(un ragionamento occidentale con premessa pseudo-antropologica, svolgimento di pancia e conclusioni di cuore)
L’uomo non è un animale.
Non più.
Non ci si lasci trasportare in tale valutazione da certe semplificazioni metaforiche in merito a comportamenti da stadio o da battaglia, che paragonano uomo ed animale solo per dare conferma della presunta superiorità del primo nella corsa evolutiva: tali comportamenti sono infatti caratteristica esclusiva dell’uomo, non dell’animale.
L’animale ha a cuore la sopravvivenza, l’uomo agisce la sopraffazione; l’animale si comporta d’istinto, l’uomo no: possiede la ragione, un’intelligenza inalienabile che decide come utilizzare.
Certo, non possiamo dimenticare tutte le condizioni ed i condizionamenti che operano per spingere l’intelligenza dell’uomo a lavorare al fine di trovare la strada per aggirare il blocco delle forze dell’ordine così da potersi malmenare ben bene con altri uomini intelligenti che tifano colori diversi dai nostri perché nati a qualche chilometro di distanza anziché cercare la strada per sconfiggere il cancro, ma tant’è.
La perdita dell’istinto è stata progressivamente sostituita nella storia umana dall’acquisizione di “valori”, invenzioni (operazioni dell’intelligenza quindi) volte a correggere la preponderanza della discriminante (animale) della forza nei rapporti, arrivando così a sostituire il cazzotto col dialogo, la spada con la comprensione, la sopraffazione con la condivisione, eccetera, eccetera, arrivando ad inventare un dio unico (perché in merito al politeismo il discorso necessariamente cambia, ma non è questo il momento di affrontarlo) quale espressione massima dei valori che l’uomo ha via via riconosciuto fondanti una comunità (stretta geograficamente e numericamente), finché lo stesso dio non è diventato il problema, perché essendo espressione di valori umani ma essendogli a un certo punto attribuita l’origine e non l’arrivo di tutti i valori, condizioni e condizionamenti differenti hanno creato dei (o forse dii?) unici differenti, che hanno necessariamente riportato la discussione al cazzotto, alla spada, alla sopraffazione.
Poi si è manifestato l’ateismo (che in realtà in maniera latente ha sempre serpeggiato attraverso i secoli), e finalmente si è capito che l’invenzione di dio non era poi così importante: bastava la necessità che l’ha prodotta a sviluppare una coscienza che potesse superare i postulati animaleschi della convivenza e ricrearla su binari pacifici e solidali.
Così, dai valori, l’uomo ha derivato gli ideali, che sono il verbo, la parola, il vero dio fatto uomo.
Ma hanno il difetto di non minacciare dannazioni e di richiedere impegno, e così l’uomo li ha presto traditi, tenendoli in tasca unicamente come alibi del gioco del potere (altra caratteristica tutta umana che nemmeno l’invenzione di dio è riuscita a scalfire, portandosi ad inutile corollario l’invenzione dei sacerdoti).
Detto questo, e si perdonino alcune grossolanerie, dico: LIBERTE’ – EGALITE’ – FRATERNITE’…ET LES BANLIEUES?
Perché il nemico te lo costruisci in casa, che molti degli attentatori che colpiscono o hanno intenzione di colpire in Europa, sono europei, ma sono esclusi dalla società, sentendosi parte unicamente di quelle minoranze ghettizzate che non trovano spazio e vita nella società; laddove l’intelligenza viene usata con il solo scopo di tutelare qualcuno a discapito di un altro, di creare divisioni per alimentare il profitto (altra caratteristica tutta umana) di pochi e ridurre i valori e gli ideali a slogan da sfruttare per alimentare il divario sociale tra ricchi e poveri, per addomesticare ed assoggettare l’ignoranza, l’innocenza e l’ingenuità; laddove il piano sociale di un governo preveda soltanto la continuazione dello status dell’aristocrazia, termine antico da leggere con sfumature contemporanee.
I segnali dunque c’erano, ci sono: una pentola a pressione senza valvole è una bomba.
Si chiederà adesso il governo francese, lo stato francese, la popolazione francese: “perché proprio a noi?” Lo vedrà che non è un caso? Comprenderà che la responsabilità per la morte di tante persone innocenti (non solo in Francia sia chiaro, ma anche di là dal mar Rosso o, volendo andare indietro nel tempo – e i popoli non dimenticano – anche in Algeria) se la dovrà assumere, culturalmente e storicamente (la storia… altra illusione culturale tutta umana)? Dovrebbe essere lo stato francese a dover chiedere scusa ai propri cittadini, perché quando l’uomo è meschino e falso ed ipocrita e sordo e cieco e cinico e portatore di morte e seminatore di disuguaglianza all’ombra di una bandiera che gli para le spalle ed assolve il cuore con tre sentimenti senza valore reale, allora allah akbar!, dio sarà sempre più grande di lui, e lo guiderà alla vendetta, alla violenza, alla ripercussione, perché, si diceva prima, dio risponde alle esigenze dell’uomo.
In questi momenti immediatamente succesivi allo scempio di Parigi sento i governanti parlare di reazione ed usare parole come durezza, fermezza, determinazione…nessuno che abbia detto “intelligenza”, che tra tutte le caratteristiche della specie umana è quella più utilizzata e meno sviluppata (in barba al buon Lamarck) e ciò mi lascia sconfortato, che si continuerà a cianciare di reazione senza pensare all’azione che l’ha causata in anni, decenni, secoli.
