Viva la pace, non le guerre! – Intervista a un compagno anarchico sudanese

CNT-AIT (FR), 24 agosto 2024

https://cnt-ait.info/wp-content/uploads/2024/08/2024-08-SOUDAN-solidarity-info-en.pdf

La FAI ha partecipato alla chiamata internazionale della CNT di Tolosa per la solidarietà umanitaria al movimento anarchico sudanese, vittima della guerra e della repressione di entrambe le fazioni. Abbiamo raccolto 3.500 euro che sono stati inviati a* promotor* dell’iniziativa, che ci hanno confermato che l’iniziativa continua fino “alla messa al sicuro di tutt* le* compagn*”

https://cnt-ait.info/2024/08/20/soudan-continue

Traduciamo di seguito un’intervista con un compagno del Sudan che presenta informazioni importanti.

L’incaricato

DOMANDA: Ciao amico! Sono X., della CNT AIT, vorrei ringraziarvi di cuore per aver dedicato un po’ di tempo a rispondere a queste domande. Per prima cosa spero che tu sia al sicuro. Stai certo che hai tutto il nostro supporto. Saremmo interessati a saperne un po’ di più sulla base della tua esperienza personale, quindi abbiamo preparato un elenco di domande.

RISPOSTA: Ciao compagni! Saluti rivoluzionari dai compagni in Sudan alla CNT-AIT e all’AIT, e a tutti coloro che ci sostengono in Francia e altrove. Vi ringraziamo per il vostro sostegno e interesse per le questioni del Sudan, della rivoluzione, della guerra e della nostra attività anarchica. Siamo anche felici di trasmettervi la nostra esperienza, condividere con voi la nostra lotta quotidiana e scambiare opinioni

DOMANDA: Per prima cosa vorrei farti alcune domande sul tuo gruppo anarchico in Sudan.

Da quanto tempo è organizzato il tuo gruppo? Il tuo gruppo si è creato durante l’ultima rivoluzione o prima? Hai partecipato personalmente alla creazione di questo gruppo o ti sei unito? Hai un nome ufficiale per il tuo gruppo?

RISPOSTA: La formazione del nostro gruppo è iniziata nell’aprile 2017, prima della rivoluzione del dicembre [2018], e ho partecipato personalmente alla sua formazione. Era un piccolo gruppo di 5 individui. Il nome del gruppo è Federazione Anarchica.

DOMANDA: Sembra che ci siano stati pochissimi esempi di organizzazioni anarchiche nei paesi africani, potresti dirci come te e altri membri del vostro movimento avete familiarizzato con le idee anarchiche? L’anarchismo era radicato nei precedenti movimenti sociali e nelle rivoluzioni in Sudan? Quali erano le altre forme di idee socialiste nei precedenti movimenti sociali?

RISPOSTA: Sì, i movimenti anarchici in Africa non sono molto diffusi. Per quanto riguarda il Sudan, prima non esisteva alcuna organizzazione o gruppo anarchico. La maggior parte del Sudan può essere auto-amministrata, ma idee autoritarie reggono lo stato, la tribù e il sistema militare e religioso. Questo è ciò che rende complesso il movimento sociale anti-regime. Abbiamo acquisito la nostra consapevolezza rivoluzionaria e la conoscenza dell’anarchismo attraverso la nostra auto-educazione e conoscenza dei movimenti sociali nel mondo, e l’ingiustizia che ci è stata inflitta ha contribuito principalmente all’adozione delle idee anarchiche. Le idee socialiste presenti in Sudan contribuiscono direttamente o indirettamente a sostenere e consolidare il potere, come le idee comuniste marxiste e le idee dei movimenti armati neoliberisti [guerriglieri diversi dall’RSP e dall’esercito ufficiale, N.d.R.], con la loro continua ricerca di posizioni nello Stato e persino la loro demolizione del movimento sociale.

DOMANDA: Potresti dirci della composizione sociale del tuo gruppo, eravate per lo più studenti o c’erano lavoratori? So che le donne hanno avuto una grande parte nel movimento rivoluzionario, c’erano molte donne nel tuo gruppo? Era un gruppo per lo più cittadino o le persone venivano anche dalle zone rurali?

