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“Prise de possession” di L. Michel

“Prise de possession” di L. Michel

Pubblicato una ventina d’anni dopo l’esperienza della Comune di Parigi (18 marzo – 28 maggio 1871), Prise de possession afferma la necessità della rivoluzione libertaria e anarchica, denunciando l’insostenibilità del sistema capitalista. Attraverso un linguaggio letterariamente ricco ed evocativo, Louise Michel mostra infatti l’ipocrisia dei governi del nuovo regime, che si avvale dell’illusione del voto per affermare il suo potere sulle masse e farne una mandria produttiva, al servizio del capitale.

Attraverso continui collegamenti tra la violenza sociale della Parigi repubblicana, la repressione colonialista che la Francia stava perpetrando in quegli anni in Asia e Oceania ed il richiamo alle esperienze di rivolta e di lotta per l’autodeterminazione e l’autogestione, Louise Michel incita alla presa di possesso, anziché espropriazione – “poiché la seconda espressione implica l’esclusione degli uni o degli altri” – laddove, nella prospettiva della compagna, il mondo deve essere di tutti. Solo uno sciopero generale e universale, già avviato verso la sua ineludibile realizzazione, può infatti sradicare il capitalismo e la dinamica di dominio e violenza (sul mondo sociale così come sul mondo naturale) che esso comporta.

La sollecitazione rivoluzionaria si esprime attraverso un linguaggio evocativo, figurativo, articolato dall’autrice con una passionalità e naturalezza che impediscono allo scritto di risultare artificioso. Prise de possesion rappresenta un documento importante sia per la diffusione, in Italia, del pensiero di Louise Michel, sia per la presa di coscienza dell’insostenibilità della vita così come essa si svolge all’interno del sistema produttivo capitalista. Se, a tratti, i toni convinti e sicuri sull’inesorabile caduta del capitalismo, pronunciati quasi un secolo e mezzo fa, possono correre il rischio di apparire ingenui e far cadere il lettore in una cinica disillusione, la sua contestualizzazione nel momento attuale (in cui tutto il mondo sembra angosciarsi di fronte al pericolo finanziario dell’arresto della produzione) può fornire uno strumento incisivo per la consapevolezza dell’inconsistenza fondamentale su cui si basa la quotidianità delle persone – scandita dai tempi di lavoro e di produzione, e giudicata in base al potenziale di capitalizzazione delle attività umane.

L’iniziativa editoriale di Zero in condotta, restituendo un testo che attraversa una gamma di tematiche vastissima per la sua brevità, rende disponibile per la prima volta in lingua italiana una testimonianza importante di quello che è il pensiero critico di Louise Michel. Introdotto da Selva Varengo e da una breve riflessione di Michel e Philippe Paraire e Michel Baudouin, Presa di possesso costituisce uno strumento essenziale per comprendere la società neoliberale contemporanea, fornendo l’accesso a un’analisi in cui alcuni tra i nodi più importanti per la decostruzione del dispositivo economico-sociale capitalista si condensano e si mostrano nelle loro relazioni reciproche.

Olivia Tersigni

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