23 aprile. Diverse centinaia di persone hanno dato vita ad una lunga giornata di lotta per le strade di San Salvario. San Salvario è il primo quartiere che incontra chi arrivava in treno a Torino, da sempre incrocio di gente diversa, la borghesia intellettuale di sinistra e gli immigrati dell’ultima ora, oggi è diventato uno centri della movida torinese. Localini alla moda, studenti e strisciante gentrification, accanto ad immigrati, kebabbari, gente senza casa.
Polizia, vigili urbani e militari fanno frequenti ronde per le strade.
Nella parte alta del quartiere, non lontano dal BAE Systems, fabbrica d’armi, contestata dai partecipanti al corteo con slogan e interventi, c’è “L’asso di bastoni”, il locale dove si ritrovano i fascisti di Casa Pound. L’Asso di bastoni è una ferita aperta in un quartiere, dove tante lapidi grigie ricordano chi è morto combattendo i fascisti.
Casa Pound, spesso travestita da comitato spontaneo, da mesi prova a scatenare la guerra ai poveri, dando vita ad iniziative contro lo spaccio e la criminalità il cui obiettivo reale sono gli immigrati.
Gli antifascisti del quartiere contrastano attivamente ronde e presidi razzisti.
Il corteo del 23 aprile è stata una scommessa che ha coinvolto gli antifascisti torinesi. Una scommessa vinta.
San Salvario è stata attraversata da un corteo forte e comunicativo, che ha fatto il giro delle lapidi partigiane, dove ha sostato per un breve ricordo e i canti dell’Anonima Coristi della Val Pellice, quasi tutti della tradizione anarchica.
Al corteo erano presente un folto gruppo di Alpi Libere, esponenti delle palestre antifasciste, qualche bandiera di Sinistra Anticapitalista, gli anarchici della FAT con lo striscione “Contro Stato e fascisti azione diretta!”
In piazza Carducci un imponente schieramento di carabinieri chiudeva l’ingresso di via Madama Cristina per impedire agli antifascisti di avvicinarsi troppo alla sede fascista, dove i camerati raccoglievano firme per presentarsi alle elezioni.
Il corteo ha sostato a lungo di fronte alla blocco poliziesco, prima di proseguire il giro e terminare ai giardini Anglesio, dove la Banda Terraneo ha suonato motivi popolari e canzoni anarchiche, mentre gli antispecisti distribuivano panini vegani.
I fascisti sono rimasti intanati nel loro localino, mentre un corteo con uomini, donne e tanti bambini, cui si sono uniti anche alcuni abitanti della zona, si è ripreso le strade e le piazze del quartiere in un 25 aprile lontano dalla retorica patriottarda, un 25 aprile dove chi lotta contro il razzismo, lo sfruttamento, la militarizzazione tutti i giorni, ha reso viva la memoria di chi in quel lontano aprile ha scelto di prendere le armi per conquistare una libertà, che certo non aveva confini.
m.m.
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