certo un caso che il gruppo della Marina Militare di cui farà parte si chiama Carrier Strike Group, cioè gruppo di assalto portaerei.
La nave imbarcherà fino a mille uomini, fra equipaggio, personale di volo, supporto logistico e forze da sbarco. Un mostro di guerra di cui non si sa il costo: si sa solo che era preventivata una spesa di un miliardo e 126 milioni nel 2015, e che il solo adattamento per gli F-35 determinerà una spesa aggiuntiva di 172 milioni di euro. Il tutto naturalmente a spese della collettività. L’investimento è conseguenza della cosiddetta “Legge Navale” che è stata varata dal Parlamento inserendo nella legge di stabilità 2014 un provvedimento che autorizzava il Ministero dello Sviluppo Economico ad accendere mutui ventennali per complessivi 5,8 miliardi di euro “consolidando strategicamente l’industria navalmeccanica ad alta tecnologia”. L’anno successivo si passa al finanziamento diretto e i miliardi diventano 6,7. Si tratta di somme che comunque non rientrano nel bilancio del Ministero della Difesa, perché provenienti dal Ministero dello Sviluppo Economico. Non è solo una questione burocratica, ma una scelta precisa per mascherare le spese per gli armamenti sotto altre voci e poter sempre piangere sugli stanziamenti insufficienti per le forze armate. D’altra parte è bene tener presente che questo piano di riarmo navale è stato condotto in spregio alle politiche di austerità tanto strombazzate dai governi di quegli anni. Un’ultima cosa: entrambi i passaggi parlamentari sono stati fatti da governi guidati dal Partito Democratico: Letta nel 2013, Renzi nel 2014.
Mentre questo mostro di guerra faceva le prove in mare, i salari reali diminuivano del 13% e altre centinaia di migliaia di famiglie in Italia sprofondavano nella povertà assoluta. Tutto questo per far splendere sopra il mare le due stelle polari della politica estera italiana, la deterrenza e la competitività. La deterrenza ci ha lanciato in una corsa al riarmo che prevede nei prossimi anni 500 miliardi per la guerra da parte dell’Unione Europea, mentre la competitività ha prodotto, tra le altre cose, le sanzioni alla Russia, che hanno causato un aumento dei prezzi stratosferico e la crisi economica che attanaglia tutta l’Europa. Un possibile impiego di questa super nave è sull’altra sponda dell’Adriatico, luogo mitico della nostalgia fascista. Che il governo Meloni sia interessato a quell’area geografica è dimostrato dai recenti accordi con l’Albania, che hanno permesso di acquistare un piccolo pezzo di territorio a sovranità italiana, con cui fanno la spola le navi della Marina Militare. In ogni caso, si tratta di un altro strumento di morte a supporto della politica di aggressione imperialistica voluta dal governo fascista di Giorgia Meloni. Alla deterrenza e alla competitività fra i governi noi preferiamo la collaborazione e la solidarietà con tutti i popoli.
Dobbiamo muoverci per costruire un mondo nuovo, un mondo dove non ci sia posto né per portaerei né per presidenti della repubblica.

Tiziano Antonelli

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