Certo, è vero che sia loro che io stiamo ragionando a caldo (è passata da un po’ la mezzanotte del 13 novembre e mentre scrivo sento crescere il numero ufficiale dei morti e le forze speciali stanno per assaltare il teatro Bataclan), ma non posso non notare che appena il presidente siriano Assad (che, intendiamoci, non è certo una brava persona, ma un despota assassino e quello che dice lo dice per interesse non per senso di giustizia) ha messo la Francia e l’Occidente tutto davanti alle proprie responsabilità storico-politiche, si è levato alto il grido d’indignazione degli stati che si sono sentiti chiamati in causa, ma hanno piacere di sentirsi solo vittime quando è il caso e mai di riconoscere le proprie responsabilità, ed hanno fatto prestissimo ad additarlo come l’ultimo in grado di proferire parola in quanto despota, anche se fino a ieri lo hanno armato, bombardato, sostenuto, deprecato… dimostrando che le democrazie occidentali altro non sono che despotismi collettivi e condivisi.
Insomma, io credo che l’uomo sia immensamente più grande di dio, ma il paese in cui viviam o risponderà al terrorismo sostenendo le spese e le ragioni di un giubileo, manifestazione di uno stato teocratico estero (il Vaticano) e quindi nella forma non differente dall’idea dell’ISIS, che si chiamerà giubileo della tolleranza, senza rendersi conto che la tolleranza come concetto è una contraddizione in termini, incitando all’amore ma dichiarando superiorità.
Vabbè, s’è fatta una certa e ora vado a letto: i morti sono destinati ad aumentare (siamo adesso a un’ottantina, non si contano i feriti, Hollande ha chiuso le frontiere ed ogni comunicazione in diretta per favorire l’assalto al Bataclan) io sono molto scosso (soprattutto per il fatto che mi pare la che situazione non possa che peggiorare) e penso che gli unici che stanno realmente provando a fermare l’ISIS sono i compagni Curdi in Rojava, che non lo stanno facendo solo con le armi (che pure sono costretti ad usare) ma anche con una cultura diversa, un modo diverso di intendere il mondo e la società che essi portano avanti da qualche decennio, certamente da prima che quei folli imbottiti di dio dell’ISIS salissero agli onori della cronaca; e non a caso sono stati bastonati da destra e da sinistra, perché l’idea che propongono non fa piacere a nessuno di quegli stati, di quei poteri e di quei cittadini votanti e/o assuefatti che continuano a tutelare ad ogni costo il proprio modo di vivere, la propria cultura definendola “democratica” e “tollerante” senza voler comprendere a pieno la vacuità di queste parole nella storia occidentale, senza vedere fino in fondo che cosa significa continuare a difendere questo modello di sviluppo basato esclusivamente sul denaro che produce denaro a qualunque costo calpestando vite e dignità singole e collettive, arrivando a giustificare con la propria esistenza lo svuotamento sistemico di ogni valore che arrivi mettere in discussione tutto questo sfoggio di comodità.
D i quelli poi che vorrebbero reagire inneggiando allo sterminio responsabile nemmeno mi soffermo a ragionare, che quella è soltanto coprolalia.
Alla fine di tutto questo ragionamento rileggo e penso: “ma perché tutto sto popò di ragionamento? Chi sei, un tuttologo?”
No, ma in questi giorni quel farabulano di Salvini farà una serie di ragionamenti politico-ruspisti e verrà preso sul serio; burattini segna-posto del calibro di Belpietro, Sallusti e Ferrara scriveranno articoli e verranno presi sul serio, si riesumerà l’astio insensato della Fallaci dandole della lungimirante e prendendola sul serio, insomma, se si darà spazio a cani e porci prendendoli sul serio e allora io voglio poter parlare di antropologia, sociologia, teologia e cazzi miei ed essere preso sul serio anch’io.
L’alternativa è il TSO.
Buonanotte compagni , vi lascio col pensiero di un altro che le armi ha dovuto usarle ma avrebbe voluto un mondo senza, Buenaventura Durruti: ”A noi non fanno paura le macerie, perchè portiamo un mondo nuovo nei nostri cuori. Questo mondo sta crescendo in questo istante…” anche se finché dio è grande la notte può solo far paura…
Contro TUTTE le guerre, un pensiero a chi è a Parigi e si sente perso, a chi è in Rojava e si sente solo: questo è lo Stato delle cose, evviva l’Anarchia.
Emmepì
———————————————————————————
Lettera da Sarzana
Io sono della ferma convinzione che oggi non dovremmo parlare di guerra, ma di pace mondiale.
Perché oggi abbiamo un commercio mondiale, anche se è ancora a favore di pochi, di troppi pochi. Servono molte correzioni al riguardo . Penso sia ora di smettere di programmare a tavolino le guerre mondiali a favore di pochi interessi, i popoli non sono più analfabeti totali, anche se la maggioranza di loro no sono al corrente del piano Kalergi, visibile su internet.
Sono pronti molti nel mondo a dare l’assalto alla Bastiglia come è evidente in Francia in questi giorni. Oggi ritengo che tutti i capi di stato nessuno escluso, ma non solo, debbano con urgenza essere delle guide democratiche a finché i popoli godano di una vita dignitosa, smettendo di spendere miliardi in attività militariste e non solo, devono tener conto delle invenzioni scientifiche no autorizzate di Nikola Tesla, come delle invenzioni mediche non autorizzate segretate, le scoperte architettoniche non autorizzate a favore di pochi miliardari, tutto a discapito di popoli schiavizzati.
Sarzana 16/11/2015
Pasquale C.