RISPOSTA: Il nostro gruppo era inizialmente composto da studenti, poiché gli studenti rappresentano la punta di lancia nel movimento per il cambiamento sociale e per la Rivoluzione di Dicembre. Dopo la formazione dei nostri gruppi e la loro diffusione in diverse università in vari stati del Sudan, siamo stati in grado di partecipare e formare gruppi attraverso i compagni nelle loro aree di residenza nelle città e nelle aree rurali, e di formare gruppi al di fuori della comunità studentesca in varie aree del Sudan. Le donne sono una parte essenziale della formazione dei nostri gruppi nelle università e anche nelle aree rurali e nelle città. Le donne costituiscono oltre il 60% della composizione dei nostri gruppi.

DOMANDA: Se possibile, potresti dirci quanti membri avevate nei vostri gruppi, dopo che il movimento si è diffuso in diverse università e in varie parti del paese?

RISPOSTA: Il numero dei membri del gruppo era stimato in più di 60 compagn* all’inizio, ora il numero è aumentato, ma non c’è un conteggio preciso a causa della perdita di contatto con molti compagni.

DOMANDA: Potresti parlarci delle attività che il gruppo anarchico è stato in grado di svolgere negli ultimi anni? Come hanno reagito le persone alla diffusione delle tue idee?

RISPOSTA: Una delle attività più importanti che abbiamo svolto nel 2017 e nel 2018 è stata quella di invitare i giovani e gli studenti a rovesciare il regime, rompere la barriera della paura e unirsi per rovesciare il governo dittatoriale di Bashir. Abbiamo organizzato attività nelle università e seminari contro il regime e abbiamo iniziato a organizzare cortei spontanei che hanno riunito tutti i sudanesi. Questo ci è costato la perdita del compagno Abu Al-Rish, del compagno Qusay e del compagno Mudawi. Dopo la caduta del regime di Omar Al-Bashir, abbiamo chiesto la continuazione della lotta per rovesciare il regime militare in Sudan, e l’abdicazione del generale Ibn Auf è arrivata rapidamente a causa della terribile pressione del popolo sul potere. La brutale repressione è stata forte contro di noi e siamo stati sottoposti ad arresti, fustigazioni, abusi e minacce di morte. Ma questo non ci ha fatto rinunciare alla nostra causa e alla nostra lotta contro le autorità. Abbiamo convocato un sit-in al Comando Generale, che rappresentava una piccola comunità di auto-amministrazione in cui era evidente la grandezza delle idee anarchiche. Era un esempio vivente dell’auto-amministrazione del Sudan, in quanto comprendeva milioni di sudanesi di tutti gli stati. L’autorità dittatoriale intuì il pericolo in questo e compì un massacro che disperse il sit-in, al quale la forza politica contribuì notevolmente e facilitò questo orribile massacro in cui morirono più di 700 rivoluzionari civili disarmati. Molti dei rivoluzionari soffrono ancora di problemi psicologici a causa dell’orrore delle uccisioni che hanno visto. Sono stati picchiati e insultati in modo orribile. Anche questo non ci ha spezzato, ma piuttosto ci ha reso più determinati e convinti dell’importanza della caduta di questo regime brutale e omicida. Così abbiamo iniziato a formare comitati di resistenza nei quartieri, a riunire i rivoluzionari in gruppi organizzati e a unificare la bandiera della lotta. La brutalità, l’uccisione e la repressione violenta dei cortei erano una caratteristica intrinseca di ogni corteo. Sapevamo che avremmo potuto pagare un prezzo per questo con la nostra vita, ma stavamo andando alla ricerca di una rivoluzione sociale.

DOMANDA: I comitati di resistenza sembravano organizzarsi in un modo molto interessante e molto vicino all’anarchismo, puoi descriverceli? In che modo tu e il tuo gruppo avete potuto partecipare a questi comitati?

RISPOSTA: Partecipiamo continuamente ai comitati di resistenza, che sono gruppi di rivoluzionari nei quartieri e nelle regioni del Sudan. I comitati di resistenza prendono decisioni collettivamente per ogni comitato.

