Si è concluso il procedimento iniziato nel gennaio 2018 dalla procura di Torino contro Fabrizio Maniero, Davide Grasso, Paolo Andolina, Jacopo Bindi e Maria Edgarda Marcucci “colpevoli” di essersi recati in Rojava per sostenere la rivoluzione in quei territori, chi combattendo, chi facendo il reporter. Il tribunale di Torino ha imposto a Maria due anni di sorveglianza speciale che prevede per due anni (pena prorogabile) il sequestro di patente e passaporto, l’obbligo di firma e di dimora oltre al divieto di svolgere attività sociali e politiche. Il giudice ha invece respinto le richiesta del PM per Paolo e Jacopo così come era già successo precedentemente per Fabrizio e Davide.
Una sentenza molto grave, simbolicamente arrivata a un anno dalla morte di Lorenzo Orsetti “Orso” ucciso dall’Isis in Rojava.
Questa vicenda dimostra ancora una volta la vera posizione dello stato italiano di fronte alla lotta delle popolazioni della Siria del nord per la propria liberazione: dopo la farsa del blocco della vendita delle armi alla Turchia, ora la brutta fine di questa persecuzione giudiziaria.