In un sabato mattina di fine gennaio, nell’aria sporca di Torino, appena bagnata da una lieve pioggerellina, un gruppo di antirazzisti, si è fatto un giro a sorpresa in una decina di uffici postali. Uno striscione con la scritta “stop deportazioni”, cartelli, volantini e un megafono tascabile per raccontare alla gente in fila per un pacco, una raccomandata, un bancomat…
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