DOMANDA: La comprensione generale che ho avuto del movimento sociale degli ultimi anni in Sudan, in particolare dopo il colpo di Stato militare nell’ottobre 2021, è che le persone hanno rifiutato con forza l’esercito e le milizie dell’autorità, i partiti politici e i sindacati ufficiali e le élite sia del Sudan che dei paesi stranieri, e volevano costruire una società dal basso verso l’alto, sviluppando quotidianamente un forte senso di solidarietà sociale e auto-organizzazione, che ho trovato molto incoraggiante e radicato in una prospettiva di lotta di classe e di democrazia diretta.

Tuttavia, l’obiettivo politico principale, come descritto nella “carta del potere del popolo”, è ancora la creazione di un governo e di uno Stato, anche se democratico – che è senza dubbio migliore della guerra e della dittatura militare o religiosa – e quindi sembrava un po’ in contraddizione con le conquiste dell’auto-organizzazione popolare quotidiana sviluppata nei comitati di resistenza dal mio punto di vista anarcosindacalista. Puoi commentare questo punto?

RISPOSTA: È importante sapere che la lotta di liberazione comporta molto lavoro persistente e paziente che non si ottiene da un giorno all’altro. Vediamo che ciò che la consapevolezza dei giovani, dei rivoluzionari e della società in Sudan ha raggiunto è un punto di svolta nella rivoluzione. Ciò che la Carta Rivoluzionaria propone per stabilire l’autorità del popolo è ciò su cui i comitati di resistenza sono d’accordo, e non sono organismi sindacali o organismi professionali, ma piuttosto gruppi di rivoluzionari che differiscono nei loro orientamenti sulla gestione del paese o sull’organizzazione. Ciò di cui abbiamo bisogno ora, e su cui stiamo lavorando, è preservare l’unità di questa forza dalla catastrofe della guerra civile che sta lacerando il tessuto sociale. Certamente, l’auto-amministrazione è il punto che possiamo facilmente sollevare, e questo è considerato uno dei vantaggi della rivoluzione, ma attuarlo ora alla luce di questa situazione catastrofica è molto complicato.

DOMANDA: La guerra va avanti da più di un anno, puoi dirci come sei riuscito a superare questo ultimo anno, e se siete stati in grado di mantenere alcune delle vostre attività politiche durante quei tempi difficili?

RISPOSTA: Lo scoppio della guerra in Sudan ha colpito direttamente la nostra organizzazione, poiché tutti i compagni di Khartoum, Madani e El Fasher sono fuggiti in diverse città e fuori dal Sudan, e la sospensione delle università, i danni alle infrastrutture, agli agricoltori, ai sindacati e a internet hanno reso difficile comunicare con i compagni. Abbiamo perso la compagna Sarah e il compagno Omar Habbash, e abbiamo perso un’ambulanza che avevamo a Zamzam, il campo per sfollati a El Fasher per il trasporto dei pazienti. E’ stato un anno disastroso, con il terrorismo dappertutto, arresti arbitrari e liquidazioni da parte dell’esercito …, e uccisioni su base etnica da entrambe le parti.

DOMANDA: Puoi parlarci della situazione attuale in Sudan?

RISPOSTA: La situazione in Sudan è catastrofica. Più di 25 milioni sono stati sfollati e l’istruzione è stata interrotta per più di 15 milioni di bambini. Più di 4.000 mila civili sono stati uccisi, e anche se i numeri sono imprecisi la carestia è iniziata. Non ci sono farmaci salvavita, non c’è lavoro e più del 70% degli ospedali non funziona. La situazione è orribilmente disastrosa.

DOMANDA: Mi risulta che alcuni dei tuoi compagni abbiano dovuto lasciare il Sudan di recente. Riesci a rimanere in contatto con loro? Hai qualche prospettiva di portare avanti la tua organizzazione anche a distanza?

RISPOSTA: Sì, siamo in contatto con la maggior parte dei nostri compagni all’estero. Abbiamo un piano per gestire l’organizzazione da remoto e gestirne le attività.

