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Vis medicatrix naturae .1

Vis medicatrix naturae .1

L’aumento del numero di persone che rifiuta di far vaccinare i propri figli o di vaccinare se stessi sta portando alla ricomparsa tra la popolazione occidentale di malattie delle quali erroneamente si credeva che fossero ormai estinte: pertosse, morbillo, poliomelite, tubercolosi.

Il vaccino permette di stimolare specificamente ed in maniera naturale il sistema immunitario in modo da permettergli di riconoscere ed eradicare il patogeno (virus , batterio) al momento del suo ingresso nel organismo. Per questo le persone vaccinate non svilupperanno la malattia e non saranno utilizzate dai virus e batteri come incubatori dove riprodursi e dai quali poter contagiare altri individui.

Quali sono le motivazioni per credere che il vaccino sia dannoso sono state trattate in VIS MEDICATRIX NATURAE (comparso sul numero di UN http://www.umanitanova.org/2015/02/15/vis-medicatrix-naturae/) qui va ripetuto che la bufala alla base dell’ associazione tra vaccini e autismo è stata smascherata diversi anni fa, per falsificazione dei dati. Una cattiva condotta scientifica, questa, ben piu grave della mancata riproducibilità dei dati.

Che i vaccini possono dare reazioni di ipersensibilità con una frequenza molto inferiore a quella con i quali occorrono gli incidenti di auto o morti da folgorazione domestica è anche vero, poiché il sistema immunitario è un arma estremamente potente. I vantaggi delle campagne di vaccinazione degli anni 50 e 60 sono sotto gli occhi di tutti: scomparsa totale del vaiolo, scomparsa della tubercolosi , scomparsa della poliomelite. A livello planetario questo risultato è stato raggiunto nei continenti dove le campagne di vaccinazione sono state eseguite in maniera obbligatoria e continua su tutta la popolazione.

Proprio l’ obbligatorietà delle vaccinazioni e la produzione dei vaccini da parte delle industrie farmaceutiche sono gli argomenti ideologici che insieme alle evidenze pseudoscientifiche (bufale che circolano su testate di dubbia reputazione scientifica Tempo, Roma, Panorama etc) formano la piattaforma ideologica degli antivaxx presenti nella società contemporanea che ricevono una sponda partitica (vedi ultime dichiarazioni di grillo e M5s) ma anche presenti nostro movimento.

La questione dell’ obbligatorietà delle vaccinazioni risiede nella necessità di coprire con il vaccino più del 90% della popolazione , condizione necessaria perché il vaccino stesso funzioni efficacemente nell’ impedire al patogeno di dar luogo ad epidemie e indurre la malattia associata. Obbligatorietà che in assenza di una alfabetizzazione popolare sui principi di medicina preventiva ed igiene pubblica può risultare immotivata visto che le campagne vaccinali dei decenni passati hanno ridotto enormemente il numero di pazienti che sviluppano la malattia. Da qui la credenza che ci si vaccini contro malattie estinte: non è cosi poliomelite, pertosse, morbillo, varicella, tubercolosi sono patogeni ancora presenti tra di noi come dimostrato dal loro ripresentarsi (anche in maniera letale) con frequenza direttamente proporzionale al numero di persone che non accetta la vaccinazione.

Va inoltre tenuto presente che l individuo non vaccinato puo contrarre l infezione , non sviluppare la malattia, ma diventare un portatore sano perfettamente in grado di infettare altre persone non vaccinate. Quindi individui non vaccinati portatori sani che si spostano in aree dove non sono mai state effettuate campagne vaccinali e dove il patogeno è scarsamente presente (per esempio Africa) può dar luogo ad epidemie estremamente virulente e letali.

Il secondo punto, che vuole l’obbligatorietà vaccinale legata agli interessi delle multinazionali, sicuramente è vero perché l industria del farmaco occidentale è nelle mani delle Big pharma che hanno ovviamente come interesse fondamentale il profitto e non la salute pubblica.

Qui è necessario fare delle considerazioni:

  1. L’ordine economico della società contemporanea è capitalista, chi vive oggi sul pianeta vive all’ interno di una società ingiusta e basata sul denaro.

