Ottomila tonnellate di residui derivanti dalla depurazione di sostanze usate per la concia delle pelli , sono state mescolate con materiale inerte necessario per la costruzione della variante 429 bis, nel tratto tra Empoli e Castelfiorentino, questo materiale con alte concentrazioni di cromo esavalente e altri metalli pesanti , è classificato come altamente pericoloso per la salute e per l’ambiente.
L’inchiesta in corso scopre i nervi di un sistema di produzione che è votato solo al profitto e non si fa scrupolo, pur di ricavare il massimo guadagno, di minare la salute dei lavoratori e devastare l’ambiente in cui anche loro vivono con le loro famiglie e i loro figli.
Nello stesso modo mette a nudo l’inefficacia di un sistema politico e amministrativo, corrotto ed incapace, completamente subordinato alle leggi dell’economia dettate dalla classe imprenditrice e dalla finanza.
Il caso assume una maggiore gravità rispetto ad eventi precedenti, “ricordiamo la terra dei fuochi” in quanto si è svolto nell’ambito della costruzione di un’opera pubblica di interesse regionale, e i responsabili dello smaltimento illecito siano essi soggetti privati o pubblici, hanno agito eludendo controlli e verifiche che dovevano essere fatte in termini di legge, consapevoli di commettere più di un reato.
Uno scandalo vergognoso che coinvolge personaggi di rilievo della politica e del’ imprenditoria di aziende partecipate e di soggetti in odore di ndrangheta.
Nessuno può cercare scuse dicendo non potevamo sapere, soprattutto la classe politica che quando si tratta di conquistare consensi per salire sulle poltrone, si straccia le vesti per dimostrare agli elettori, la loro bravura e la loro competenza, oppure quando in pompa magna con rulli di tamburo e squilli di trombe si presentano impettiti all’inaugurazione di opere come nel caso della recente apertura del tratto di strada incriminato, dove erano presenti tutte le autorità della zona.
Corruzione e connivenza con la malavita organizzata sono ormai un certezza anche da noi, e politici e imprenditori se ne servono con disinvoltura.
Ripercorrendo a ritroso la storia delle concerie della zona del cuoio “ma i metodi sono gli stessi per tutti gli antri tipi di industria” ricordiamo negli anni del primo boom industriale gli sversamenti selvaggi nei fossi e nell’Arno con le prime grandi morie di pesci, o il conferimento degli scarnicci con tutto il loro contenuto tossico ai contadini come concime agricolo, Poi la costruzione dei primi depuratori che però non risolvevano il problema in quanto i fanghi di risulta della depurazione creavano problemi per il loro smaltimento, fino ad arrivare negli anni 1988 alla realizzazione di una mega discarica voluta dai conciai e dalla regione Toscana in una località a vocazione agricola nel comune di San Miniato, tutta la popolazione della zona si oppose costituendo un comitato di lotta popolare che però non riuscì a impedirne la realizzazione ottenendo solo la garanzia della sua temporaneità, che del resto era di per se scontata in quanto la sua capienza aveva un suo limite naturale.
Nel frattempo si sarebbero dovute trovare soluzioni alternative allo smaltimento del prodotto della depurazione. Sono passati 33 anni e la soluzione è quella che oggi ci ritroviamo industriali, politici e malviventi non trovano di meglio che continuare a imporre sistemi di produzione devastanti, smaltimenti illeciti legalizzati dalla corruzione e dalla ndrangheta, ricattando con la minaccia di chiusura e dei licenziamenti davanti a qualsiasi tentativo di imporre regole di produzione meno devastanti.
E’ arrivato il momento di dire un no deciso a tutto questo, ponendo punti fermi e irrinunciabili all’azione del comitato.
1)Imponendo la bonifica del tratto incriminato.
2)il monitoraggio delle falde acquifere della zona e non solo quelle adiacenti al tratto stradale ma di tutta la valle visto che i fanghi incriminati sono stati smaltiti anche come concimi agricoli, con la partecipazione anche ti esperti rappresentanti la popolazione.
3)spingendo per un cambiamento dei sistemi di produzione che passi dalla concia chimica a quella naturale.
4)Chiedere che vengano individuati, puniti ed esclusi in maniera permanente da qualsiasi carica politica o partecipazione a appalti e sub appalti tutti i responsabili di questa vicenda.
5)Immediata realizzazione di una rete idrica pubblica che porti acqua sicura alle abitazione poste nella zona contaminata.
Per noi è un paradosso pensare che il sistema di produzione capitalista possa un domani essere rispettoso della salute, della dignità del lavoratore e dell’ambiente, poiché la logica del profitto e della concorrenza impongono sfruttamento e risparmi sui tempi e sui costi di produzione.
Un mondo diverso è possibile solo con la fine dello Stato e del capitalismo, in una società basata sul municipalismo di base, sulla libera cooperazione autogestita dei lavoratori dopo aver tolto con le lotte dal basso dalle mani degli usurpatori i mezzi di produzione, le fabbriche le terre i beni, abbandonando la produzione di merci inutili che devastano il pianeta uccidendo persone e animali, per gonfiare le tasche dei padroni, per un’ altra produzione morale, ecocompatibile, socialmente utile.
Siamo consapevoli, la storia ce lo conferma: la via riformista per trasformare il capitalismo dal suo interno si è dimostrata un perditempo, e un fallimento, una pratica utile solo a far guadagnare le poltrone a politici carrieristi anche di quelli che si definiscono perfino di opposizione.
Il capitalismo non si cambia, si abbatte!
Solo costruendo un progetto autogestionario, prendendo coscienza e partecipando nelle libere assemblee territoriali , nelle lotte dirette autorganizzate in prima persona possiamo abbattere questo sistema criminale e oppressivo.
Occorre per questo non delegare, né votare più nessun politico ciarlatano, che insieme ai padroni inquinano la terra la vita, le menti delle persone con la retorica borghese e la demagogia delle false promesse per la loro sete di potere e di denaro.
Nessuna fiducia nella giustizia borghese, basta vedere cosa fanno i giudici con i NO TAV che lottano contro la devastazione dei territori, solo la lotta paga. La giustizia vera è quella rivoluzionaria proletaria.
Se sparissero i contadini non ci sarebbe più pane, se sparissero i muratori, non si farebbero più case…. ma se sparissero i signori, i dirigenti, i padroni: sarebbe come sparissero le cavallette.
I padroni hanno bisogno degli operai, gli operai non hanno bisogno dei padroni.
Cosa aspettiamo dunque a incominciare a ribaltare questa società e costruirne una nuova, una nuova umanità.
Federazione Anarchica Empolese e della Val d’elsa
Centro Studi Libertari Pietro Gori Archivio Storico F.A.E. O.Ristori
26/04/2021