Di seguito i report da alcune delle piazze che hanno visto presenti i nostri compagni e compagne. La redazione web
L’iniziativa di questa mattina in campo san giacomo ha avuto una partecipazione numerosa e molto sentita, quasi 200 le persone presenti. Numerosi interventi e letture al microfono sono stati intervallate dalle canzoni del coro sociale. Abbiamo ricordato non solo la resistenza antifascista di allora ma anche tutti i compagni caduti uccisi dalla polizia e dai fascisti dal dopoguerra ad oggi: Serantini, Biagetti, Dax… Sono stati fatti interventi sull’attualità dell’antifascismo declinato in senso antilegalitario e libertario, nonchè di sostegno alle lotte dei lavoratori della logistica, Notav e altro ancora. Ottima la diffusione del nuovo numero di Germinal e di tanti altri materiali da nostro banchetto. E’ stato anche un momento per diffondere l’esistenza della rete mutualistica di TRAMA per cui sono state raccolte delle spese solidali. Infine abbiamo affisso due cartelli: uno in campo san giacomo per ricordare le barricate antifasciste del 1920 e uno in piazzetta puecher per ricordare Savina, fioraia in quella piazza e staffetta partigiana. Il grido “Il 25 aprile non è una ricorrenza, ora e sempre resistenza!” ha chiuso una mattinata veramente densa di contenuti e di emozioni… ci vediamo il 1 maggio!
Le compagne e i compagni del Gruppo Anarchico Germinal
Ieri siamo stati presenti al gazebo di Largo Christian Bartoli di fronte ai Tre Ponti con striscioni, cartelli, musica e volantinaggio per ricordare l’insurrezione popolare, e i primi che si opposero in armi al fascismo. Abbiamo infatti ricordato tre delle prime vittime del fascismo a Livorno. Proprio in quel tratto di lungomare l’11 agosto 1921 gli anarchici ardenzini e arditi del popolo Amedeo Baldasseroni e Averardo Nardi furono colpiti alle spalle da colpi di pistola sparati da fascisti, morendo nel corso delle successive settimane. Abbiamo inoltre posto uno striscione alla lapide dedicata a Filippo Filippetti in Via Provinciale Pisana, anarchico, ardito del popolo e sindacalista ucciso il 2 agosto 1922 durante uno scontro a fuoco, mentre con altri compagni attaccava i camion dei fascisti giunti da tutta la Toscana per espugnare la città.
Federazione Anarchica Livornese
Collettivo Anarchico Libertario
Un 25 aprile di lotta
A Roma il 25 aprile 2021 ha visto due modi diversi di ricordare l’insurrezione antifascista del 1945.
Al centro della città, nei luoghi delle passerelle istituzionali, le immancabili frecce tricolori hanno solcato il cielo della città eterna, sopra all’Altare della Patria, disegnando i colori della bandiera patriottica, subito dopo la deposizione di una corona al Milite Ignoto, come avviene nelle occasioni in cui partecipa il presidente della Repubblica di turno, in questo caso Sergio Mattarella. Un’inaugurazione, come al solito, militaresca che vuole ricondurre una lotta popolare di liberazione nell’alveo di una guerra tra eserciti contrapposti.
La retorica politicante delle coalizioni che rappresentano la classe dirigente segue ormai da anni una logica fascista, aizzando all’odio contro il diverso (per il colore della pelle, religione, idee politiche, ecc.) e su questo giocano la loro propaganda e i loro provvedimenti. Un odio che crea visibilità e porta voti: è il fascismo di Stato. Un fascismo che si insinua nei mass-media, nella quotidianità, nei posti di lavoro e nella guerra tra poveri. Oggi l’antifascismo è costretto a riaffermare, come lo è stato durante la Resistenza, le proprie ragioni contro la criminalità del potere. Ovunque intorno a noi ci sono campi minati dal fascismo, dal neocapitalismo, dell’intolleranza e dall’ostilità verso l’altro, considerato “diverso” e dell’indifferenza alla presenza dei lager in cui sono rinchiusi i migranti e alle stragi in mare.