  2. La sussunzione ai meccanismi di accumulazione del profitto è presente in maniera diffusa e capillare dovunque.

  3. Dalla produzione dei beni di più semplici computer, tubi per canalizzare l acqua, pannelli solari, indumenti intimi, scarpe a quelli più complessi case, treni, macchine, libri giornali tutto si basa sul profitto, la dittatura del mercato e la riproduzione del potere.

Ovviamente iniziare a rifiutare i prodotti del capitalismo iniziando a rifiutare i farmaci, le cure e la medicina moderna richiede una scelta drastica ed accettarne le possibili ricadute in termini di qualità e quantità di vita su se stessi e su tutta la collettività.

Chiunque abbia avuto problemi agli occhi e sia ricorso a dei bravi chirurghi oculisti che usando microscopi operatori e laser gli abbiano ridato una buona vista, o chi abbia avuto dei danni ortopedici e abbia ora delle parti del suo corpo sostituite con protesi di titanio, o altri materiali biocompatibili e grazie a questi ha ritrovato la gioia di camminare tra i boschi ed in riva al mare. O anche chi ha una polmonite non riducibile con rimedi omeopatici ha bisogno di 1 milione di unità di penicillina ogni 4 ore endovena per 7 giorni per non soccombere.

Ci si dovrebbe interrogare profondamente sulla necessità di evitare delle scorciatoie semplicistiche al problema chiedendo poi di autorità di essere creduti.

Faccio notare che far vedere i ciechi, far camminare gli storpi, venivano considerati miracoli fatti da entità soprannaturali fino ad una cinquantina di anni fa.

Il progresso scientifico e nella fattispecie della medicina è rapido. Il motore risiede nel lavoro e studio precario, sottopagato, negletto, ostacolato sia dalla chiesa che dalle scarse risorse assegnatogli dai governi. Quest’ultima è una decisione politica presa di autorità dallo stato sull’ utilizzo della ricchezza generata dal popolo.

Su questo arduo cammino il colpo finale alla ricerca biomedica, alla medicina preventiva, viene assestato dalle Big Pharma che sfruttano le scoperte scientifiche per aumentare i loro profitti. Le multinazionali farmaceutiche investono quantità ridicole del loro fatturato nella ricerca (radio blackout : http://radioblackout.org/2014/03/big-pharma-affari-o-salute/ ; http://radioblackout.org/2014/10/ebola-e-big-pharma/ ; https://radioblackout.org/2012/02/il-prezzo-della-vita-come-si-vive-e-come-si-muore-di-sanita/ http://radioblackout.org/2012/11/business-e-salute-il-giallo-dei-vaccini/ ). Le industrie del farmaco stanno a valle del percorso investigativo scientifico che porta alla scoperta brevettabile e che inizia alle scuole elementari. L’ 80 percento dei costi scientifici sono sostenuti da enti pubblici , associazioni caritatevoli o associazioni di pazienti e loro familiari.

La salute come il lavoro ha bisogno di essere sottratto alla dittatura del mercato.

Nel caso specifico; la salute è dove l ingiustizia alla base della nostra società si rende manifesta tragicamente: chi può pagare vive chi è povero muore.

Che fare?

Riappropriarci del diritto alla salute seguendo due vie principali: la prima interna al movimento dove è necessario diffondere saperi sulla medicina preventiva: come non ammalarsi, come e perché usare i farmaci in maniera corretta.

La seconda, sottrarre al mercato la produzione e distribuzione dei farmaci. Diverse, se non tutte le big pharma hanno stabilimenti in Italia dove lavorano operai e tecnici contrattualizzati all’interno delle quali sarebbe importante creare cellule anarcosindacaliste per portare le contraddizioni all’ interno dei cicli produttivi dei farmaci; e come sbocco occupazionale rivendicativo puntare all’ autogestione delle fabbriche di medicinali.

In sintesi la propaganda anti vaccinazioni nasce dalla mancanza di conoscenza di che cosa siano e come funzionano le vaccinazioni, dalla malafede nel cavalcare questa cattiva informazione per fini politici, confusione dei piani della discussione tra critica alla gestione della salute pubblica e basi scientifiche della medicina moderna basata sulle evidenze sperimentali.

Ennio Carbone

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