Istantanee Expositive

Il rapper Frankie Hi-Nrg: «Rinuncio a Expo,
iniziativa che non mi rappresenta»

« Ho sbagliato e chiedo scusa. Ho sbagliato a prestare la mia immagine come ambassador di Expo 2015, confidando nel fatto che l’evento avrebbe dato voce anche a quelle realtà che nel mondo combattono la sfida del cibo con tenacia ed ingegno e che a volte vengono sconfitti. Purtroppo la loro voce praticamente non ci sarà. La direzione che ha preso Expo è diversa da quella che (ingenuamente) avrei sperato, con reali tavoli di dibattito e non solo stand ultracostosi. Il fatto che migliaia di ragazzi vengano fatti lavorare gratuitamente (ricevendo in cambio il privilegio di aver fatto un’esperienza…) a fronte del muro di miliardi che l’operazione genera è una cosa indegna per un Paese che parla di “impulso alla crescita”. Gli appalti abbiamo visto a chi sono stati (anche) assegnati e con quali modalità. Ndrangheta e compari già saltan fuori adesso, figuriamoci tra un po’… Alla luce di tutto ciò ho chiesto di essere rimosso dall’elenco degli ambassador di Expo 2015. Non voglio sostenere un’iniziativa che non mi rappresenta minimamente».

Sala risponde a Frankie Hi-Nrg: “Sfruttamento? Regaliamo ai ragazzi palmare e maglietta”

Il commissario unico per Expo, Giuseppe Sala, presente a “Expo idee” la convention organizzata presso l’Hangar Bicocca di Milano, risponde al rapper Frankie Hi-Nrg : “Mi dispiace per la decisione di Frankie, ma noi abbiamo la coscienza molto a posto. In tutti i grandi eventi i volontari fanno parte del contesto e noi abbiamo avuto 16mila offerte. Ai ragazzi regaliamo il palmare e la divisa che useranno”. Uauuuhhh, da non credere!

Nutrire il pianeta, affamare chi lavora

Con un accordo del luglio 2013 l’ente Expo, le imprese e tutte le istituzioni coinvolte hanno concordato con il sindacalismo di Stato (Cgil, Cisl, Uil) il trattamento da riservare a quanti presteranno la loro opera per fare funzionare la Fiera: circa 800 persone lavoreranno con contratti a termine, di apprendistato, da stagista, che garantiranno un ricca retribuzione che va dai 400 ai 500 euro mensili, addirittura sotto i limiti previsti dalla legge Fornero. Altri invece lavoreranno gratis, in quanto considerati volontari, per svolgere mansioni di informazione e guida, di accoglienza, di traduzione ai visitatori. La cifra prevista da ente Expo è di 18.500 persone, ma si vedrà quanti poi accetteranno. Per lavorare gratis, in cambio di un buono pasto, di una maglietta e di un palmare, occorre avere già un reddito per sobbarcarsi i costi di viaggio e di trasferimento. Che tutto questo debba avere inizio il Primo maggio, ha l’aspro sapore della beffa e della provocazione; è inaccettabile che una giornata che ricorda e rinnova l’impegno di lotta per la liberazione dal lavoro salariato si trasformi in una celebrazione dello sfruttamento totale.

L’Expo mondiale gestito dagli amici della parrocchietta

Expo è globale, mondiale, interculturale…ecc, ecc. Ma alla manifestazione ‘Expo delle idee’ tenuta sabato 7 alla hangar Bicocca, presieduta nientepopodimeno da Renzi il magnifico, o parlavi italiano o niente. «Nessuna traduzione. Niente cuffie. Nulla. Nemmeno un programma con i titoli delle conferenze. Possibile? Torno a mani vuote, senza poter riferire nemmeno a grandi linee i contenuti di questa giornata». Rezina Ahmed è console generale del Bangladesh ed è vicecommissario per Expo del suo Paese, esprime il suo stupore. «Sono stata invitata a questo evento, come altri ospiti internazionali che non parlano italiano, eppure arrivata qui scopro che non è previsto alcun tipo di servizio di interpretariato». Evidentemente le cuffie costano troppo ed i ‘volontari’ non sono ancora arrivati, ma i soldi per affari e corruzione si trovano sempre.

Il pasto del soldato in azione

Tra i tanti eventi collaterali a Expo, ce ne uno che vogliamo segnalare; si tratta di una mostra allestita alla Triennale di Milano, prestigiosa sede che ospita, oltre un importante museo del design, mostre temporanee di varie espressioni artistiche.

Il suo titolo è ‘Razione K’ ed è una mostra sulle razioni alimentari in uso negli eserciti del mondo; una occasione, per i curatori, per studiare il rapporto tra precarietà, nutrimento e progetto. Su una serie di tavoli, ben ordinati, sono messe in bella evidenza il pacchetto che il soldato ‘in azione’, cioè in guerra, si porta dietro per garantirsi l’alimentazione nell’arco di una giornata. Ben 19 sono i paesi che si sono premurati di fornire la loro razione K, permettendo amare riflessioni sullo stato odierno dell’umanità. Trovare la sintesi tra la dimensione del pacchetto, il suo peso, il valore energetico del contenuto, il contesto in cui verrà utilizzato e che potrebbe deteriorarlo, l’abitudine alimentare del consumatore, impegna talmente l’intelligenza e la conoscenza del progettista che vale la pena chiedersi se tale sforzo non sarebbe più umanamente comprensibile se diretto alla ricerca di forme di convivenza basate sul riconoscimento reciproco e sull’orizzontalità dei rapporti.

Consapevoli, forse, del portato negativo di tale mostra, i gestori della Triennale hanno organizzato, in concomitanza, una esposizione dedicata a Luigi Veronelli, ai suoi lavori e alle sue proposte, nella quale trovano posto anche le sue critiche libertarie alla società gerarchica, al militarismo.

Un bilanciamento democraticistico, un’operazione in stile Expo: fare convivere ‘il diavolo con l’acqua santa’ , le multinazionali devastatrici con il biologico (industriale…), la super produzione agricola con la fame, e così via. Ne vedremo delle belle.

max.var.

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