L’indifferenza e la retorica degli opposti estremismi, che favorisce la logica fascista della sopraffazione su chi crea percorsi di liberazione, affiancano un costante ripetersi della violenza di Stato. La disperazione e la povertà dilagano in città: Roma è considerata la città con la maggior emergenza abitativa d’Europa. Ci sono quasi 14.000 famiglie che sono in attesa di una casa popolare e 7.000 a cui non viene riconosciuto tale diritto. Ad esse ne vanno aggiunte altre 6.000 che vivono in condizioni precarie nelle occupazioni, 1.200 che sopravvivono nei residence e 30.000 che versano in una conclamata situazione di grave disagio abitativo. I problemi sono molti, da quelli di carattere generale a quelli valoriali e la risposta delle istituzioni è sempre la stessa: repressione e sfratti esecutivi.
In questo clima surreale, nell’urbe in cui sono vietati i cortei abbiamo deciso, come Gruppo Bakunin di partecipare alle iniziative delle varie periferie di Roma, quelle abbandonate dalle istituzioni, quelle dove la resistenza popolare si fa più sentire. Così a Centocelle, a Roma sud-est, dove, con tantissim* antifascist*, ci siamo mossi in un corteo partecipato da tutto il quartiere, come a Montespaccato, a Roma nord-ovest abbiamo fatto sentire la nostra presenza e la nostra voce, accanto alle sfruttate e agli sfruttati, accanto a chi vuole lottare per una vita dignitosa che sia antifascista, autorganizzata, antiautoritaria.
Ora e sempre resistenza!
Gruppo Bakunin – FAI Roma e Lazio
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In occasione del 25 aprile 2021 il nostro gruppo ha diffuso un comunicato e un banner rossonero dal titolo” 25 APRILE 2021 VIVA L’ANARCHIA”. Il banner è stato proiettato in piazza di Porta S.Paolo in particolare sulla Piramide Cestia, presso le targhe dedicate alla Resistenza, sull’arco interno ed esterno della Porta, luoghi simbolo della lotta partigiana al nazifascismo.
La giornata del 25 aprile è cominciata dalla mattina, con i banchetti e la diffusione della stampa anarchica, dei libri e delle cartoline, allo Spazio Anarchico 19 Luglio e sotto la targa del nostro gruppo in prossimità del teatro cinema garbatella, il Palladium. Qui, intorno a mezzogiorno, è giunto il corteo delle biciclette resistenti partito dalla Montagnola, passato per Tor Marancia e S.Paolo, quartieri densi di storia e di memoria della Resistenza. Il corteo delle biciclette era aperto dalle bandiere NO TAV.
Abbiamo continuato la nostra giornata con un’escursione, passando per le Fosse Ardeatine, luogo dell’eccidio nazifascista e abbiamo chiuso la giornata con un pranzo sui prati del parco dell’Appia Antica.
Gruppo Anarchico C.Cafiero FAIRoma
www.cafierofairoma.wordpress.com
TORINO
Da tanti anni ci ritroviamo vicino alla spalletta di un ponte su un canale che non c’è più. Lì è caduto combattendo l’anarchico Ilio Baroni.
Quest’anno eravamo in tanti. Una lieve brezza muoveva le nostre bandiere.
Un’occasione per intrecciare i fili rossi e neri che legano la gente di questa periferia, dove ogni strada è stata testimone delle lotte degli operai, artigiani, disoccupati e precari nati qui o arrivati, nei decenni da ogni dove.
Dopo gli interventi di due compagn* della Federazione Anarchica Torinese, ci siamo raccolti di fronte alla lapide di Ilio, dove abbiamo deposto fiori sulle note del maggio.
La resistenza degli anarchici contro il fascismo non si è conclusa nell’aprile del 1925 e non era iniziata con l’armistizio dell’8 settembre 1943. Quest’anno ricorre il centesimo anniversario della fondazione degli “Arditi del Popolo”, che contrastarono in armi lo squadrismo fascista.
Oggi come ieri, siamo in prima fila per combattere oppressione e sfruttamento, per costruire insieme un mondo di libere ed eguali.
Un emozionante concerto autogestito di canti partigiani, anarchici e antifascisti ha concluso questo 25 aprile in Barriera.
