PDVSA e Misiones Sociales

Le Misiones Sociales

Il Sistema Nacional de Misiones – conosciuto come Sistema Nacional de Misiones, Grandes Misiones y Micro-Misiones “Hugo Chávez” – è un progetto governativo che fornisce agli strati più poveri della popolazione venezuelana l’assistenza sanitaria primaria, gli alloggi, l’istruzione di base e l’accesso ai prodotti alimentari sovvenzionati tra governo e imprese private.

Così descritte le Misiones Sociales non sono un progetto negativo: secondo l’United Nations Development Programme (UNDP) il punto più alto dell’Indice di Sviluppo Umano che il Venezuela ha raggiunto è di 0,775 con un Reddito Nazionale Lordo pro-capite (in Parità di Potere d’Acquisto) di 15.101$[1][2] nel 2015, mentre il tasso di alfabetizzazione secondo i dati del 2017 è del 97,1%.[3]

I miglioramenti descritti non devono essere minimizzati ma nemmeno scambiati per una forma di socialismo. I prezzi alti del petrolio degli anni passati[4] hanno consentito allo Stato venezuelano di poter creare le Misiones, permettendo una serie di miglioramenti – anche se limitati – per le persone povere ma soprattutto uno stile di vita sontuoso per la classe dirigente burocratica e borghese.

Cosa fondamentale è che questo discorso sulle Misiones non deriva dalla volontà “benevola” dello Stato ma da tutta una serie di lotte passate (lavoratori/lavoratrici, popolazioni native, persone povere ecc.) che hanno imposto alla classe dirigente tali concessioni.

Il benessere fornito da qualsiasi Stato non mette fine al capitalismo e al dominio di classe. Inoltre, la minoranza di persone che sotto il capitalismo ha il monopolio sui mezzi di produzione – attraverso i diritti di proprietà che lo Stato fa rispettare – porta la maggioranza delle persone ad essere minacciate di licenziamento e quindi continuamente sottoposte al rischio della disoccupazione. Lo Stato, al fine di mantenere il dominio di classe ed una parvenza di stabilità, deve intervenire per alleviare alcuni di questi problemi generati dal capitalismo e dal dominio di classe; se così non fosse, la parte sfruttata e povera della popolazione prenderebbe coscienza dell’ingiustizia sociale ed economica e si rivolterebbe.

Le lotte vittoriose dei lavoratori, delle lavoratrici, delle popolazioni native e delle persone povere hanno spinto lo Stato venezuelano a fornire questa parvenza di benessere, che è al tempo stesso una forma di sfruttamento e dominio da parte dell’élite sfruttatrice e dominante. La propaganda dello Stato venezuelano (e di qualsiasi Stato) riguardo all’agire in favore della popolazione sfruttata facilita ulteriormente questo sfruttamento ed oppressione. Errico Malatesta illustra come questa doppiezza governativa non possa “reggersi a lungo senza nascondere la sua natura dietro un pretesto di utilità generale; esso [il governo] non può far rispettare la vita dei privilegiati senza darsi l’aria di volerla rispettata in tutti; non può far accettare i privilegi di alcuni senza fingersi custode del diritto di tutti.”[5] 

Nonostante i benefici ottenuti dalle misiones e la propaganda chilometrica dello Stato, Sergio López[6] e Rafael Uzcátegui[7] descrivono come la gestione delle misiones sia retta da rapporti gerarchici in cui i membri responsabili dell’amministrazione e della pianificazione sono militari filo-governativi e borghesi. Una situazione del genere ha creato una forte dipendenza della popolazione impoverita da quello stesso sistema economico in cui vive gaudente la dirigenza burocratica e borghese venezuelana grazie agli aiuti dello Stato, permettendo un accrescimento della corruzione e della gestione arbitraria delle risorse.

Soggetti come per esempio Ricardo Fernandez Barrueco del Gruppo Proarepa (principale fornitore della catena di supermercati della Misión Mercal) o l’attuale vicepresidente della Comunicación y Cultura Jorge Rodríguez Gómez hanno fatto una fortuna – economica e politica – con le misiones[8]. Le aziende capitalistiche presenti in Venezuela massimizzano i guadagni contenendo i costi e la burocrazia nata dalla “rivoluzione socialista bolivariana” è collusa con esse.

Facendo un paragone tra Venezuela e Italia, riveliamo come nel caso italiano la legge 28 febbraio 1949 n.43 “Provvedimenti per incrementare l’occupazione operaia, agevolando la costruzione di case per lavoratori” – con le successive proroghe del 1956 e del 1963 – e la legge stralcio n. 841 del 21 ottobre 1950 (Riforma Agraria) abbiano permesso la formazione ed il potenziamento delle aziende agricole ed edili. Chiaramente un paragone del genere è forzato a livello storico in quanto le leggi italiane in questione vennero dettate da una precisa volontà di stabilizzare un paese distrutto dalle politiche guerrafondaie del regime fascista. Il paragone in questione ci fa però comprendere come la visione aziendale non cambi da territorio a territorio ma resti semplicemente uguale.

