Accoglienza ai profughi. Purché europei, bianchi e cristiani.

Era anche troppo ovvio e si sta puntualmente verificando: la fortezza Europa, che erige muri contro l’arrivo dei profughi delle guerre provocate dall’Occidente (Siria, Afghanistan…), apre le porte ai profughi della guerra in Ucraina. Effetto della propaganda di guerra in cui anche le vittime si trasformano in un’arma preziosa da brandire contro il nemico del momento.

Chi sente più parlare della “rotta balcanica”, dei profughi ammassati nelle foreste della Bielorussia o degli sbarchi a Lampedusa ? A malapena riesce a sfondare il muro dell’informazione la tragica notizia dell’ennesimo barcone affondato al largo delle coste libiche con un centinaio di vittime…

In un DPCM, firmato il 29 marzo dal Presidente del Consiglio Mario Draghi, si prevede la concessione della “protezione temporanea”, della durata di un anno a decorrere dal 4 marzo 2022 e rinnovabile fino a un massimo di due, a favore dei cittadini ucraini residenti in Ucraina prima del 24 febbraio 2022, agli apolidi e ai cittadini di paesi terzi che beneficiavano di protezione internazionale o permesso di soggiorno permanente   prima dell’inizio del conflitto e ai loro familiari – gli stranieri solo se non possono rientrare nel Paese d’origine per motivi di sicurezza.[1] Sono norme semplificate che consentono di bypassare il tortuoso iter della richiesta di asilo politico e garantiscono l’esito rapido e positivo della pratica; norme analoghe sono state adottate dagli altri paesi della UE.

Per gli “altri” profughi (inclusi i circa cinque milioni di stranieri residenti in Ucraina) continuano a valere le regole “normali”. Indagini indipendenti denunciano che cittadini “non bianchi” residenti in Ucraina (legalmente ma con un permesso non permanente) fuggiti nei paesi dell’Unione Europea vengono internati nei vari lager destinati agli immigrati in attesa di espulsione. [2] Casi che si verificano regolarmente anche in Italia.

Anzi, l’Italia su questo punto si è allineata ai paesi UE più restrittivi. Se Spagna, Croazia, Finlandia e Paesi Bassi hanno esteso la protezione anche ai cittadini stranieri residenti in Ucraina titolari di permesso di soggiorno non permanente, concesso per motivi di studio o lavoro (gli studenti africani nelle università ucraine sono numerosi), la Germania ha allargato ulteriormente le maglie a chi non aveva ancora ottenuto la residenza permanente o la protezione internazionale in Ucraina.

Fin qui stiamo parlando di esseri umani in fuga dalla stessa guerra ma che vengono discriminati in base alla nazionalità e al colore della pelle. È chiaro poi che i profughi in arrivo dalle guerre di Siria, Afghanistan, Libia ecc. continuano ad essere trattati secondo le procedure “normali”, insomma considerati degli indesiderabili da bloccare e cacciare in tutti i modi possibili.

Per meglio inquadrare queste perle giuridiche, che poco hanno da invidiare alle leggi razziali naziste e fasciste, è utile ricordare che in Italia i centri di detenzione amministrativa per immigrati sono stati istituiti (ovviamente in omaggio alla normativa UE) nel 1998 dalla legge Turco-Napolitano (L. 40/1998) con il nome di CPT (Centri di Permanenza Temporanea), modificati nel    2002 dalla legge Bossi-Fini (L. 189/2002), ridenominati CIE (Centri di   Identificazione ed Espulsione) nel 2008 dal pacchetto sicurezza (L. 128/2008) e infine ribattezzati CPR (Centri di Permanenza per il Rimpatrio) dalla legge Orlando-Minniti (L. 46/2017).   Tutti i governi, indipendentemente dal colore politico, hanno fatto a gara per edificare queste carceri mostruose.

Il frequente cambio di denominazione è un evidente tentativo di nascondere la realtà di veri e propri campi di concentramento in cui i detenuti – pudicamente definiti “ospiti” – sono privati di ogni elementare diritto, incluso quello di difendersi legalmente. “Detenzione amministrativa” vuol dire infatti essere incarcerati senza aver commesso alcun reato in attesa di essere espulsi: attualmente per un massimo – teorico – di 180 giorni ma, in alcune fasi, si è arrivati a prevedere un massimo di 18 mesi.[3]

D’altra parte il lager nazista di Dachau era stato istituito nel 1933 come “Centro di Custodia Protettiva” e gli stati “democratici” non sono certo da meno nell’uso spregiudicato delle parole per nascondere i loro crimini.

