Questo è un numero speciale dell’osservatorio e vogliamo aprirlo con un abbraccio di incoraggiamento per un nostro fraterno amico rimasto coinvolto in uno degli incidenti sul lavoro che continuiamo a rilevare in regione, mese dopo mese. Sappiamo che la degenza sarà lunga e dura, perciò siamo tutti al suo fianco, come al fianco di tutti quei lavoratori che devono affrontare il travaglio del post-incidente, delle continue visite, riabilitazioni e il duro percorso che li riporti ad una vita normale fuori dai luoghi di cura. Proprio qui nelle marche, dove nell’area vasta 2 di Ancona è precario un infermiere su 6 e va peggio per gli o.s.s. dove sono il 17 %; numeri che influiscono oltre che sulle condizioni di instabilità del lavoratore, anche sulla disorganizzazione dei servizi che stiamo subendo, sia da lavoratori che da utenti del settore sanitario regionale in corso di privatizzazione. Segnaliamo questo bimestre il caso della OTIM di Macerata, azienda di smaltimento rifiuti che dopo il vasto incendio che l’ha coinvolta, e il sequestro ed inagibilità di parte della struttura, con un inquinamento della falda con valori 7mila volte sopra la norma, ora passa alla messa in cassa integrazione dei dipendenti; un settore quello dello smaltimento dove il rischio incendio è “stranamente” frequente e dal 2000 è la quarta volta che succede nella stessa azienda. Riportando poi i dati relativi alla gestione dell’infinita vicenda del sisma che ha colpito ormai 2 anni fa la regione, ad oggi la situazione è pessima nel comparto agricolo del cratere sismico. Calano le imprese agricole del 5% – in due anni è stato il 6 % del pil agricolo- colpendo 15mila aziende; solo la produzione del latte nell’area è calata del 35% e sul piano nazionale tutte le attenzioni sono su diatribe interne al nuovo governo, che soffia sulle paure e risponde con la criminalizzazione della povertà. I padroni dal canto loro vedono nell’innovazione e controllo dei lavoratori, un opportunità di business che non intendono condividere con l’intero paese, cercando sempre nuovi sconti fiscali in cambio di paghe da fame, servizi inefficienti e sfruttamento della classe lavoratrice, sia essa intellettuale che manovale.