Dal 13 aprile nel quartiere di Sheik Jarrah a Gerusalemme Est la popolazione palestinese si sta ribellando al tentativo delle truppe d’occupazione israeliane di sfrattare circa 300 persone dalle abitazioni in cui vivono. Ciò si inserisce nel tentativo del governo israeliano guidato da Netanyahu di creare una coesione tra le fazioni nazionaliste a sostegno del governo, perseguendo il folle obiettivo di fare di Gerusalemme la capitale dello Stato di Israele. Perciò in questa provocazione alle prepotenze dei coloni e alla violenza della polizia e dell’esercito si sono unite le aggressioni razziste dell’estrema destra israeliana. Solo dopo il lancio di razzi da Gaza i principali media europei hanno dato attenzione alla vicenda, in modo però completamente distorto, spesso sostenendo apertamente la politica del governo israeliano.
Esprimiamo la nostra solidarietà alla popolazione palestinese e arabo-israeliana, vittime di una politica di segregazione etnica voluta dal colonialismo britannico e continuata dallo Stato di Israele.
L’attuale governo israeliano, sostenuto da forze politiche che hanno le radici in organizzazioni criminali e terroriste come la Banda Stern, che aveva scelto di allearsi con i nazifascisti durante la seconda guerra mondiale, continua la sua politica fascista, terrorista e di suprematismo etnico nei confronti della popolazione araba.
Alzare la tensione in Palestina è la via scelta da Netanyahu per rafforzare il proprio potere traballante, e per nascondere le conseguenze di una crisi economica che si sta avvitando su se stessa. Contrapporre arabi ed ebrei è la via seguita dal potere politico e dalle classi privilegiate per impedire che i vari interessi degli sfruttati di origine e cultura diverse portino a riconoscere i comuni nemici: lo Stato, il capitale, la religione. Quanto è avvenuto in questi anni dimostra che la soluzione “due popoli, due stati” non porta alla pace. Con il suo intervento, Hamas, tenta di rafforzare il proprio ruolo militare e di potere. Si tratta di una ribellione in realtà molto più ampia, nata dalle proteste della popolazione di Gerusalemme represse con la violenza dal governo israeliano.
Tuttavia tentare di soffocare le voci conflittuali non elimina il conflitto ma, come dimostrano i fatti di questi giorni, rende solo più violenta la sua manifestazione.
Quanto è successo nelle scorse settimane a Gerusalemme dimostra che l’unica speranza di pace è nel successo della ribellione popolare: ribellione arabo-palestinese contro i vertici dell’Autorità Palestinese e di Hamas, ribellione della popolazione israeliana, araba ed ebrea, contro il governo Netanyahu. Tutti costoro fanno della prosecuzione della guerra la base del proprio potere.
Quanto avviene oggi in Palestina parla direttamente alla nostra realtà. Non solo perché i governi e le forze politiche, con diverse gradazioni, esprimono la propria solidarietà ad Israele, e quindi ritengono la politica di segregazione perfettamente compatibile con i famosi “valori occidentali”. Parla alla nostra realtà perché negli ultimi venti anni sono state messe in atto nelle nostre città molte tecnologie, protocolli e tattiche di controllo sociale e repressione applicate su vasta scala dallo Stato di Israele. Perché la segregazione la viviamo ogni giorno, con l’occupazione militare delle città, con i rastrellamenti, con le “morti accidentali” dei non garantiti e degli emarginati.
Il sostegno a Netanyahu fa il pari con il sostegno ad Erdogan. Entrambi dimostrano il carattere autoritario e sanguinario di tutti i governi, anche di quelli tecnici o di sinistra. Ribelliamoci contro tutti i governi! Sosteniamo chi si oppone alla segregazione, al razzismo, al colonialismo, all’oppressione!
Federazione Anarchica Livornese
Collettivo Anarchico Libertario