L’unica differenza tra le due repubbliche (italiana e venezuelana) è la retorica e propaganda ad personam utilizzata dai governi passati, presenti e futuri. Nel Venezuela della “rivoluzione bolivariana”, la propaganda ha permesso di dipingere il paese come caposaldo di un socialismo alternativo a quello cinese (socialismo di mercato) ed a quello della fu Unione Sovietica (socialismo di Stato), consentendo a quei gruppi della sinistra del cosiddetto primo mondo di applaudire e sostenere apertamente il “Sistema Nacional de Misiones”. Un simile plauso non solo è fallace dal punto di vista di liberazione dai poteri rappresentati dallo Stato e dal Capitale ma denota una volontà precisa di mantenere lo status quo. La posizione di privilegio ricoperta all’interno della “rivoluzione bolivariana” consente una gestione burocratica centralizzata e al tempo stesso il mantenimento dei privilegi dati da essa.

In tutte le costituzioni politiche, anche le più democraticamente organizzate,” – scriveva Bakunin – “sottoposte al controllo della votazione popolare e corrette dalla cosiddetta legislazione diretta da parte del popolo, le masse popolari sono invitate, forzate a votare su delle astrazioni sia religiose o metafisiche, sia politiche, sia giuridiche e che queste astrazioni, che certamente offrono un grandissimo interesse di speculazione teorica, di ambizione politica e di profitti economici alle classi privilegiate (…) non solo non rappresentano alcun interesse per il popolo, ma sono assolutamente contrarie a tutti i suoi veri interessi (…). Tutta questa libertà politica, democratica, fondata sul suffragio universale più largo e sottomesso al cosiddetto controllo popolare, non arriva per il popolo che al diritto e al dovere di darsi un padrone, un dittatore, sia individuale sia collettivo, ma rappresentante una classe privilegiata che lo sfrutta e l’opprime. (…) Tutte le costituzioni politiche, dalla monarchia più assoluta fino alla Repubblica più rossa, offrono interesse e garanzia solo alle diverse classi di privilegiati della società. Dal punto di vista popolare esse rappresentano tutte ugualmente lo stesso sfruttamento e lo stesso dispotismo. (…) Bisogna che il popolo ritorni al governo dei monarchi assoluti, dei despoti? Assolutamente no; se potesse avere l’abilità di farlo, non servirebbe i suoi interessi, ma quelli delle classi privilegiate che, evidentemente, per salvare i loro privilegi economici, si rigetterebbero, quasi dappertutto oggi, sotto la bandiera protettrice di un potere militare e poliziesco senza limiti.”[9]

Gruppo Anarchico Chimera

Note

[1] Human Development Indices and Indicators: 2018 Statistical Update. Briefing note for countries on the 2018 Statistical Update: Venezuela (Bolivarian Republic of). http://hdr.undp.org/sites/all/themes/hdr_theme/country-notes/VEN.pdf

[2] Il Reddito Nazionale Lordo (RNL) Pro Capite indica la ricchezza prodotta annualmente dal sistema economico di un paese; serve a calcolare il valore economico medio che spetterebbe a ciascun individuo in un sistema di distribuzione eguale. La Banca Mondiale misura gli RNL in Parità di Potere d’Acquisto – PPA, in inglese Purchasing Power Parities, PPP) con il metodo Atlas (ovvero stimare gli RNL in dollari statunitensi) per il calcolo delle fluttuazioni dei cambi e della differenza inflazionale tra i vari beni dei paesi presi in esame. Questo modo di calcolare il RNL in PPA consente di vedere in modo più realistico il potere d’acquisto locale e la possibilità di accedere ai beni e servizi fondamentali.

[3] Venezuela Literacy. https://www.indexmundi.com/venezuela/literacy.html

[4] OPEC Basket Price. https://www.opec.org/opec_web/en/data_graphs/40.htm

[5] MALATESTA, Errico, L’Anarchia, pag. 20, Roma, Datanews, 2001.

[6] “Venezuela and the ‘Bolivarian Revolution’”, apparso sui numeri 51-52 e 53 dell’Internationalist Perspective. https://internationalistperspective.org/wp-content/uploads/2017/09/IP052.pdfhttps://internationalistperspective.org/wp-content/…/IP053.pdf

[7] Uzcátegui, Rafael, “Venezuela: la Revolución como espectáculo”, libros.metabiblioteca.org:8080/bitstream/001/202/8/978-84-937144-5-1.pdf, pagg. 143-158.

[8] Jorge Rodríguez Gómez difese la Misión Barrio Adentro in quanto “risultato della rivoluzione bolivariana” (cit. in Uzcátegui, Rafael,  “Venezuela: la Revolución como espectáculo”, libros.metabiblioteca.org:8080/bitstream/001/202/8/978-84-937144-5-1.pdf pag. 155).

[9] BAKUNIN, Michail, Opere Complete. Volume 1, Frammento M. de “La teologia politica di Mazzini seconda parte. Frammenti e varianti”, pag. 183.

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