DOMANDA: Fino a che punto è possibile mantenere posizioni anarchiche durante la guerra civile?

RISPOSTA: Mantenere il gruppo anarchico in Sudan è possibile, ma non è facile, e questo è un onere aggiuntivo ora alla luce della guerra e dello spostamento della maggior parte dei compagni fuori dal Sudan.

DOMANDA: Durante l’insurrezione in Egitto, gli anarchici avevano fondato un giornale. Sebbene fossero tutti atei, non criticavano l’Islam nei loro scritti, era quasi impossibile. Com’è in Sudan?

RISPOSTA: Per quanto riguarda la critica all’Islam in Sudan, è molto diffusa nella gioventù rivoluzionaria. La rivoluzione è avvenuta contro il regime dei Fratelli Musulmani e le loro idee estremiste, autoritarie e reazionarie, è stata un punto di svolta nella consapevolezza dei giovani nei confronti della religione stessa.

DOMANDA: Per quanto riguarda la distribuzione di medicinali e le attività per i bambini, vorremmo sapere in quale zona, in quale città o anche in quale quartiere svolgi le tue azioni umanitarie? Il tuo gruppo anarchico organizza tali azioni o partecipi alle azioni di altri gruppi?

Partecipate come individui o come collettivo anarchico?

RISPOSTA: All’inizio della guerra, distribuivamo pasti nei centri di accoglienza a Dongola, Atbara e Khartoum nella località di Karari. Per quanto riguarda i medicinali, vengono distribuiti in base alle esigenze degli sfollati nei centri di accoglienza, in collaborazione con l’Al-Hawadith Street Initiative, forniture mediche e talvolta con la Mezzaluna Rossa sudanese. Per quanto riguarda il latte artificiale e gli assorbenti igienici per le donne, abbiamo condotto l’inventario e lo abbiamo distribuito a 8 centri ad Al-Damer e Atbara, e 5 centri a Dongola, e ora stiamo distribuendo nella località di Al-Dabba, dove si sono rifugiati migliaia di sfollati in fuga da El-Fasher. Nel nostro gruppo anarchico, abbiamo diversi compagni che lavorano nelle professioni sanitarie che sono stati determinanti nella fornitura di materiale sanitario. Lo distribuiamo attraverso il nostro gruppo per la maggior parte del tempo, e collaboriamo anche con chiunque contribuisca a risolvere la crisi umanitaria in Sudan, individui e talvolta organizzazioni. All’inizio della guerra in Sudan, ho detto al nostro gruppo di fare volontariato negli ospedali e nei centri di emergenza nella località più vicina ai nostri compagni.

DOMANDA: Nel “forum anarchico sudanese” alcuni degli esuli sudanesi che aiutiamo hanno visto che nel luglio 2022 avete condiviso un pezzo riguardante le “Forze della libertà e del cambiamento”. Il “forum anarchico sudanese” è la pagina del vostro gruppo? Come funziona: chiunque può pubblicare ciò che vuole o si moderano o si sanzionano gli articoli che vengono pubblicati? Cosa pensi delle Forze della Libertà e del Cambiamento? In modo più generale, cosa pensi delle Forze di Supporto Rapido e dell’esercito? È possibile rifiutarsi di sostenere una parte o l’altra, o si è costretti a schierarsi?

RISPOSTA: Per quanto riguarda il nostro gruppo, non ha una piattaforma ufficiale, in quanto evitiamo il lavoro di propaganda in questa situazione politica critica, e non abbiamo una piattaforma online. L’unico modo per contattarci è via e-mail. Le “Forze della Libertà e del Cambiamento” sono un organo politico sudanese che ha i suoi conflitti e non ha alcuna autorità sullo Stato. La guerra è ora guidata da due generali dell’esercito. Non sosteniamo nessuna parte in guerra; al contrario, siamo favorevoli alla sua cessazione immediata.

Condanniamo fermamente i massacri commessi dalle Forze di Supporto Rapido e dall’esercito contro cittadini innocenti, e non sosteniamo nessuno di essi. Ciò che vogliamo è la fine della guerra, e la paceViva la pace, non le guerre!

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