DOCTOROW, Cory, Radicalized, Milano, Mondadori, 2021.
Immaginiamo per un attimo che tutti i nostri utensili o elettrodomestici, grazie all’ausilio dell’hi-tech e dei diritti di proprietà a loro connessi, diventino strumento di separazione e gerarchia sociale. Persino l’utilizzo degli ascensori in un condominio potrebbe essere calibrato in base al rango degli utilizzatori con diritto di precedenza per le classi sociali elevate. Immaginiamo inoltre che Superman, o comunque un noto supereroe che combatte contro le ingiustizie, si trovi a difendere e osteggiare proprio quelli che la giustizia dovrebbero teoricamente tutelare. Così American Eagle, il nostro supereroe, difende un uomo di colore brutalmente e inutilmente malmenato dai poliziotti e si batte contro l’intolleranza e il razzismo; eppure anche per un supereroe questo compito risulterà impossibile.
Se il sistema sanitario americano lascia morire i propri figli o i propri cari perché l’assicurazione non copre le cure sperimentali o le cure anticancro, cosa potrebbe succedere? in che modo la disperazione (anche qui grazie all’amplificazione dei social) si trasforma in violenza esplosiva?
Ancora: è possibile sopravvivere ad una pandemia, costruendo un enclave abitata da pochi eletti, con la speranza o meglio con l’illusione, di salvarsi? Una moderna mascherata della morte rossa che non lascia scampo a nessuno, perché alla fin fine questo mondo lo abitiamo tutti e forse solo nella solidarietà ci può essere la speranza di uscirne vivi e migliori.
Quattro racconti di fantascienza ambientati in un futuro non molto lontano, dove però è netta la sensazione che il futuro descritto sia già il presente.
Quattro racconti dello scrittore e giornalista canadese Cory Doctorow, blogger e attivista per l’abolizione dei diritti di proprietà intellettuale e sostenitore delle licenze Creative Commons.
I racconti “del futuro” parlano degli USA contemporanei, delle sue distorsioni classiste e patologiche, delle sue contraddizioni feroci ma anche del senso di solidarietà che da una così immensa e variegata comunità può scaturire, in una incessante lotta di classe che vede da un lato la tecnologia informatica ed hi-tech asservita agli interessi del potere e, dall’altro, comunità resistenti che con la solidarietà riescono a far fronte ai continui attacchi.
È quello che accade specialmente nel primo racconto dal titolo “Pane non autorizzato” dove in un condominio popolare, abitato da immigrati ma adiacente ad un’abitazione della upper class, gli elettrodomestici (forno, frigo, ecc.) smettono di funzionare poiché la multinazionale che fornisce gli alimenti, gli unici compatibili col modello dell’elettrodomestico in questione, fallisce in attesa di una fusione con altre aziende. Il forno non può tostare il pane di altra marca, magari più economico e di miglior qualità, così come la caffettiera non può essere utilizzata con un diverso tipo di caffè: una corsa all’hackeraggio fra incursioni delle multinazionali e resistenza degli abitanti che in base alle leggi vigenti rischiano decine di anni di carcere. Una comunità resistente ai continui tentativi di esclusione e marginalizzazione, grazie all’acquisizione autodidattica di competenze tecnologiche per far fronte agli attacchi.
Anche il secondo racconto, “Minoranza modello” rappresenta un feroce attacco al razzismo che quotidianamente leggiamo sui giornali o vediamo in televisione, con omicidi gratuiti da parte di apparati della giustizia statunitense. American Eagle, il supereroe dei fumetti (in realtà si tratta proprio di Superman) trova questa impresa disperata. Peggio che combattere con i mostri o con le menti criminali, poiché affrontare una ideologia sempre più subdola e pervasiva supera anche le capacità di qualsiasi superpotere.
Quante volte anche a noi è capitato di partecipare ad un gruppo social, magari su facebook, nel quale le persone condividono le stesse idee o le stesse sofferenze. Il dolore può però trasformarsi in disperazione quando sono toccati i propri affetti più cari. Così dal gruppo social, dopo molte discussioni e invettive sui guasti della sanità, che ha lasciato morire figli, mogli, genitori e gli affetti più cari, cominciano gli attentati ai centri del potere.
L’ultimo racconto è un omaggio a Edgar Allan Poe rivisto in chiave moderna, “La maschera della morte rossa”: Martin Mars, proprietario di un fondo d’investimento, costruisce un’enclave superprotetta per isolarsi insieme ad altri trenta eletti per sopravvivere al grande crollo, definito “L’Evento”: un morbo mortale che devasta l’intero continente. Ne usciranno pronti a ricostruire, perché loro sono i migliori. È così che deve andare ed è sempre andata. Ben presto però ci si accorge che questa vita diventa peggiore del previsto e la morte rossa è dietro l’angolo.
Doctorow ci propone una visione futurista e allegorica sui mali della società, non solo americana ma di tutto il mondo, infestato da varie epidemie ben più violente: l’individualismo, il razzismo, la divisione in classi e un sistema che decide a chi rilasciare, grazie a criteri gerarchici e di potere, il badge di ingresso ai tornelli del benessere e della salute e chi invece è destinato ad essere carne da macello e a restarne fuori.
La cosa affascinante in questo inferno è proprio la possibilità di resistere grazie alla solidarietà ed al reciproco sostegno che si danno gli esclusi. Il badge, in buona sostanza, si può hackerare, sia in senso letterale sia in senso figurato, attraverso l’unione delle intelligenze intrinsecamente legate ad un senso di solidarietà che va oltre la semplice necessità di sopravvivere e che appare naturale e genuino.
Così, tema quanto mai attuale, dalla pandemia o dall’emarginazione ci si salva e si sopravvive solo se non ci si lascia condizionare e non si viene sussunti all’interno dell’ideologia liberista del si salvi chi può o dell’estremo individualismo.
Doctorow non è nuovo a tematiche del genere. La possibilità, non solo di resistere ma di dare un senso concreto alle lotte, percependo non solo un miglioramento concreto nella propria vita ma anche riacquistando e riappropriandosi della vera libertà in quanto inscritta in una vasta comunità che si sostiene col mutuo appoggio – una possibilità che esiste concretamente.
John Scalzi, che è un noto scrittore di fantascienza, anch’egli giornalista ed estimatore dello scrittore canadese, ha effettuato una intervista sul Los Angeles Times proprio a Doctorow su Radicalized, dove quest’ultimo risponde ad una sua domanda sulle lotte e mobilitazioni in USA affermando che:
“Ci sono chiari segni di cambiamento radicale nella nostra prospettiva rispetto a ciò che è politicamente possibile ottenere – sostegno di massa al Green New Deal, a Medicare for All, alla neutralità della Rete – nonostante una tirannia antidemocratica e antimaggioritaria della minoranza imposta dal potere consensuale di Washington dica che tutto ciò è impossibile”. [1]
Vale la pena qui sottolineare anche l’incipit del libro: “Per i miei genitori, Roz e Gord Doctorow, che mi hanno insegnato perché lottiamo e a non arrendermi. Questa non è una di quelle battaglie che si vincono, è una di quelle che si combattono.”
Flavio Figliuolo
NOTE
[1]https://www.latimes.com/books/la-ca-jc-fob-cory-doctorow-interview-radicalized-20190411-story.html.