Sabato 19 dicembre, nel centro di Firenze, era prevista e si è tenuta una manifestazione fascista e razzista dei Fratelli d’Italia al grido di “Prima gli italiani”.
Se il fascismo un secolo fa fu reazione contro gli operai ed i contadini in lotta, oggi fascismo è soprattutto razzismo contro quel pezzo di proletariato mondiale, che arriva numeroso nei nostri paesi europei per cercare una possibilità di sopravvivenza. E’ su questo che fasci e leghisti prosperano coagulando una parte significativa di disagio sociale tanto dei ceti medi impoveriti, quanto purtroppo di settori del lavoro salariato.
Per questo la risposta che era stata pensata al corteo dei Fratelli d’Italia, non era la consunta prova muscolare, quanto una presenza comunicativa in piazza Duomo e nel centro storico, con al centro le tematiche sociali che affliggono le classi subalterne, sia immigrate che locali.
C’erano i collettivi studenteschi, c’erano i centri sociali, c’era il Movimento Lotta per la Casa, gli anarchici, il PCL e altri ancora.
Tanti ragazzi e in tutto circa 500 persone, in un sabato pomeriggio che più natalizio non si può.
Dopo due ore di presidio fermo ma comunicativo ad un angolo di Piazza Duomo, si è conformato un corteo del tutto pacifico, senza l’ombra di caschi, petardi, travisamenti o altro. L’intenzione era solo quella di muovere alcuni passi di corteo verso il quartiere di San Lorenzo (ad alta densità di migranti) per affermare il diritto a manifestare i valori dell’antifascismo e dell’antirazzismo. Il corteo non ha neanche mosso mezzo passo che senza avvertimento sono partite le due cariche violente della celere con i manganelli che hanno colpito le teste di diversi compagni. Uno di questi è rimasto a terra con la testa sanguinante. Inizialmente le sue condizioni avevano destato qualche preoccupazione perché dietro la testa appariva una discreta gora di sangue e lui tremava come una foglia. Il sospetto era che non avesse solo preso manganellate ma che avesse battuto la nuca cadendo violentemente per terra. In realtà poi è stato ricostruito che era stato solo percosso, sia pure ripetutamente, con il manganello.
A quel punto urlando la propria rabbia il corteo ha atteso l’arrivo dell’ambulanza e si è diretto verso il quartiere di Santa Croce non disturbato dagli uomini con il manganello.
A fine corteo un gruppo di compagni si è recato all’ospedale Santa Maria Nuova per andare a trovare il compagno ferito e informarsi sule sue condizioni. Siamo riusciti ad avere solo informazioni indirette di persone che l’avevano visto vigile e apparentemente solo con la testa ammaccata. Nei prossimi giorni avremo notizie mediche più precise, ma la situazione per fortuna sembrerebbe di tutta tranquillità.
Una giornata difficile per l’antifascismo fiorentino in un contesto difficile per il crescere di umori razzisti e per la chiusura di alcuni spazi di agibilità politica, di cui le manganellate sono solo il fenomeno più vistoso.
Claudio Red. FI