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Il nemico del mio nemico è mio nemico

Il nemico del mio nemico è mio nemico

 
Già da un po’ di tempo il gruppo che si fa chiamare “Anonymous” ha intrapreso una serie di “campagne” contro il terrorismo di matrice islamica; in una delle ultime (partita dopo la strage a “Charlie Hebdo”) ha proclamato di aver denunciato o bloccato alcune migliaia di account “twitter” e “facebook” e di siti web che sarebbero gestiti e usati da persone collegate in qualche modo all’ISIS [1].
Subito dopo le stragi del venerdì nero a Parigi, Anonymous ha dichiarato addirittura “guerra” allo Stato islamico, definendo l’operazione annunciata come la più grande tra quelle portate a termine fino a oggi. Le armi per condurre questa guerra sarebbero state, ovviamente, di tipo squisitamente informatico, quelle usate su Internet, che prevedono la messa fuori uso di siti e la scoperta delle risorse informatiche legate al nemico.
La cosa ha avuto un discreto riscontro sui media ufficiali nostrani in quanto sembra-si dice-pare che a coordinare questa “guerra” ci siano proprio degli italiani.
Leggendo quanto scritto sui siti web di due tra i maggiori quotidiani non si può fare a meno di notare alcuni particolari che lasciano alquanto perplessi e che, secondo noi, non sono stati messi abbastanza in evidenza dai soliti giornalisti distratti.
La cosa che più ci ha colpito è che persone si impegnino in una operazione del genere senza conoscere l’arabo: “Le sfumature non sono sempre facili da cogliere e il fatto che nella squadra di OpParis non ci siano ancora persone che parlano arabo non aiuta. La Stampa ha aperto a campione alcuni dei profili Twitter individuati nella lista: molti hanno evidenti legami con il Califfato, a partire dalla sua bandiera; in altri casi l’affiliazione non è così evidente in prima battuta.” [2] Già solo questo dovrebbe far cadere le braccia anche al più acceso sostenitore di Anonymous, quando poi si legge che questo gruppo intende usare “Un programma – ancora in beta – che presto sarà in grado di capire dove si trova chi sta digitando una certa cosa sul microblog. Successivamente, esperti di data analys studiano i profili ricavati da questi big data, e una volta vagliati, vengono eventualmente passati all’intelligence nazionale.” [3] Ci si chiede se si possa fare seriamente la “guerra” all’ISIS usando il traduttore di Google e collaborando con i servizi segreti; ma è come domandarsi che senso abbia, per un gruppo non strutturato, avere un autoproclamato “rappresentante ufficiale per i rapporti con i mass media” [4]. Ma soprattutto ci si chiede se si possa fare un annuncio del genere e poi far circolare, almeno nei giorni immediatamente successivi, notizie vecchie di mesi, come qualche giornalista più attento di quelli italiani ha subito notato [5].
Fuori dal mediascape nazionale, sono in molti ad essersi resi conto di alcune delle contraddizioni presenti in un gruppo che ha sempre rivendicato una Rete aperta a tutti e che adesso si propone di dare la caccia a chi non la pensa come i governi della NATO. “Oggi, nella lotta contro lo Stato islamico, il collettivo hacker si ritrova diviso da una potenziale crisi esistenziale. Se Anonymous difende l’utilizzo illimitato di Internet, questa difesa non si dovrebbe applicare a tutti, compresi i militanti Stato islamico? Che cosa significa quando i membri di un gruppo noto per non rispettare l’autorità si trova a condividere molti degli stessi obiettivi con il governo degli Stati Uniti?” [6]
Negli articoli della stampa estera che siamo riusciti a trovare con una breve ricerca, non sempre si accenna a una possibile collaborazione di Anonymous con i servizi segreti [7]. In definitiva abbiamo la netta impressione che questa “guerra” non sia destinata a un successo, propaganda a parte, maggiore di quella lanciata dopo la strage di gennaio. Ma, come qualcuno ha sottolineato, potrebbe avere degli effetti indesiderati anche peggiori di un insuccesso: “Gabriella Coleman è particolarmente preoccupata per il “doxxing (…) Anonymous potrebbe identificare erroneamente qualcuno come membro dell’ISIS, e i risultati potrebbero essere disastrosi. (…) E cosa succede quando l’ISIS cerca di identificare e colpire i membri di Anonymous? Per me, questa è una delle strategie più pericolose che possono usarsi in questa cosiddetta guerra” [8].
Intanto, a una settimana dalla dichiarazione di guerra, il canale twitter ufficiale dell’operazione somiglia a un forum di adolescenti che litigano fra di loro nel più classico stile delle “flame war” di Internet, con prese in giro, falsi evidenti, dichiarazioni incontrollate e tutto l’armamentario che fa la felicità dei servizi di sicurezza di tutto il mondo [9].
Senza contare il fatto che schierarsi così apertamente con alcuni degli Stati che sono tra i principali responsabili delle continue stragi degli ultimi venticinque anni, colloca le azioni di Anonymous in una preoccupante zona grigia, che sempre meno ha a che vedere con la libertà di espressione che pretende di difendere.
Pepsy
Riferimenti
[1] Ne abbiamo scritto su UN n.6 del 22/02/2015.
[2] http://www.lastampa.it/2015/11/16/tecnologia/anonymous-contro-isis-come-funziona-la-campagna-degli-hacktivisti-nata-dopo-parigi-VsiORAuWaLrY5HWNYpqdkK/pagina.html
[3] http://www.repubblica.it/tecnologia/sicurezza/2015/11/16/news/anonymous_guerra_isis-127487066/?ref=HRERO-1
[4] http://www.westernjournalism.com/watch-anonymous-war-on-isis-just-escalated-with-this-6-word-message-they-just-unleashed/
[5] http://www.lemonde.fr/pixels/article/2015/11/17/riposte-d-anonymous-aux-attentats-du-13-novembre-le-vrai-et-le-faux_4812217_4408996.html?xtmc=anonymous&xtcr=2
[6] http://foreignpolicy.com/2015/11/13/anonymous-hackers-islamic-state-isis-chan-online-war/
[7] Qui no http://www.dailymail.co.uk/news/article-3320055/Hacking-group-Anonymous-declares-war-Isis-YouTube-video.html. Qui si, ma si riferisce a quanto accaduto nell’operazione precedente http://www.businessinsider.in/ItsAnonymous-vs-ISIS-after-Paris-Attacks/articleshow/49802365.cms. Qui no http://en.protothema.gr/anonymous-vs-isis-battle-leaves-the-fields-and-enters-the-internet/
[8] http://www.cbc.ca/news/technology/isis-anonymous-answer-1.3328751
[9] https://twitter.com/opparisofficial


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