Direttori che brandiscono lo spauracchio dei procedimenti disciplinari contro i lavoratori scomodi per l’Azienda, contro due medici-sindacalisti libertari in questo caso. Sanzionarli in modo esemplare per colpire chiunque osi segnalare o denunciare anomalie, inefficienze, violazioni, sprechi. In verità, la vicenda che ha coinvolto me e Francesca Mangiatordi può essere la storia di ogni lavoratore che cade nelle grinfie di irresponsabili boiardi di stato. Un complotto che coinvolge un burocrate accomodante, qualche leccaculo pronto a vendersi per un turno di straordinario o per un insperato avanzamento di carriera, il gancio politico consenziente e altri ominicchi senza scrupoli. C’è poi un governatore di Regione, magistrato, assessore con delega alla sanità, che decide di non dare risposte. Una protesta iniziata “in catene” ad agosto e protrattasi fino agli inizi di novembre, con due settimane consumate entro le mura di un ospedale, tra turni di lavoro e sciopero della fame, tra lo scherno di colleghi o ignavi avventori e il complice assordante silenzio dei media asserviti. Pochissimi osano scrivere di noi due o intervistarci. Tra questi, Antonio Loconte, direttore del Quotidiano Italiano Bari, che sin dall’inizio decide di sfidare le minacce, neanche tanto velate, dei potenti di turno e raccontare ogni particolare della kafkiana vicenda. Loconte da qualche anno ha ficcato il naso nel malaffare che regna incontrastato nel calderone della sanità pugliese. Sagace giornalista d’inchiesta, con documenti e prove alla mano è diventato la spina nel fianco di molti, tanto da guadagnarsi addirittura minacce di morte per i dossier pubblicati su ospedali e 118.
Papappicco, Mangiatordi e Loconte finiscono dunque nel mirino di qualcuno bramoso di farli tacere. Il metodo utilizzato è quello dei bravi di manzoniana memoria. Ma qualcosa di grosso ha incrinato i piani del Leviatano e dei suoi sgherri. I giovani, cui questi plutocrati stanno tentando di sottrarre futuro e ideali, d’un tratto fanno fronte comune e provano a muoversi in direzione contraria. Francesco e Francesca non sono più soli. L’hashtag fb #noiduecimettiamolafaccia fa il giro d’Italia. Dopo aver letto la loro storia, in migliaia decidono di metterci la faccia, perché l’obiettivo non era convincere il lettore, ma costringerlo a prendere una posizione di fronte a quanto leggeva. L’apoteosi si raggiunge domenica 8 novembre ad Altamura con la manifestazione popolare di solidarietà ai due medici “eroi per necessità”.
Abbiamo fatto respirare un alito di Libertà. Un’affermazione del genere, che potrebbe sembrare pura arroganza, è diventata realtà. I giovani, la gente comune, lo hanno reso possibile. L’agorà spontanea è stata una marea montante di cori di sostegno nei nostri confronti e invettive rabbiose contro la tracotanza dei poteri istituzionali sordi e muti. L’elemento apollineo razionale e moderato si è magicamente fuso a quello dionisiaco, forza istintiva, cieca e oscura, pura energia vitale.
La piazza ha decretato il suo verdetto di innocenza e si è riappropriata del suo diritto alla lotta per la Libertà. Il fermento di questa storia di ribellione e libertà è ancora vivo tra la gente. Proporrò dunque la fondazione di un Circolo Culturale Libertario “Etienne de la Boetie” (1^ sezione – in Terra di Murgia) affinché nulla vada perduto e chiunque possa sentirsi affrancato da padroni, pregiudizi e catene. Per difendere la dignità di ognuno, sommo valore, occorre lottare per conquistare il proprio spicchio di libertà.
Francesco Papappicco