Al momento in cui scriviamo, sabato 5 novembre, si sta consumando l’ennesima vergognosa polemica sulla pelle di centinaia di sventurati. Quattro navi di Ong impegnate nel soccorso dei migranti in mare sono costrette a rimanere al largo delle coste siciliane perché il governo italiano gli impedisce di attraccare nel primo porto sicuro. Con una lettera firmata dai ministri dell’Interno Matteo Piantedosi, della Difesa Guido Crosetto e delle Infrastrutture e Mobilità Matteo Salvini, il governo italiano ha vietato alla nave Humanity1 – sulla quale si trovano centosettantanove tra donne, uomini e bambini – di rimanere nelle acque territoriali italiane più a lungo di «quanto necessario per assicurare operazioni di soccorso e assistenza alle persone in condizioni di emergenza e in condizioni di salute precarie». Addirittura, si indica che solo una selezione di sopravvissuti sarà portata a terra dopo le opportune verifiche. «Gli altri devono tornare fuori dalle acque territoriali e se ne deve fare carico lo Stato di bandiera – ha aggiunto Piantedosi. Noi saremo fermi su questo principio senza venire meno agli obblighi umanitari su cui non faremo mai marcia indietro».
Sì certo, come no. Nel frattempo, sulle altre tre navi umanitarie (la tedesca Rise Above, e le norvegesi Ocean Viking e Geo Barents) ci sono un totale di ottocentonovantasei migranti per i quali la situazione si fa sempre più drammatica, con le condizioni meteo in peggioramento e uno stato psico-fisico al limite della sopportazione.
Oltre alla tradizionale ostilità nei confronti delle organizzazioni non governative colpevoli, secondo la destra italiana, di effettuare un presunto servizio di “taxi del mare” per favorire una presunta “invasione” di migranti (illazione puntualmente smentita dai numeri reali), il nostro governo si è esibito nel solito piagnisteo nei confronti dell’Europa. La tiritera è sempre la stessa: l’Italia non può essere lasciata da sola, noi siamo il confine Sud dell’Ue, tutti quanti se ne devono fare carico.
In realtà, al netto dei piagnistei e della propaganda, il paese europeo che ha accolto di più è la Germania, con ben 191.000 richieste di asilo, quasi un terzo del totale, seguita dalla Francia, con 121.000, dalla Spagna con 65.000, mentre l’Italia è solo quarta, con 53.000.
Piuttosto, è sempre bene ricordare, quando si parla di questi argomenti, che i migranti che vengono soccorsi in mare sono persone che hanno vissuto esperienze a dir poco allucinanti. È ormai arcinoto che molti di loro, nel terrificante percorso verso l’Europa, fanno tappa in Libia, dove vengono imprigionati anche per anni nei lager allestiti proprio per contenere e reprimere i flussi migratori.
Ed è quindi doveroso ricordare che questi lager in cui vengono consumate violenze inaudite (torture, stupri, riduzione in schiavitù, sequestri di persona con richieste di riscatto) sono stati realizzati e finanziati grazie al Memorandum Italia-Libia, ovvero un accordo tra il nostro governo e quello di Tripoli con il quale noi italiani riforniamo i libici di motovedette per intercettare i barconi e tutto quanto il necessario per organizzare questa speciale “accoglienza” in questi centri di internamento. Questo infame accordo, siglato il 2 Febbraio 2017 dal governo Gentiloni (quando al Viminale c’era il dem Minniti) e dal governo di al-Serraj, è stato rinnovato tacitamente – come previsto dall’articolo 8 – giusto qualche giorno fa. Nonostante le vibranti proteste di molte associazioni e ong che da anni denunciano le atrocità che si consumano in Libia, né Draghi né – tanto meno – Meloni si sono posti il problema di annullare o modificare l’accordo. Secondo Save the Children, ad esempio, sostenere la Guardia costiera libica, attraverso fondi, mezzi e addestramento equivale a sostenere i centri di detenzione libici, dove le persone vedono quotidianamente calpestati i propri diritti, sottoposte a trattamenti inumani e degradanti. Dal 2017 all’11 ottobre 2022, osserva l’ong, quasi centomila bambini, donne e uomini sono stati intercettati in mare dai militari libici, per poi essere riportate in un paese che non può essere considerato sicuro.
Una riflessione, prima di concludere.
I fascisti al governo fanno senz’altro impressione, anche se non è affatto una novità. È dal lontano 1994 che gli eredi del MSI sono stati definitivamente sdoganati in ruoli istituzionali e di governo. Lottare in maniera intransigente contro questo governo e le sue politiche reazionarie non può mai farci dimenticare che nel merito di molte questioni il centrosinistra italiano è sempre stato perfettamente allineato sulle stesse posizioni criminali e disumane. E le politiche in materia di immigrazione ne sono un esempio lampante.
Teniamone conto, quindi, in tutte le situazioni di lotta e di piazza in cui si renderà necessario – ancora una volta – capire chi ci ritroveremo accanto e provvedere ai necessari chiarimenti.
TAZ laboratorio di comunicazione libertaria