Federazione Anarchica Torinese
Mentre le istituzioni locali con il loro tricolore ricordavano la Resistenza davanti al palazzo Comunale, noi abbiamo deciso di svolgere la nostra iniziativa in piazza delle Erbe, piazzetta per chi è del posto, una piccola piazza del centro storico dove una volta si svolgeva il mercato.
In piazzetta è murata una targa in ricordo di un importante episodio avvenuto durante la seconda guerra mondiale, la rivolta delle donne carraresi, che il 7 luglio 1944 scesero in piazza per protestare il diktat del comando nazista che aveva ordinato l evacuazione degli abitanti della città e sfidando un presidio di militari tedeschi, al grido di “non abbandonare la città “ottennero che il prefetto revocasse l ordine di sfollamento.
A questa targa abbiamo posto un mazzo di fiori mentre compiaciuta Francesca Rolla dipinta su un murales ascoltava canti della resistenza e d anarchia.
La piazza era rossa e nera , come è stata la Resistenza nelle nostre zone.
Presenti una delegazione dei compagni della FAL di Livorno e dell’ ANPI Provinciale.
Gruppo Anarchico Germinal Fai Carrara
Il 25 aprile a Pordenone siamo tornat* nei luoghi della memoria!
Quasi un centinaio di persone hanno risposto all’iniziativa di Iniziativa Libertaria e antifa pordenonesi raggiungendo i giardinetti del Centro Studi a Pordenone, in una giornata assolata di primavera.
C’era la voglia di guardarsi negli occhi e rimettersi, seppur distanziati, gli uni a fianco alle altre, per ascoltare i racconti di resistenza, il coraggio dei e delle partigiane, omaggiando la sofferenza che in tanti accettarono cadendo in combattimento o torturati per quel desiderio di giustizia e libertà che accomunava storie diverse in quella lunghissima stagione antifascista che parte dal 1921 per passare dal 1945 con la liberazione dal nazifascismo.
Così abbiamo ricordato il partigiano Franco Martelli “ferrini” fucilato il 27 novembre 1944 dopo essere stato catturato dalla brigata nera e dalle SS, proprio davanti al suo cippo nel luogo della memoria di oggi.
Così abbiamo raccontato la storia di Terzo Drusin “Alberto”, Insegnante, partigiano della brigata unificata Garibaldi Osoppo “Ippolito Nievo B”, catturato dalle brigate nere, massacrato e poi gettato nel Livenza dal ponte di Tremeacque.
E ancora fatto i nomi, uno per uno, dei 9 partigiani giovani e giovanissimi che furono catturati in provincia, torturati nelle Casermette e poi prelevati dal carcere e fucilati nell’ex caserma che verrà poi dedicata proprio a Franco Martelli, il 14 gennaio del 1945.
Ma abbiamo parlato anche del centenario delle barricate di Torre, che cade proprio quest’anno, dove nel maggio del 1921 un intero quartiere proletario si oppose in armi al tentativo di conquista e saccheggio da parte delle squadracce fasciste spalleggiate dall’esercito.
Un anno che ci vedrà impegnati a raccontare la bellezza di chi capii subito cosa bisogna fare.
Ma ancora oggi le resistenze sono molte e non mancano compagne e compagni e solidal* che decidono di opporsi alle ingiustizie, alle prevaricazioni, alle discriminazioni pagando in prima persona, a partire da questa stessa città e provincia o Regione.
Un filo rosso che lega ribelli e partigiane di un tempo, spesso giovani che decisero di fare una scelta in tempi bui, una scelta partigiana che ci deve appartenere e deve arrivare alle generazioni future passando dal nostro esempio di partigian* d’oggi, capaci di partecipare in prima persone al cambiamento che un sistema ormai fallimentare ci vorrebbe omertosi o peggio complici.
E’ stata una gran bella giornata oggi per Pordenone, in un periodo difficile come quello pandemico dove lo spaesamento è di casa, riprendersi le idee, i sogni e le strade della resistenza passata è il migliore modo per ricominciare a camminare assieme per altri e nuovi sentieri di coraggio e libertà.
Iniziativa Libertaria – Pordenone
PALERMO
in aggiornamento