Sappiamo che gli Stati rispettano le loro stesse leggi solo quando fa comodo, così in questi anni abbiamo visto svilupparsi in tutta la UE la pratica del pushback (“riammissione informale”, come viene definita in Italia). Dato che la procedura di identificazione ed espulsione dei migranti richiede tempi molto lunghi (inoltre sono pochi i Paesi d’origine disposti a “riprenderseli”) risulta più pratico impacchettare i profughi al loro arrivo in Italia, impedire loro di presentare domanda di asilo politico (come avrebbero diritto di fare) e riconsegnarli al Paese vicino. Migliaia di persone provenienti dalla rotta balcanica e giunte a Trieste o Gorizia sono state riconsegnate alla polizia slovena, la quale a sua volta le ha passate a quella croata (nota per la sua brutalità efferata) e di qui sono state sbattute nuovamente in Bosnia.[4] Casi analoghi si verificano al porto di Bari[5] e in altre località di confine; molti giuristi denunciano questa pratica come assolutamente “illegale” ma non c’è alcuna volontà di farla finire (anzi).

In compenso è la solidarietà stessa a diventare reato e si trova il tempo di perseguire i volontari che si prodigano gratuitamente per alleviare le sofferenze dei migranti. Questo è il caso (fra i tanti) di Lorena Fornasir e Gian Andrea Franchi dell’associazione “Linea d’ombra” di Trieste, rei di offrire cure mediche ai profughi, inquisiti l’anno scorso per “favoreggiamento all’immigrazione clandestina”.[6]

Quanto ai profughi ucraini, il fatto di essere europei, bianchi e cristiani li rende facilmente assimilabili in un mercato del lavoro alla ricerca di manodopera a basso costo. Il fatto poi che si tratti in prevalenza di donne e bambini, quindi persone che l’ideologia maschilista e militarista inquadra come inoffensive e particolarmente bisognose di protezione, rende più facile accettarle (della serie: gli uomini a combattere al fronte e le donne ad accudire la prole nelle retrovie).

Al contrario i profughi arabi, africani e (orrore!) mussulmani vengono percepiti nella stessa logica distorta come un pericolo per la civiltà occidentale, tanto più in quanto sono in prevalenza maschi e quindi soggetti ritenuti naturalmente aggressivi (della serie: ci stanno invadendo!).

Con sospetta generosità lo Stato italiano ha stanziato somme significative per l’assistenza ai profughi ucraini mente li lesina alle altre categorie di migranti. La carità dello Stato è però sempre molto pelosa e le norme giuridiche nascondono sempre insidie. Così lo strumento della “protezione temporanea” (lo dice il nome stesso) è un meccanismo ad orologeria. Non garantisce alcun diritto alla permanenza definitiva nel Paese ospitante: se tra un anno o due gli interessi geopolitici dovessero essere significativamente mutati non sarà difficile rispedire al paese di provenienza le persone che ora vengono così “generosamente” accolte…

Questa solidarietà a senso unico, ancor più della guerra, mette in luce gli aspetti peggiori dell’organizzazione gerarchica e patriarcale della società:  razzismo, sessismo, militarismo e le devastazioni prodotte dall’inganno religioso.

Insieme al massimo impegno contro ogni guerra e ogni gerarchia ribadiamo la piena uguaglianza tra tutti gli esseri umani e il diritto di circolare liberamente su tutto il pianeta. “Nostra patria è il mondo intero”.

Mauro De Agostini

NOTE

[1] https://www.altalex.com/documents/news/2022/03/31/protezione-temporanea-profughi-ucraini-dpcm

[2] https://left.it/2022/03/25/i-rifugiati-non-bianchi-in-fuga-dallucraina-finiscono-nei-centri-di-detenzione/?fbclid=IwAR2Nj3R00WeWfFNeEpbzvtLbOjvDuTgZhPhhXMQOteM3HWSNUMUrSOih1jg

[3] https://centrostudiudine.files.wordpress.com/2019/03/fanzinenocpr.pdf

[4] https://nofrontierefvg.noblogs.org/post/2021/01/07/respingiamo-la-violenza-dei-confini/

[5] https://lungolarottabalcanica.wordpress.com/2021/06/05/riammissoni-di-richiedenti-asilo-dal-porto-di-bari/

[6] https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/11/24/trieste-archiviate-le-accuse-contro-gian-andrea-franchi-e-lorena-fornasir-la-coppia-che-aiuta-i-migranti-al-confine-con-la-slovenia/6403531/

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