Il 9 agosto in Bielorussia si sono tenute le rielezioni del presidente Lukashenko in carica ininterrottamente da 26 anni. Malgrado le narrazioni predominanti sull’autoritarismo “orientale” contrapposto alle presunte “libertà democratiche” occidentali ed europee, negli ultimi due anni per non essere completamente fagocitato dalla Russia di Putin, il dittatore bielorusso ha cercato e in parte ottenuto il sostegno di USA e UE. Con le sparute opposizioni liberali divise Lukashenko ha cercato di mettere a tacere il malcontento con la repressione e gli arresti, proponendosi come garante dell’ordine di fronte alla minaccia di incursioni armate russe e al fantasma della guerra civile. Ma il diffuso malcontento nei confronti del regime si è radicato ancora di più in questi mesi a causa della crisi provocata dall’emergenza sanitaria, e a causa del collasso idrico della capitale, Minsk, a giugno, per il livello di inquinamento dell’acqua potabile. La sera del 9 agosto, mentre Lukashenko veniva dichiarato rieletto con oltre l’80% dei consensi, migliaia di persone sono scese in piazza non solo nella capitale, ma in 33 città. La polizia è intervenuta con violenza. Sono segnalati 3000 arresti 200 feriti e 3 morti. Questa mattina sono entrati in sciopero i lavoratori di alcuni importanti siti produttivi del paese, tra cui la Byelorussian Steel Works. Nella serata i manifestanti torneranno nelle strade, come si può leggere nel testo seguente, pubblicato dagli anarchici bielorussi del gruppo Pramen.
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Non si torna indietro
Ieri la società in Bielorussia si è risvegliata dopo un lungo sonno. Un sogno nel quale siamo stati intrappolati per gli ultimi 26 anni. Il sogno che una dittatura possa rendere libere le persone. Queste menzogne, che sono ancora diffuse da canali di stato e da alcune piattaforme online, troveranno con difficoltà spazio nel cuore delle persone.
La scorsa notte ha svelato cosa ci è mancato negli ultimi anni – la fede nella forza collettiva. La fede nella trasformazione nonostante i rischi. E questa forza è apparsa non solo nelle strade principali della capitale, ma anche in molte piccole città nel paese, dove la OMON [unità speciali della polizia] è fuggita per pura dei dimostranti. Foto e video di numerosi scontri con le unità della polizia speciale hanno finalmente infranto il mito dei silenziosi bielorussi che pregano per l pace e non sono pronti a correre rischi.
Lukashenko e l’intera verticale del potere erano terrorizzati dall’energia che scorreva nelle strade del paese. In altro modo sarebbe impossibile spiegare il fatto che in solo poche ore di proteste, la OMON e le truppe interne siano passate da semplici arresti a una guerra su intera scala contro la popolazione, usando proiettili di gomma, lacrimogeni e idranti. In molte città, la polizia ha completamente perso il controllo delle strade.
Ieri molto sangue è stato versato dalla popolazione lavoratrice del paese. Molti hanno visto un mezzo della polizia piombare in mezzo a una folla di manifestanti. Uno di quelli che sono stati travolti è morto in ospedale. Molte persone sono ancora in terapia intensiva. Dozzine di persone sono ancora in ospedale perché necessitano di cure.
Molti si stanno già preparando per la prossima occasione di scontro. Quelli a cui è rimasto internet stanno imparando a fare cocktail molotov, a costruire barricate, e stanno cercando le aree più vulnerabili delle armature dei poliziotti. Non stiamo guardando video con i gattini, stiamo guardando video che ci dicono come incordonarci e tenere la linea durante gli scontri con i poliziotti. Andiamo nelle terre desolate per imparare a lanciare i sassi. Il regime bielorusso ci ha reso rivoluzionari!
È stato Lukashenko a creare una situazione da cui non si può tornare indietro. Non c’è più stabilità velenosa a cui si possa tornare indietro. Ciò che abbiamo visto e vissuto non andrà più perduto.
La responsabilità per il sangue versato pesa interamente sulle spalle della dittatura. Lukashenko non è pronto a lasciare senza sangue, e noi mostreremo che non solo le persone comuni possono sanguinare. Oggi prenderemo le strade alle 19:00 e saremo spalla a spalla contro le dittatura, per la democrazia diretta. Per una società in cui dittatori e sfruttatori non hanno posto. Oggi continueremo la nostra ribellione per un mondo senza la dittatura bielorussa!
Ci vediamo nelle strade delle città! Ci vediamo sulle barricate!